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Il sacrificio estremo contro le catene cinesi: TIBET LIBERO

Stefano Olimpieri, capo gruppo PdL Comune di Orvieto

Nell?indifferenza delle diplomazie di tutto il mondo in Tibet si continua a morire per la libert?.Nei giorni passati altri giovani si sono immolati per gridare al mondo che l?oppressione cinese ? sempre pi? pesante e che i grandi valori spirituali del popolo himalayano non possono essere totalmente annientati dal materialismo liberal-comunista di Pechino. Nel nostro mondo occidentale ? secolarizzato e globalizzato ? regna la totale indifferenza per tutto ci? che non ? consumismo, tanto che le tensioni ideali sono state completamente abbandonate per lasciare spazio all?edonismo ed all?apparenza. La globalizzazione ha omologato tutto e sta cercando di distruggere definitivamente la dignit? dei popoli, il loro senso di appartenenza e le specifiche identit?.Il gesto dei giovani tibetani non pu? essere considerato solamente come un fatto di cronaca, ma deve avere, al contrario, la dignit? di un evento politico sul quale rimettere in moto la grande ed immutabile battaglia per la libert? dei popoli e per la loro autodeterminazione: di fronte al dilagare del conformismo e dell?appiattimento del mondo contemporaneo, c?? la necessit? di costruire un nuovo progetto meta-politico fondato sugli immortali valori della spiritualit? e della libert?. Soltanto attraverso la ricerca del mito, del sacrificio, del coraggio e della lealt? le giovani generazioni occidentali potranno ?uscire dal bosco? del torpore e dell?indifferenza e ritrovare esempi per cui valga la penatornare a lottare. Le motivazioni che oggi spingono I giovani tibetani a  sacrificarsi per la libert? della propria patria sono le stesse che mossero JanPalach e Bobby Sands; tanto che se oggi a Praga o a Belfast si vive liberi e senza discriminazioni lo si deve anche al sacrificio dei due giovani europei. Allo stesso modo, se un domani a Lhasa si potr? vivere in libert? e secondo i valori secolari della tradizione del popolo tibetano lo si dovr? anche al coraggio di coloro  che in questi anni si sono sacrificati per far tornare la libert? in  Tibet e per rompere le catene della dominazione cinese.  Lottare per la libert? del popolo tibetano vuol dire, anche e soprattutto, combattere il nuovo ordine mondiale che vede saldare il turbo capitalismo dell?alta finanza e delle multinazionali con l?egualitarismo illuminista: entrambi spinti da principi economici e finanziari, stanno dettando le regole della globalizzazione,  producono l?omologazione planetaria e distruggono le identit? ed i popoli.Dopo aver superato i muri e le contrapposizioni ideologiche del secolo ?breve?, abbiamo il dovere di superare il pensiero unico della globalizzazione attraverso la riscoperta del senso di appartenenza. Proviamo a farlo anche in nome delsacrificio dei giovani tibetani.

 

Pubblicato il: 19/02/2012

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