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Tele, ragnatele e brache di tela

Mario Tiberi

Non sono mai stato, e non lo sono tuttora, un esperto di aracnologia anche se, per chi si prova a cimentarsi nell?arena politica, una qualche navigazione in detta scienza non sarebbe certo inopportuna.

Il ragno ? uno dei pi? abili ingegneri naturali che esistano nell?universo zoologico e la perfezione delle sue tele ? alla portata degli occhi di tutti, basta che si abbia l?acutezza di saperle ben osservare.

Il segreto di tale perfezione ? riposto in due elementi imprescindibili l?uno dall?altro: la santa pazienza e l?astuzia virtuosa.

Nella sua opera di tessitura, il simpatico animaletto prende le mosse da un centro gravitazionale a forma di esagono ripassato pi? volte: ci? per forgiarlo elastico e robusto al contempo e per poi allargare le maglie fino a realizzare l?intelaiatura della raggiera. Completato il lavoro, dalle estremit? ritorna all?esagono centrale e vi si rannicchia all?interno, quasi a rendersi astutamente invisibile, e l? attende pazientemente.

Quanto descritto dovrebbe insegnare che, per ogni manufatto di ingegneria costruttiva, ? dal nucleo di centro che si inizia e si finisce e non viceversa.

L?attuale fase della politica cittadina, in particolare quella del Partito Democratico, mi sembra invece orientata a privilegiare le sue movenze sul versante del viceversa.

Proprio stamane sono stato avvicinato da una signora, fino a qualche mese fa? impegnata nel pubblico seppur marginalmente, che a bruciapelo mi ha detto: ?Il PD a Orvieto ? morto e Lei sa, esclusa la sua persona, a chi e a cosa mi riferisco?.

In effetti, pur potendo contestare almeno parzialmente detta affermazione, quella signora non ha certo tutti i torti se penso ad alcuni personaggi, ai vertici del partito e delle istituzioni a livello locale, ostinatamente chiusi nella loro supponenza solipsistica ed autocelebrativa.

Le voci che si rincorrono in citt? su una possibile prossima caduta della sindacatura in atti, su oscuri intrecci che frenano la libera e democratica funzione di controllo da parte dell?opposizione di sinistra, possono infatti essere ben ricondotte ad un quadro di organigrammi ricolmi di incertezze, confusioni e inefficienze.

Sono perfettamente conscio che Orvieto stia attraversando uno dei momenti pi? difficili della sua storia millenaria e, per il superamento dell?attuale stato di sofferenza, mi trovo ad essere favorevolmente auspice dell?apertura di un necessario periodo di incontro, confronto e collaborazione tra le migliori forze cittadine, purch? sia una collaborazione fattiva, solare, leale, disinteressata e non finalizzata al riposizionamento di taluni dentro la ?stanza dei bottoni? e che, dunque, rifugga da maldestre tentazioni di mero trasformismo municocratico (?vox nova? per alludere ai poteri municipali).

Cio? a dire che bisogna ritornare alla politica quale arte dello studio delle necessit? e disciplina pratica per la loro risoluzione, anche senza o a prescindere dai partiti tradizionali, screditati e inaffidabili.

Personalmente, onde evitare sospetti e maldicenze, opterei per un immediato ricorso al giudizio elettorale del popolo sovrano al posto di ulteriori ?pateracchi? trasformistici, inconcludenti e privi di prospettive.

Ho precognizione che il Sindaco ancora in carica, zoppo ?ad originem et nunc? zoppicante, non sia pi? possessore nemmeno di un allegorico giardino popolato da verde vegetazione e fiori variopinti, restandogliene a disposizione uno e uno solo: abbia saggezza e intuito di cogliere la vivida rosa di primavera e non il triste crisantemo d?autunno.

Solone, legislatore e poeta ateniese e al quale sono stato accostato perch? fu giusto e saggio, tra gli altri ha consegnato alla Storia il seguente insegnamento: La giustizia, che insieme alla libert? e alla moralit? pubblica qualifica una sana e perfetta democrazia, ? come una tela di ragno; trattiene gli insetti piccoli mentre i grandi trafiggono la tela e riescono a sfuggirvi.

Sappiano per? codesti ?grandi? che, dalle tele di ragno a finire in brache di tela, il passo ? breve; del resto ci vuole pazienza e astuzia, non furbesca furbizia, nel tessere una efficace tela di ragno!.

P.S. : Relativamente a probabili future nomine in Fondazioni di massima espressione culturale che si vorrebbe siano assegnate a minime rappresentanze politiche, due sole domande mi sento di formulare, una in italiano e una in latino. Si possiede pi? il senso della misura e dei limiti delle proprie capacit? e dei propri corredi cognitivi?. Quo usque tandem abutere, Marce et Antoni, patientia urbevetana?. Chi ha orecchi e intelligenza per intendere, intenda; ed anche chi non li ha deve imparare ad intendere medesimamente.

Pubblicato il: 04/03/2012

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