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Caso Cimicchi: diamo a Cesare quel che ? di Cesare

Guido Turreni

di Guido Turreni

Recentemente ho scritto che Cimicchi, per sue inclinazioni politiche concrete, non sarebbe mai potuto essere ?l?uomo della provvidenza? del territorio orvietano in regione, perch? troppo imbrigliato nel sistema di potere diessino.
Non mi sbagliavo. Specialmente ora che, a bocce ferme, o a urne chiuse, possiamo pur dire che l?era politica di Cimicchi volge al tramonto o quantomeno esce fortemente ridimensionata, proprio per volont? dei suoi stessi compagni di partito.
Non sono molto d?accordo per? con Cardinali quando d? Cimicchi per definitivamente sconfitto troppo affrettatamente e quando sostiene che il suo destino politico sar? uguale a quello del despota, o del tiranno disarcionato; sono d?accordo invece con Santelli quando afferma che il soprannome datogli dagli orvietani (scienza in cui sono maestri sopraffini per metaforica ironia), il ?Faraone?, non ? stato un caso.
A posteriori per?, mi permetterei di cambiargli nomiglolo, per chiamarlo ?Cesare?, perch? in effetti c?? poco di dinastico nella politica cimicchiana, dal momento che poco o nulla di positivo sar? tramandato, e molto di pi? invece c?? di ?imboscata?, di complotto e di tradimento nella storia politica finale del personaggio.
C?? Bruto (il partito), il figlio adottivo prediletto, traditore insospettabile, e c?? Cassio (il vertice), che dopo averlo candidato in pompa magna, fingendosi suo sostenitore, in realt? brigava nell?ombra da anni, per eliminare la sua oramai ingombrante personalit? politica.
E soprattutto c?? il tentativo di assassinio politico pubblico ed efferato (non si sa ancora quanto riuscito), ?sulle scale del Senato delle elezioni?, con cui si vuole scioccare per primo proprio il popolo diessino che ancora lo ama in modo plateale e deliberato.
Molti dei traditori lo rimpiangeranno solo dopo la sua morte politica, proprio come Cesare e perch? di Cesare c?? n?? uno solo.
La similitudine Cimicchi-Cesare per? deve improvvisamente arrestarsi sul piano del successo dell?omicidio e su quello delle conquiste.
Da un lato, infatti, se fossi in Bruto o in Cassio non saprei se dormire sonni tranquilli, perch? le mille e pi? pugnalate circa (preferenze mancanti) che sono state inferte, non sembrano aver definitivamente eliminato ogni ulteriore e probabile colpo di coda, a meno che gli otto voti di vantaggio non vengano annullati.
Dall?altro, ? innegabile che Cimicchi, dopo aver passato il Rubicone regionale, ha conquistato pressoch? nulla per questo territorio, ed anzi, ha perso uno dei domini pi? importanti e dei pochi rimasti: quello sanitario.
E? certo per? che Cimicchi rimarr? ancora a lungo nella storia politica di questa di citt?, seppure con un ruolo diverso da quello ricoperto in precedenza: da Faraone che nessuno osava nemmeno mettere in discussione, a guerrigliero di macchia, che rischia l?isolamento politico permanente, con conseguente progressiva perdita di potere.
Egli per? ? certamente politico di razza, nel bene e nel male di questa appropriata accezione: ?nel bene?, perch? non sarebbe potuto uscire indenne dalla trappola tesa, senza avere alle spalle sempre e comunque un consenso personale costruito esclusivamente da lui stesso, proprio attraverso le clientele che rinfaccia a Cassio; nel male, perch? pur di riciclare il proprio potere e consumare le sue vendette sar? capace di fare qualsiasi cosa, anche se di mezzo si trovassero gli interessi della nostra citt?.
La speranza ora ? una sola: che la lezione sia servita a quella larga parte degli elettori della sinistra che ancora non vuole credere che fra Orvieto e la Regione Umbria ? necessario aprire la stagione del conflitto, spinto, se del caso, anche fino alle estreme conseguenze.
Se cos? non sar?, i vertici della sinistra, soprattutto quelli regionali, continueranno a saccheggiare la citt?, approfittando delle divisioni del partito dominante, mentre quelli locali saranno troppo impegnati a spartirsi le poltrone e le ultime briciole di questa comunit? che vede profilarsi un destino segnato.
Un conflitto territoriale dunque che pu? portare avanti solo chi ? antagonista a questo becero andazzo, ovvero il centro destra locale, che seppure lentamente cresce in controtendenza rispetto al dato nazionale nonch? rispetto al dato delle ultime Comunali, e sembra essersi risvegliato dal sonno programmatico delle proposte concrete per la citt?.

Pubblicato il: 07/04/2005

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