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Palombella. Lettarea aperta ai dirigenti dell'Opera del duomo

Marco Sciarra

di Marco Sciarra

 

9 aprile 2004

Oggetto: Umili proposte per una nuova Palombella

 

 

Buongiorno e scusate se mi intrometto!

Vorrei solo portare alla vostra attenzione delle idee che lanciai sul forum di Orvietonews l?anno scorso.

Non pretendo che le mie proposte siano accolte, ma, specie dopo le recenti dichiarazioni del Vescovo, non mi va di restare zitto, non fosse altro per non accrescere il luogo comune degli Orvietani accidiosi e pronti solo a criticare.

Vengo subito al dunque: la Palombella dura due minuti se va bene. E quei due minuti sono fatti di suggestione; ? l?emozione di un attimo, credente o non credente che sia lo spettatore. La velocit?, i fumi, gli spari, la colomba, la raggiera che arriva sul cenacolo e traballa all?urto, le orecchie tappate, gli applausi,?

Un semiologo avrebbe da scriverne per mesi.

E la domanda a cui da alcuni anni non so veramente rispondere ? questa: si stravolge di pi? la tradizione mantenendo la festa della Palombella inalterata e sostituendo il piccione con un simulacro freddo, morto, inanimato o mettendo la colomba dentro un tubo di plexiglass con le alette finte di peluche, con pochi scoppi e lenta lenta (senn? all?arrivo d? una musata nel tubo che le farebbe davvero male)?

Forse uno Spirito Santo di gesso non avrebbe lo stesso impatto di una colomba viva, ma francamente nemmeno uno Spirito Santo che arriva ?a la stracca?, ad ali chiuse e ?zitto zitto? mi soddisfa appieno.

Tanto che mi chiedo se questa soluzione (che forse ? il giusto mezzo tra i due estremi o forse ? un triste palliativo per tutti coloro che non hanno dieci decimi per occhio) sia stata davvero quella che abbia salvaguardato la tradizione.

E allora?

Ecco cosa farei io se fossi tra gli organizzatori (cosa che sappiamo bene che non accadr? mai): prenderei una bella colomba vera, viva, rigorosamente bianca, la metterei in una bellissima gabbia bella grande, diciamo pure una voliera (che fa meno impressione) e la porterei in processione dal contado (basterebbe il Foro Boario) al Duomo attraverso la Cava, Via Filippeschi e il corso, sull?itinerario che era riservato all?ingresso ufficiale dei Papi. A quel punto lascerei la voliera all?interno della cattedrale, per tutta la durata della messa e della Palombella.

A mezzogiorno farei arrivare la raggiera velocissima e con moltissimi mortaretti, con una colomba finta ma bianca, bellissima e ad ali spiegate (magari eseguita ogni anno da un artista diverso, come sugger? tempo addietro Marco Marino, che ipotizzava addirittura un concorso di idee e una sorta di museo delle Palombelle d?artista?).

E alla fine la sintesi: la raggiera verrebbe portata in Duomo e posizionata sopra la gabbia, e un piccolo corteo (magari pure coi valletti incipriati che fanno un po? a cazzotti coi trombettieri del Corpus Domini) porterebbe dal Vescovo questo stupendo accocco, che unirebbe la tradizione della rapida discesa dello Spirito Santo e la memoria per gli ?anni bui? in cui al posto di un?opera d?arte si usava legare coi fiocchi rossi una colomba viva e farla scorrere lungo il filo d?acciaio (materiale, anche questo, non proprio tradizionale?).

Avrei stravolto ancora di pi? o provato a valorizzare?

E se magari mi venisse in mente di sentire cosa ne pensassero le associazioni della parte pi? antica di Orvieto (la storica ?Amici del Quartiere Medievale?, la neo-nata ?La Cava e i Cavajoli? e il comitato di San Giovenale, chiesa che quest?anno festeggia i suoi primi mille anni), che si vedrebbero finalmente partecipi di un evento che dovrebbe essere di tutta la citt??

 

Ringraziando per l?attenzione, invio i migliori auguri di Buona Pasqua.

 

 

Marco Sciarra

 

Orvieto, Via della Cava, 22/a ? 0763.342.373 ? mar

Pubblicato il: 09/04/2004

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