Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Avevo 18 anni. Dedicato a tutte le famiglie dei ventisei ragazzi arrestati

Fabiola Di Loreto

Avevo 18 anni, vivevo a Roma e provenivo da una famiglia sana, cattolica e tradizionalista. Ero stata educata secondo radicati, certi e fondanti principi cristiani. Andavo bene a scuola perch? mi ?applicavo?, ero rispettosa degli adulti, gentile con gli anziani e solidale con la famiglia e con quanti potevano avere bisogno di un aiuto perch? pi? deboli. Frequentavo assiduamente i gruppi giovanili parrocchiali del mio popoloso quartiere romano: dall?Azione Cattolica alla Banca di donatori di sangue, dal gruppo di canto al catechismo. Ero timida, non particolarmente coraggiosa ma testarda e crescendo perdevo via via quel senso di rispetto per ci? che mi era imposto. Il mondo che si muoveva fuori dai confini della famiglia, della scuola e dei gruppi che mi erano permessi era molto, molto pi? interessante. Per chi ? vissuto in una grande citt? sa quanto possa essere labile il confine tra un campetto sportivo della parrocchia e gli spazi, i muretti dei ragazzi del quartiere. E sul muretto trovi tutto. Non bastano allora a volte i principi, la rigida educazione ricevuta, i rimproveri, le liti in famiglia, le minacce. E di quello che possono dire di te, giustamente te ne freghi. Quella ? una et? in cui cominci la tua vita, in cui si scopre il mondo e il bagaglio di valori che ti porti dietro c??, ma non lo usi perch? a briglie sciolte l?unica cosa che conta ? il vento che incontri e del quale ti piace sentire l?impatto, libera e adulta. E? a quella et? che incontri i tuoi primi amori, ? l?et? in cui l?amicizia ? pi? importante di qualsiasi altro legame, di certo pi? della famiglia, che non vuoi ascoltare e con la quale apri i tuoi conflitti pi? grandi. All?amicizia e all?amore dai un valore assoluto e non sei disponibile ai compromessi. Non pu? essere come quando si ? adulti, quando impari a convivere con tante realt?, quando concili, con fatica e affanno, le aspirazioni con ci? che sei riuscita a realizzare, quando ti sposi, fai figli, competi nel lavoro, diventi l?esempio, cerchi e ti illudi di controllare tutto, ti senti forte, poi ti senti responsabile, poi inadeguata, ma sai che ci vuole anche un po? di abilit? e tutto pu? andare avanti perch? sai che in fondo accettare i compromessi ? il tuo mestiere e che solo alla morte non c?? mai rimedio. No, a quella et? non ? possibile, non ? neppure ipotizzabile, non ? ricompreso nel modo di vivere accettare i compromessi. Ed ? con quel preciso pensiero, quello che tutto ? possibile che si ? portati a sfidare le regole e non importa in quel momento qual?? la tua famiglia, quali i valori, quali le tradizioni e quali dispiaceri puoi procurare a chi ti vuole bene: loro li pensi eterni. Ed ? cos? che anche una giovane ragazza di buona famiglia e ben educata, che fino a ieri frequentava la parrocchia, trova giusto e importante per lei cambiare giro, gruppo, amicizie. Si ritrova su un muretto, beve birra per sentirsi importante, fuma e si innamora. Di quello giusto, di quello sbagliato ........ come fai a capirlo. Per te ? giustissimo, e quello che lui ti chiede, quello che fate insieme ? cos? bello , vero, nuovo. E sono gli altri, quelli di casa, quelli di fuori che sono rimasti ?di buona famiglia? che non ti capiscono pi?. E tu vai, corri, con quella fretta di bruciare le tappe, con quella voglia di scoprire la tua vita. Litigi, rimproveri, proibizioni...poco ti pu? aiutare a quel punto a fermarti. E? questione di fortuna, perch? poi passa, passa sempre ed i pi? non se lo ricorderanno quando, per dirla con De Andr?, daranno buoni consigli non potendo pi? dare il cattivo esempio. Passa il primo grande amore, passano le vere amicizie, passa la voglia di bruciare le tappe. E? questione di tempo e fortuna. E allora tu, che sei sempre stato presente, che hai sofferto, hai gridato, hai proibito, hai donato nel tentativo di risparmiarle brutte esperienze, tu allora saprai capire quando il pericolo ? passato. Ma non pensare che tutto sia dipeso solo dal tuo merito o dal tuo demerito. A quella et? ? questione di tempo, ? questione di fortuna.

Pubblicato il: 14/12/2002

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