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Non ? la guerra dei poveri. Lettera aperta a Silvia Fringuello

Davide Orsini.

di Davide Orsini.  

Cara Signora Fringuello,
capisco e rispetto il suo sgomento e la sua tristezza. Sono i sentimenti che accomunano milioni di persone dopo quanto visto ed ascoltato per una settimana circa i fatti di Beslan.
Vorrei per? cercare di fare qualche considerazione su quanto accaduto, ponendolo in relazione con il clima che stiamo vivendo su scala planetaria (almeno sotto l?aspetto della circolazione mediatica).
La Russia ? stata per anni al centro di attacchi terroristici da parte degli indipendentisti ceceni, i quali a larga maggioranza professano la religione islamica.
Se prima questa matrice indipendentista non veniva direttamente messa in relazione con l?integralismo islamico, ora dal punto di vista strategico e funzionale questa saldatura ? avvenuta. Si potrebbe aprire la parentesi sul perch? ci? ? avvenuto e sugli effetti oggettivi che la guerra irachena sta avendo sul fenomeno, ma tralascio il punto per motivi di sintesi.
I punti, in poche parole sono due: primo, tenere distinte le cause originarie della guerra cecena, vecchie di secoli, dalle cause che spingono larghi settori del fondamentalismo islamico a muovere guerra contro l?Occidente (ormai appare chiaro anche ai pi? ostinati che il terrorismo non ammette distinzioni, come dimostrano i casi dei francesi rapiti alcuni giorni fa e delle due ragazze italiane). Il secondo punto riguarda il superamento della retorica ?terzomondista? secondo la quale i poveri ed i diseredati del pianeta, ai margini del cinico sistema capitalistico, starebbero perorando a suon di bombe ed attentati la loro causa. Non vi ? nulla di pi? fuorviante di questa tesi, sconfessata ampiamente dai fatti. Tanto per citare un paradosso, l?idolatrato Michael Moore, cantore dell?America buona contro quella cattiva, accusa Bush di aver avuto in passato legami affaristici a dir poco sospetti con Bin Laden. Ora Bush, sulla cui persona e leadership si possono avere opinioni varie, non gestiva certo un chiosco di gelati prima di diventare presidente degli Stati Uniti. Bin Laden non ? Che Guevara, tanto per intenderci, e di certo non ha a cuore la causa degli oppressi e dei poveri del mondo. La matrice fondamentalista trae nutrimento da ben altro che la presunta avidit? capitalistica. Tornando al primo punto, mi pare ci siano due considerazioni da fare. La prima riguarda la causa cecena. ? un problema che esiste e va risolto, cercando di isolare il terrorismo ma anche cercando di portare la (poco democratica) Russia a ragionare intorno ad un tavolo. Qui mi pare che la responsabilit? delle Nazioni Unite, almeno per chi ancora coltivi il sogno della loro efficacia ed efficienza, sia lampante. Cos? come lo ? quella dell?attuale amministrazione Americana, la quale vede nella Russia un forte alleato nella causa comune della lotta al terrorismo, e per questo chiude tutti e due gli occhi su ci? che accade in Asia Centrale. Il problema ? che la causa ? falsamente comune, almeno in origine. Ma ci? sta bene a Putin (ex agente del KGB), il quale ha carta bianca per continuare il secolare eccidio ai danni dei ceceni. Tutto questo, in breve, per dire che il quadro ? pi? complicato dello schema terzomondista al quale siamo affezionati, forse per comodit?, assuefazione, o per posizione ideologica. In tutti e tre i casi, il modesto invito che mi sento di rivolgere ? quello di non abbandonare mai il dubbio, fonte di ogni tentativo di ragionamento.

 

Pubblicato il: 11/09/2004

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