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Il caso Cimicchi? I Ds non hanno pi? una classe politica responsabile

Giorgio Santelli

Una classe politica miope, quella dei Ds, che per poco ad Orvieto non ? riuscita a fare il danno estremo. E un danno, sicuramente, l?ha gi? fatto: quello di avere messo una seria ipoteca sulla possibilit? di avere un assessore regionale espresso da questo territorio. In politica non si scherza e gli accordi vanno onorati.

Ma, a quanto si evince dall?analisi del voto, di quegli accordi un pezzo dei Ds (non si sa quanto grande e quanto rappresentativo), ne ha fatto carta straccia. In politica si deve essere umili e avere il coraggio dei compromessi. In politica l?invidia e la vendetta non dovrebbero contare. Altrimenti ? mafia, altrimenti ? clientela, altrimenti ? incapacit? di esercitare l?unico ruolo che si deve avere: quello della difesa del territorio e della sua rappresentanza. A Cimicchi, da molti soprannominato ?il faraone?, hanno fatto uno sgambetto mezzo riuscito.

Cimicchi ? un personaggio pesante. Un uomo che o lo odi o lo ami, un politico che certamente non ama le mezze misure. E quel soprannome ? ?il faraone? ? ? un nomignolo che rende bene. Forse l?idea era quella di ridimensionarlo, di fargli un po? paura, di rendergli la vita un po? meno facile in questo percorso per dimostrargli che la logica del ?o con me o contro di me? che lui per lunghi anni ha adottato, puo? non pagare. Con otto voti, solo con otto voti che qualcuno potrebbe anche tentare di capovolgere, entra in consiglio regionale. E con quegli otto voti in pi? giocher? un ruolo certamente ridimensionato. E questo per colpa di un partito litigioso, di una classe dirigente per certi versi arrogante e presuntuosa il cui grado di responsabilit? politica non ? mai stato cos? effimero e inconsistente.

Forse ? ora che chi rappresenta il territorio lo faccia non per grazia ricevuta ma per meriti. Ed i meriti hanno poco a che vedere con il potere precostituito, con le cordate fatte da amici degli amici degli amici. Maggioranze trasversali interne che si realizzano sulla conservazione dei ruoli ottenuti, delle poltrone su cui ci si siede. E? lo squallore della politica. Non ? una classe politica, questa, ma un asilo nido di bambini viziati che si rubano i giocattoli.

E a forza di rubarseli e tirarseli l?un l?altro si rompono. Ma il giocattolo, devono capire, che ce l?hanno in prestito e per loro vale la vecchia regola. Chi rompe, prima o poi, paga! E la propriet? non ? questione di partito, lo ripeto concludendo, ma ? di tutto questo territorio.

Pubblicato il: 05/04/2005

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