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Senza la libert? di biasimare, non ? possibile nessun elogio". Beaumarchais

Liliana Grasso

Senza la libert? di biasimare, non ? possibile nessun elogio". Beaumarchais


di Liliana Grasso 

Il tema della censura cinematografica ? un tema complesso, pensandoci si percepisce la sensazione forte di una sottrazione: la censura, politica o religiosa, ? qualcosa che ci tratta come soggetti da tutelare, privandoci della possibilit? di vedere o di capire con i nostri strumenti critici.

La costituzione italiana stabilisce che ciascun cittadino ha la libert? di manifestare il proprio pensiero (art. 21), ma il cinema ? l'ultimo linguaggio in cui ? sopravvissuta una forma di censura preventiva: tra le trasgressioni pi? contestate ai cineasti c'? l'offesa al pubblico pudore e il vilipendio alla religione che tocc?, per citare solo i pochi casi di cui ho memoria a Pier Paolo Pasolini per La Ricotta, a Je vous salue Marie di Jean-Luc Godard ed ora al La mala education di Pedro Almodovar bandito dal cinema Corso di Orvieto.

Negli anni, la molesta mannaia del perbenismo ? scesa implacabile su Antonioni, Bertolucci, De Sica, Fellini, Kubrick e Visconti. Una sequenza di immagini negate che racconta una singolare storia del costume di un Paese che riesce a costruire anche la legge sulla fecondazione assistita sui dogmi della Chiesa.

Vieri Razzini scriveva nel 1993: "a suscitare sospetto e dispetto nei censori ? quasi sempre il film d'autore, quasi mai il prodotto di basso conio. Ovvero si mira alla censura del pensiero. Cos? fioccano i divieti ai minori di 18 anni su Ferreri e Almodovar e Jarman e passano indenni cose altrettanto hard e solo pi? pacchiane per mancanze di idee. Il che non danneggia, naturalmente, se non la formazione del gusto."

Sono trascorsi 10 anni e sembra che ad Orvieto poco sia cambiato.

La dispotica pretesa di assumere le regole di un gruppo religioso o di un partito politico come parametro di riferimento per consentire o impedire il libero esercizio della nostra facolt? vedere un film ed elaborare un giudizio critico in maniera autonoma, ? noiosa e insultante. "Mala tempora currunt" quando qualcuno si arroga il diritto di decidere per noi se un film ? un?opera d?arte oppure soldi buttati.

Chiss? se dall?alto di due Oscar (Tutto su mia madre e Parla con lei) e di un?infinit? di altri premi (C?sar, Efa, Globi d?oro), il vituperato Pedro si preoccuper? della libert? di scelta degli abitanti di una piccola citt? italiana, che avranno sempre, ahinoi!, la possibilit? di correre al Cinema Corso a vedere Starsky & Hutch o Le barzellette di Vanzina o una riedizione in versione integrale di Rambo IV, proiezioni che la Conferenza episcopale italiana riterr? sicuramente consone, e sempre meno la possibilit? di sfuggire alla "cattiva educazione".

 

Pubblicato il: 14/10/2004

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