Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

La Passione di Mocio

Vangelo Apocrifo

Avanti in ordine sparso

Mancano due mesi alle elezioni amministrative e mai come oggi si respira aria di incertezza. Mocio procede, dritto per la sua strada e, onestamente, altro non potrebbe fare. Lui ? il candidato del centrosinistra e si trova a vivere questa situazione un po' come una personale passione. Oggi ? Pasqua, e chiss? se per questa data la candidatura del centrosinistra sar? "resuscitata". Ricapitoliamo cos? la storia di Mocio

 

 La domenica degli Ulivi

"Quando furono vicini a Orvieto e giunsero presso Porta Romana, verso il monte degli Ulivi, Mocio mand? due dei suoi discepoli (Bracco e Lorenzetto) dicendo loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un asinello legato e con essa il puledro conticello. Scioglieteli e conduceteli a me. Se qualcuno poi vi dir? qualche cosa, rispondete: Orvieto ne ha bisogno, ma li rimander? subito".

Ora questo avvenne perch? si adempisse ci? che era stato annunziato dal profeta Antoniella: "Dite alla figlia di UrbsVetus: ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un asinello,  con un puledro Conticello figlio di bestia da soma addetta al trasporto rifiuti".

Lorenzetto e Bracco andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Mocio: condussero l'asinello e il puledro Conticello, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli ulivi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro gridava: "Osanna Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Triciclo! Osanna nel pi? alto della Rupe!"

Entrato Mocio ad Orvieto, tutta la citt? fu in agitazione e la gente si chiedeva: "Chi ? costui?" E la folla rispondeva: "Questi ? il profeta dell'Ulivo".

 

Il Venerd? dopo la benedizione dell'Ulivo

Prima del Tavolo dell'Ulivo Mocio, sapendo che era giunta l'ora di passare da vice a capo, dopo aver amato i suoi che erano nel consiglio, li am? sino alla fine. Mentre cenavano, si alz? da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi vers? dell'acqua nel catino e cominci? a lavare i piedi dei discepoli: Maurizio detto Giuda, Paolo, Massimo, Stefano d'Olimpia, Stanislao da Porano, Evasio, Franco e Raimondo, Pierluigi, Fabrizio da Cortona, Giuseppe, Meffi, e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.

Quando ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ci? che vi ho fatto? Voi mi chiamate Sindaco e dite bene, almeno spero. Se dunque io, il sindaco, ho lavato i vostri piedi anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri".

 

dopo la cena...

Mocio, uscito, se ne and?, come al solito, al monte degli Ulivi: anche i discepoli lo seguirono.

Giunto sul luogo, disse loro:

"Pregate, per non entrare in tentazione.  Non vorrei che qualcuno di voi pensasse ad un altro".  Poi si allontan? da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:

"Cim?, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volont?".

Gli apparve allora l'arcangelo Loriano dal cielo a confortarlo.

In preda all'angoscia pregava pi? intensamente.

 

Mentre ancora parlava, ecco una turba di gente: li precedeva colui che si chiamava Maurizio Giuda, uno dei Dodici, e si accost? per baciarlo.

Gli disse: "Maur?, con un bacio tradisci?". Allora quelli che erano con lui, vedendo ci? che stava per accadere, dissero: "St?, dobbiamo colpire con la spada?". E uno di loro colp? il servo del sommo sacerdote, Andrea, e gli stacc? lo Scopetto destro.  Ma Mocio intervenne dicendo: "Lasciate, basta cos?!".

E toccandogli lo Scopetto, lo guar?. Poi disse a coloro che gli erano venuti contro: "Siete usciti con spade e bastoni e io ho risposto a coppe. Ma che stamo, a cerc? un sindaco o a gioc? a tressette.

 

Gli aposoli fuggono...
Mentre Meffy era gi? nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendolo che stava a scaldarsi, Io fiss? e gli disse: "Anche tu eri con Mocio". Ma egli neg?: "Non so e non capisco quello che vuoi dire". Usc? quindi fuori dal cortile e il gallo cant?.

E la serva, vedendolo, ricominci? a dire ai presenti: "Costui ? di quelli". Ma egli neg? di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Meffy: "Tu sei certo di quelli, perch? sei de Orvieto". Ma egli cominci? a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che voi dite". Per la seconda volta un gallo cant?. Allora Meffy si ricord? di quella parola che Mocio gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte".

E scoppi? in pianto.

 

Il processo...

Bracco Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorit? e il popolo, disse: "Mi avete parlato di quest'uomo come sobillatore del popolo.  Ma ? della Margherita, mica de Rifondazione. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perci?, dopo averlo severamente castigato, lo rilascer?". Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "Nu lo volemo! Dacci sindaco Carpinelli!". Bracco parl? loro di nuovo, volendo rilasciare Mocio. Ma essi urlavano: "Nu lo volemo sindaco, nu lo volemo sindaco".

Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che non meriti. Lo castigher? severamente e poi lo rilascer?.  Via, gli faremo fare solo una legislatura". Essi per? insistevano a gran voce, chiedendo che venisse cambiato, e le loro grida crescevano.

Bracco Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasci? colui che era stato messo in carcere per sommossa e che essi richiedevano, e abbandon? Mocio alla loro volont?. Poi disse.  Vabb?, fate un po? come vi pare.  Ma pensate che se non vi decidete in fretta il rischio ? che queste elezioni le perdiamo per davvero.

 

? La prossima settimana che cosa accadr??

Pubblicato il: 11/04/2004

Torna ai corsivi...