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Lavoro. L?indecenza di una riforma fatta contro i giovani

Sinistra Ecologia e Libert? Orvieto

C?? una sola cosa ancora pi? insopportabile dei contenuti della riforma del mercato del lavoro con cui il governo Monti ha introdotto di fatto la libert? di licenziamento: ? l?alibi che adduce per giustificarli. Mario Monti lo ha ripetuto anche negli ultimi giorni. La riforma, arrembaggio contro l?art.18 incluso, serve per dare lavoro ai giovani e ridurre il precariato.

E? una bugia doppiamente odiosa. Perch? cerca truffaldinamente di contrapporre i padri ai figli e perch? usa strumentalmente il disagio dei giovani senza far praticamente nulla per alleviarlo. Per i precari questa riforma non comporter? nessun miglioramento. Rischia in compenso di peggiorare la situazione. Quel che c?? nel testo ? molto poco e facilmente aggirabile, quel che manca ? tutto ci? che di incisivo si poteva fare.

Le tipologie contrattuali 46 erano e 46 restano, salvo modifiche di dettaglio del tutto ininfluenti. La giungla che permette alle aziende di saltare da un modello di contratto all?altro a seconda delle convenienze e della necessit? di aggirare ogni sorta di obbligo era fittissima. Monti e Fornero non la hanno sfoltita neppure di una fogliolina.

L?aumento dei contributi per il lavoro precario dovrebbe costituire un deterrente e invogliare le aziende ad assumere a tempo indeterminato: barzelletta di cattivissimo gusto. L?aumento riguarda una sola tipologia, glissa sulle altre 45. Anche a non voler considerare questo particolare, l?aumento non ? di portata tale da rendere l?assunzione a tempo indeterminato conveniente rispetto al ricorso ai precari. Inoltre dei contributi maggiorati in questione nemmeno un euro finir? nelle tasche dei precari. In concreto, dunque, si tratta di una tassa sul precariato che lo Stato incasser? e della quale le aziende si rivarranno sui precari pagandoli un po? meno al netto.

Della modifica degli ammortizzatori sociali veicolata dall?introduzione dell?Aspi il grosso dell?esercito precario non se ne accorger? neppure. Per chi ha un contratto a progetto e un co.co.co. come per chi ? detentore di una falsa partita Iva non cambia una virgola. Ma anche dal gruppo di quelli che potranno accedere al sussidio, cio? chi ha un contratto subordinato a tempo determinato, resteranno esclusi proprio i pi? giovani e i pi? anziani. Sono proprio queste le fasce penalizzate dalla clausola capestro per cui acceder? all?Aspi solo chi potr? vantare 2 anni di anzianit? contributiva e 52 contributi settimanali versati nell?arco del biennio.

A proposito di false partite IVA, quelle cosiddette ?monocommittenti?: la nuova normativa imporrebbe di stabilizzare i lavoratori dipendenti travestiti in presenza di almeno due requisiti sui seguenti tre: 75% o pi? del reddito ricavato dalla stessa fonte, rapporto pi? che semestrale e postazione fissa nella sede lavorativa. L?ostacolo non ? precisamente proibitivo. Lo salterebbe anche un brocco, essendo sufficiente indicare un progetto e passare in volata al co.co.pro. per evitare rogne di sorta. Ma nella maggioranza dei casi non ci sar? bisogno di affaticarsi tanto. La normativa infatti non ? valida per le professioni dotate di ordine o albo professionale; giornalisti, ingegneri, architetti? In breve, tutti quelli che abitualmente si avvalgono delle false partire Iva.

Si potrebbe continuare ma conviene fare invece il punto su quel che ci sarebbe dovuto e potuto essere ma, guarda caso, ? invece assente. Per i precari, giovani e meno giovani, il punto cruciale sono i lunghi periodi privi non solo di retribuzione ma anche di apporti contributivi. E? in virt? di quei ?buchi? retributivi e contributivi che i precari vivono nella totale insicurezza sia per l?oggi che per il domani, senza poter progettare niente nel presente e senza poter usufruire di una pensione domani.

Il cuore del problema era questo e la stessa Fornero, appena insediata, aveva indicato la necessit? di coprire quei periodi di buchi con una sorta di reddito minimo come in quasi tutti gli altri Paesi europei. Poi, con la finezza di tratto che la distingue, ha fatto sapere che non se ne parla e che in Italia non si pu? fare ?senn? tutti si siederebbero a mangiare la pastasciutta?.

Nella sua impareggiabile volgarit? questo ? ci? che la Fornero pensa dei giovani e dei lavoratori di questo Paese. Almeno avesse la decenza di non usarli come alibi e copertura.

 

Pubblicato il: 11/04/2012

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