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La notte bianca di Roma, che palle.

Fausto Cerulli

di Fauso Cerulli

La notte bianca di Roma, che palle. Lo so, mi trovo ancora una volta a fare il
Bastian  contrario, ma non ci sto. Per tutta la notte, che ho passato in bianco pur senza stare a Roma, ho sentito le radio nazionali sbraitare lodi sperticate a questa immonda kermesse cultural gastronomica, L?aggettivo pi? ricorrente era ?splendido? , mentre si sprecavano anche sublime incredibile indimenticabile e via leccando il culo a Veltroni e alla sua concezione populista- magari fosse stata gramscianamente nazional- popolare della cultura. Per una notte due milioni di rincoglioniti di massa, attirati dalla grancassa dei media, si sono strattonati tra sudore e penniche per le strade di Roma che sapeste come sono belle la notte d?estate quando non c?e nessuno in giro a far finta di divertirsi E magari a divertirsi davvero per forza di cose cosate.
Non ci sto. Stando ai proclami di Veltroni( che con uno cos? si capisce perch? Berlusconi non ha paura della sinistra) si sono succeduti nella capitale del me ne frego settecento eventi culturali in contemporanea. Come dire che nessuno dei due milioni di rincoglioniti ha potuto assistere davvero ad un evento, ch? anche questa ? una parola del cavolo: mi sapere dire che evento ? il pur bravo Proietti che da secoli gioca a fare il romano de roma a  a spese del comune di Roma e che dice sempre le stesse malinconiche fregnacce che ci ride per primo e per ultimo lui. Oppure, stando alle cronache della notte, le salamandre di Lione che facevano le palle di fuoco umane, e non ? manco bello giocare con certe cose di questi tempi. Ma non voglio dir male degli episodi in s?, che saranno stati anche originali e bevibili. Quello che contesto ? il metodo. Di raffazzonare in una nottata tutta la cultura spendibile sul mercato dell?adesso ti faccio vedere io come si fa una notte brava. E di propinare al popolo bue i soliti panemetcircenses, con Veltroni al posto di Nerone a suonare la cetra
della propaganda politica pro domo sua dal colle capitolino. La cultura di una notte, mi si passi il gioco di parole, rischia di essere la notte buia della cultura: nonostante gli sfarzi e gli sforzi di luce che l?anno scorso mandarono in tilt il sistema elettrico nazionale e quest?anno no, grazie al Papa che veglia e sorveglia. Caro popolo, ha detto in sostanza Veltroni, visto e considerato che l?estate ? finita e che tu popolo ti sei abbronzato le chiappe chiare per tornare ad una merda di lavoro
qualsiasi, io sovrano ti regalo un ultimo cotillon. Potrai dire, per tutto il prossimo anno, c?ero anch?io alla notte bianca di Roma. E se ti chiederanno che cosa hai visto e goduto dirai, come una pecora pazza, che cerano mille eventi. E non dirai che non ne hai visto nessuno. La notte bianca di Roma passa, resta il grigiore di chi continua a prendere per i fondelli la gente che vuole essere presa per i fondelli pensando che i fondelli siano almeno brandelli di qualche cultura.
A Marrakesch, in Marocco, esiste una piazza enorme: ogni notte quasi trecentomila persone si fanno la loro notte bianca, tra mangiatori di fuoco, baiadere dal ventre sformato, e poeti che recitano le poesie loro e quelle di Omar Khayyat.( il poeta del vino, una specie di Angelino Rossi persiano). Ma lo fanno ogni notte. Capito, Veltroni? p.s. come diceva frassica. Per tornare ad una telenovela nostrana, molto meglio i giocolieri fantastici di Villa Paolina a Porano. Il pubblico ha potuto gustarsi il tutto, ed il tutto, checch? ne dica il clan conticelliano, e senza voler riaprire la saga delle seghe, era gustabile. Una Porano da bere.

Pubblicato il: 20/09/2004

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