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Le nozze con i fichi secchi

Guido Turreni.

di Guido Turreni

Le nozze con i fichi secchi. In questi termini si potrebbe riassumere il concetto che la burocrazia politico-amministrativa regionale ha della nostra sanit? comprensoriale.

Premetto che non ho potuto partecipare al Consiglio comunale aperto che il sindaco ed il presidente del Consiglio Comunale hanno opportunamente convocato su tale argomento, perch? pressato da urgenti impegni di lavoro, ma l?iniziativa della nostra Amministrazione (a differenza di altre) ? comunque apprezzabil, almeno nelle intenzioni, perch? ? importante che si parli della nostra sanit? e dell?ospedale con l?assessore Rosi, che deve essere chiamato a rispondere del proprio operato dinnanzi al popolo orvietano e deve chiarirci quali siano le intenzioni dell?amministrazione regionale sul futuro del nostro nosocomio e della nostra sanit? in generale.

Mi sarei aspettato da costoro non dico delle scuse nei confronti della nostra comunit?, ma almeno un minimo di umilt? cha avrebbe dovuto preludere al riconoscimento di gravi errori di programmazione per presentare definiti progetti e precise proposte al fine di risolvere in concreto i problemi che oramai incontestabilmente ci affliggono da troppi anni.

Purtroppo invece, l?ineffabile Assessore, ? sceso dal suo scranno di governo per venirci a dire ?di non piangerci addosso? perch? ?la Regione vuole fare dell?ospedale di Orvieto un punto di forza della sanit? regionale? per creare un distretto sanitario sperimentale di grande prospettiva (ripreso dai giornali).

Un refrain gi? sentito all?epoca di Bracalente, quando ci venne fatto credere (con la garanzia dell?ex Sindaco Cimicchi), che si trattava solo di un esperimento, che la soppressione della nostra USL non avrebbe comportato un depauperamento dei servizi, ma che anzi con l?apertura della nuova struttura ospedaliera si sarebbero raggiunte vette di eccellenza.

Il risultato di quelle vane promesse ? sotto gli occhi di tutti; non mi voglio dilungare sui tanti fatti accaduti da allora, ma mi limiter? a notare che persa la nostra autonomia amministrativa anche i servizi e le prestazioni (soprattutto nei tempi di risposta all?utenza) sono solo peggiorati, come del resto era naturale che accadesse.

Forti di questa passata e perniciosa esperienza, non credo che si possa avere la faccia di venirci a dire di smettere di piangerci addosso.

Specialmente quando ? chiaro a tutti, ed in particolare a chi segue i progetti regionali in materia di sanit?, che le risorse future non privilegeranno Orvieto e gli orvietani, ma Foligno (dove ? stato recentemente inaugaruto un mega ospedale nuovo di zecca per cui sono state dislocate ingenti risorse), o l?area narnese-amerina (dove si sta cercando di fare salti mortali per aprire l?ospedale distrettuale).

Sarebbe stato molto meglio che l?Assessore fosse venuto a dirci la verit? delle cose, e cio? che Orvieto si deve accontentare di quello che ha e che anzi, in epoca di vacche magre, deve ringraziare il Cielo di non subire dell?altro.

Insomma le nozze con i fichi secchi.

Mi rendo conto che pretendere una dichiarazione simile ? velleitario, che non potevo certo aspettarmi che l?assessore venisse a casa nostra per dirci che quello che c?? scritto nel piano sanitario regionale su Orvieto(una legge) ? carta per appunti.

Ma mi aspettavo quantomeno una presa di posizione realista e, mi sia consentito, pi? rispettosa dell?intelligenza del popolo orvietano; magari proponendo una nuova riprogettazione della politica sanitaria comprensoriale che puntasse sulla specializzazione di tre o quattro reparti che fungessero da polo regionale, piuttosto che un ospedale di eterea emergenza-urgenza senza strutture (eliporto), senza personale, senza primari, insomma una scatola tanto grande quanto vuota, che da dieci anni a questa parte si promette vanamente di riempire.

Pubblicato il: 20/11/2004

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