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Dopo venti anni non dimenticare Bhopal

Giancarlo Imbastoni

di Giancarlo Imbastoni

Ricorre il 2 Dicembre prossimo il 20? aniversario del disastro di Bhopal, una delle pagine pi? vergognose e allucinanti delle
"relazioni" industriali tra Nord e Sud del mondo.
Per chi non ricorda o non era ancora nato, Bhopal ? una citt? di un milione di abitanti nella valle del Narmada in India, e alla fine
degli anni '70 viene scelta per l'apertura di uno stabilimento dell'Union Carbide -multinazionale chimica statunitense- con
l'impiego di un migliaio di operai del luogo.
Scopo di questo impianto ? la produzione di sevin, un potente insetticida da impiegare nell'agricoltura locale; il sevin proviene
dal pi? famoso fosgene o momometilammina, un gas tristemente famoso perch? usato nella 1? guerra mondiale. Nella fase
intermedia della produzione del sevin, velenoso, ma stabile, viene prodotto il mic metilisocianato che ? altamente instabile,
tanto che deve essere immagazzinato a zero gradi e a contato con qualsiasi impurit?, compresa l'acqua, espolde.
Talmente instabile e pericoloso che nell'impianto di Bhopal veniva immagazzinato per pochissimo, per poi essere trasformato
immediatamente nel prodotto finale: il pesticida sevin.
Ma la commercializzazione del prodotto non parte, la "rivoluzione verde" non decolla, forse perch? sono altre le necessit? dei
contadini del Narmada.
Fatto sta che solo dopo pochi anni, nel 1982 l'Union Carbide licenzia la met? del personale e pochi mesi dopo cessa la produzione
del sevin definitivamente. Restano per? immagazzinate 60 tonnellate del pericoloso mic nelle cisterne sotterranee. Nell'ottobre'83
succede l'incredibile, viene disattivato ogni tipo di impianto di sicurezza, spento il frigo e spenta addirittura la fiammella della
torcia del camino che da sola avrebbe ridotto il disastro notevolmente; vengono praticamente dimenticate quelle 60 tonnellate di
metilisocianato nelle quattro cisterne sotterranee e la fabbrica abbandonata!
Il 2 dicembre 1984 durante le operazioni fatte da personale esterno ed ignaro dell'esistenza del mic, l'acqua entra in contatto con
il metilisocianato e formando una nube passa indenne sul camino e si abbatte sulla citt? causando 1000 morti ufficiali (cio?
riconosciuti dalle assicurazioni), 8000 quelli reali solo nei primi due giorni. Non finisce qui. La Union Carbide immadiatamente
contattata dalla sanit? locale non fornisce i dati per l'antidoto e si calcola che altre 12000 persone muoiano nei mesi successivi in
seguito alle intossicazioni.
Worren Anderson, il presidente della Union Carbide, incriminato per strage dalla giustizia indiana non verr? mai incriminato, n?
estradato dagli Usa. Questo atto di vero terrorismo industriale non ha mai avuto giustizia e forse nessuno pagher?, ma ? un
dovere per gli uomini e le donne liberi tenere ben vivo nella nostra coscienza fino a che punto pu? spingersi la bestia uomo
quando insegue il profitto.

 


 

Pubblicato il: 29/11/2004

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