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Perch? sono contrario a una strada dedicata a Ermanno dei Monaldeschi della Cervara

Fausto Cerulli

Una strada dedicata a Ermanno dei Monaldeschi  della Cervara. Ora, se uno dice che la cosa non ? poi tanto per la quale, rischia di passare per bastian contrario, e magari la gente  pensa che la intitolazione di una strada ad un personaggio storico non ? una cosa importante. Mi limito a ricordare, si parva licet  (che se uno vuol sapere che significa lo chiede a Susanna Tamaro, latinista di vaglia e di assegni) che la proposta di intitolare una strada di Porano ad  una gloria della nostra aviazione  mussoliniana suscit? una sorta di guerra civile, senza spargimento di sangue e con spargimento di veleni politici.

Ma erano altri tempi, quando la sinistra era sinistra e la destra era destra e poi vennero Conticelli e la Barloscio  e uno non sa pi? quale ? la destra e la sinistra, in omaggio all'evangelico non sappia la sinistra quello che fa la destra. Sull'aviatore, si diceva, fu guerra aperta; sull'Ermanno tutti d'accordo. A tirare fuori la faccenda pare che sia stato Franco Raimondo Barbabella, approdato al socialismo mentre il comunismo moriva e moriva cos? tanto che nessuno si ricordava di essere  stato comunista. 

I miei quattro lettori mi scuseranno se prover? a ricordare chi sia stato l'Ermanno. Uno che poi Jannacci ci ha fatto su una canzone, cambiando appena il nome ed ecco "per fortuna che c'? l'Armando" pardon l'Ermanno. Non sar? palloso, prometto.

Dunque l'Ermanno Monaldeschi era uno che per andare al potere non guardava in faccia a nessuno. A quel tempo le lotte di potere si facevano in famiglia, anche se la scusa era la politica estera, come oggi che si fa la politica interna a colpi di risoluzioni sull'Iraq. Anche allora a chi comandava non gliene poteva fregare meno di Chiusi, anche perch? allora non era un nodo ferroviario. Ma siccome ad un capoccione di allora, che si chiamava nientepopodimeno Napoleone ed era dei Monaldeschi venne in mente di fare una guerra preventiva alla Bush  per occupare Chiusi, eccoti l'Ermanno che dice che la guerra costa troppo e che si pu? risolvere tutto in bonis. Ma Napoleone (con quel nome come poteva fare altrimenti), dagli che insiste.

E allora l'Ermanno, che non poteva perdere tempo a convocare il Parlamento del tempo, che era il Consiglio del Popolo e che oltre tutto non la pensava come lui sulla questione di Chiusi, decise simpaticamente di togliere di mezzo l'opposizione costituita da quel guerrafondaio di Napoleone che gli era anche parente. Magari uno avrebbe organizzato un referendum, ma a quei tempi le schede costavano un occhio della testa.

E allora L'Ermanno fece una mussolinata: mand? qualcuno  a scannare il Napoleone. Ma essendo  un uomo leale non si nascose dietro il Farinacci di turno: ad ammazzare il Napoleone-Matteotti ci mand? il proprio figlio Corrado, che  non tram? nell'ombra ma scann? il Napoleone in piena strada, come se oggi uno ammazzasse  l'avversario politico tra la Torre del Moro e il Bar Montanucci.

Giustamente il Corrado un tantino scannatore fu sottoposto ad equo processo, e fu addirittura condannato a pagare una contravvenzione. Uno pensa che il babbo ci abbia messo la mano e qualcos?altro per ammansire i giudici, ma a pensarlo si fa una cosa brutta anche se ci si azzecca, come dice il Giulio Andreotti detto anche moriteprimavoi.  Con l'occasione l' Ermanno ti invent? anche la strategia della tensione: sapeva benissimo che la morte violenta del Napoleone avrebbe scatenato il casino, e quando scoppia il casino, come al tempo dell'attentato a Togliatti, o vince Bartali ( che i francesi ancor s'incazzano) o vince il partito forte dell'uomo  forte che poi diventa l'uomo della Provvidenza. E vinse Ermanno.

E' vero che il Consiglio del Popolo, due giorni prima della presa del potere da parte di Ermanno aveva votato una risoluzione contro Ermanno stesso, ma poi con la  stessa unanimit?, a due giorni di distanza gli confer? i pieni poteri. Quando su dice che il popolo cambia idea come una foglia al vento, specie se gli si mette paura inventando una possibile invasione tipo il forte esercito di Parrano, o gli si fa fare la predica da Sua Eminenza: che, quando si dice il caso, all'epoca era un tal Beltramo che, quando si ridice il caso, era Vescovo di Orvieto e fratello dell'Ermanno: sentito mai parlare di poteri forti? Dicono poi, come nella canzone di Serenella, che Ermanno abbia compiuto cose egregie. Ma fatto ? che pens? pi? agli affari di casa e di cassa che alle faccende di Orvieto.

Sotto l'Ermanno, la potenza di Orvieto cominci? a declinare, il Papato cominci? a far pesare la propria presenza, e ci si mise pure una carestia e una pestilenza, ma queste non dipesero da Ermanno, almeno credo. Uno dice, ma allora 'sto Ermanno ti sta sulle scatole....

Sapete perch? mi sta poco simpatico? Da un lato perch? non ? carino uno che ti manda il figlio a scannare un avversario politico e poi lo fa condannare ad una multa, manco avesse superato i limiti di velocit? e fosse stato beccato dall'Autovelox. In secondo luogo perch? fece una sciocchezzuola come quella di mettere il bavaglio, con l'aiuto del fratello vescovo e dei servizi segreti di allora, al Consiglio del Popolo. E infine, e soprattutto (e qui riviene fuori il comunistaccio che ? in me) perch? " la tirannia di Ermanno segna la fine del libero comune di Orvieto": e non lo dice questo modesto contaballe, lo scrive Daniel Waley, in Orvieto Medievale, pag.176. E proprio ad un tanghero che mise fine a quel poco di democrazia che allora  era possibile, proprio ad un Mussolini- Berlusconi ante litteram, proprio ad un siffatto prepotente si deve dedicare una strada?

Con buona pace dell'amico Jader Iacobelli, che ha avuto l'idea, raccolta dal Barbabella e sulla quale si ? creata la convergenza dei rappresentanti del popolo orvietano, sarebbe stato meglio dedicare la strada, che so, a Lenin. Mai sentito questo nome, gente?

Pubblicato il: 11/07/2004

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