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La crisi del centro storico ? un problema serio che appartiene a tutti

Guido Turreni

di Guido Turreni.

 

Caro Dante,

nonostante la stima che nutro nei tuoi confronti, e pur riconoscendo la tua onest? intellettuale, caratterizzata dalla volont? di dare voce anche a chi non la pensa come te, consentimi un contributo critico al tuo pezzo dal titolo ?Signore salvaci dalla banalit??, soprattutto rispetto ai toni usati ? per la veit? un po? sopra le righe ? con cui hai voluto tacciare di banalit? la ?manfrina? del centro-destra, che chiede una politica di rilancio del centro storico ?da bar dello sport?.

Innanzi tutto non credo che intenderai negare l?evidenza dei fatti, ovvero che il problema centro storico esiste, ? serio e grave.

Infatti, se vogliamo fare un reale bilancio della politica delle amministrazioni di sinistra sul centro storico (senza parlare di ?lodatori del tempo perduto?), allora non potrai osservare ? anche tu ? che si ? trattato di una politica miope, finalizzata allo svuotamento puro e semplice del centro storico di abitanti, scuole, uffici pubblici ed istituzioni, senza contemporaneamente affiancare a queste operazioni un progetto alternativo, senza una politica di recupero.

Non c?? dubbio che il trend della politica urbanistica moderna sia quello del decentramento delle attivit? incompatibili con il centro storico di tipo medioevale (traffico veicolare ed attivit? produttive inquinanti), sia per ragioni ambientali, sia per ragioni di vivibilit?.

Ma questo sacrosanto principio non implica n? giustifica l?assenza di risposte politiche e progetti alternativi per il centro storico.

Infatti se proprio vogliamo parlare di banalit?, di banale c?? solo la rassegnazione a questo stato di cose, l?inerzia politica.

E? da ?bar dello sport? non capire quali problemi culturali ed economici comporta la crisi del centro storico: una citt? con un centro storico agonizzante perde la sua identit? storica e culturale e soprattutto subisce seri danni economici per tutto il sistema micro-economico che regge la citt?.

Infatti, se le attivit? del centro storico non sono produttive come in passato o sono addirittura in perdita, il danno ? per tutti, perch? ? ovvio che ci sar? meno risparmio, quindi meno investimenti e, conseguentmente, meno consumi, non solo per chi fa il commerciante nel centro storico, ma ? a cascata ? per tutta l?economia della citt? e del suo territorio.

E ci? vale a maggior ragione per Orvieto, una citt? dove la struttura economico imprenditoriale ? particolarmente debole e sottosviluppata, dove stanno aumentando ? in modo impressionante ? le chiusure o peggio i fallimenti di storiche aziende, medie e piccole, dove l?ossatura economica ? costituita in prevalenza dalle pensioni dei ?nonni? e dagli stipendi che erogano gli enti pubblici.

E allora non mi sembra proprio il caso di definire ?manfrina? una preoccupazione seria e fondata per il futuro dei nostri figli, dei nostri giovani e pi? in generale per il futuro della citt?.

Un futuro in cui non ci saranno pi? le pensioni di oltre ? della popolazione, o dove l?ente pubblico sar? sempre meno presente come gi? ? accaduto ? per esempio ? con le istituzioni militari o con gli uffici catastali, e come potrebbe accadere da un momento all?altro per altri uffici pubblici come per esempio il Tribunale, il Carcere o l?Ufficio delle Entrate.

Questo secondo noi di FI significa fare politica: porsi un problema, prenderne coscienza e trovare le soluzioni con proposte concrete per la gente e con la gente che questi problemi ha, con le categorie, le loro associazioni, con i comitati, insomma con la societ? civile e non con i politici di professione, che spesso sono guidati da altri interessi quasi mai convergenti con i reali bisogni della gente.

Chi invece ? come te ? vagheggia il ritorno ad una politica partitocratrica stile ?Frattocchie? penso che dovr? ancora aspettare molto per veder risolvere i problemi reali della gente da cui ? distante mille miglia. Dovr? assistere ancora a quello che Berlusconi sapientemente definisce teatrino della politica.

Dovr? assistere al festival della quasi proposta, buona per ogni occasione e per l?immagine politica, ma perniciosa per la citt? e per i suoi interessi.

Esempio evidente dell?efficienza dei professionisti della politica ? quanto NON sta accadendo per il casermone.

Dove ? finita, per esempio, ?l?economia dell?idrogeno??

Pubblicato il: 15/02/2005

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