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Autoingegnere. Prima che si spengano i riflettori

Giancarlo Imbastoni

di Giancarlo Imbastoni

Seguo sulla stampa abbastanza stupefatto l'evoluzione (?) del caso dell'auto-ingegnere e mi sento costretto ad intervenire.
A sentir quello che dice la strada, l'autoingegnere riscuote la latente simpatia dell'opinione pubblica e quella manifesta di alcuni giornali, che imboccata senza indugi la strada della comprensione ne esaltano la bravura dell'autodidatta, e nei limiti della lucidit? di chi li legge ne preparano la linea difensiva, quella morale intendo.
Voglio dire alcune cose talmente ovvie che nessuno ha detto:
- Al Comune di Orvieto esiste evidentemente un ufficio tecnico che lavora visto che, al di l? delle autocertificazioni di legge, il pateracchio ? stato smascherato. Lo so, la mia ? una visione di parte ma visto che nessuno ne parla.
- L'effetto in termini amministrativi ed economici della vicenda ? paragonabile ad un piccolo terremoto, e visto che le spese della verifiche sono soldi pubblici e visto che gli uffici sono stati e saranno impegnati quasi al completo per ripianare la vicenda, vuol dire che altre opere naturalmente pubbliche attenderanno ancora prima di vedere la luce, ovvero noi paghiamo.
- Dunque noi paghiamo, sono sempre d'accordo nel rinunciare al linciaggio perch? immagino che non sia facile vivere sdoppiati per venti anni e questa sicuramente ? la pena pi? grande da scontare nella cella della propria coscienza.
- Che a volte un muratore fosse pi? capace di un ingegnere lo sapevo anche prima avendo frequentato il ramo dalla parte pratica, ma l'esperienza non sostituisce la conoscenza accademica e, la certezza di considerarsi dei geni gioca a volte brutti scherzi (sulla pelle degli altri), e che dire poi di chi, dopo immani sacrifici soprattutto economici, conseguita la laurea, se ne sta
a fare i mestieri pi? disparati?
Dunque noi paghiamo. Ma questa storia non ? Tot? che vende la fontana di Trevi e non ? per niente simpatica, e non pu? beneficiare nemmeno di quell'indulgenza antica, che il popolo ha quando a sbagliare ? un ricco benestante, a cui immagino sar? difficile far ripagare i milioni (di euro? di lire?) di danni che ha fatto.





Pubblicato il: 23/01/2005

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