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Orvieto ricorda soltanto alcuni morti, ma si dimentica degli eroi

Lo Scorpione

Sono passati 366 giorni o poco pi? dall?uccisione di Emanuele Petri.  Un anno da Castiglion Fiorentino, dal treno della morte che ha permesso di disarticolare e forse rendere innocua la colonna tosco-romana delle nuove BR con il sacrificio di Petri.  Immediate sono state le dichiarazioni di solidariet?.  Ieri, come oggi tante personalit? hanno sottolineato l?importanza di quel grande sacrificio.  Per ironia della sorte ieri ? iniziato anche un processo che suscita fortissime emozioni.  Siamo a Genova, nella citt? che nel luglio 2001 ospit? il G8, il primo grande evento dell?era Berlusconi.  La citt? fu divisa in zone di vari colori con la citt? proibita evidenziata dal rosso.  L?allarme terrorismo era alto gi? all?epoca e le misure di sicurezza rigidissime.  Fino all?ultimo si ? tentato il dialogo, poi violenza gratuita da parte dei black-bloc e dei disobbedienti e da parte di frange consistenti delle forze dell?ordine ha reso tutto inutile.  Di Genova in pochi si ricordano i risultati, in molti si ricordano dei misfatti.  A Piazza Alimonda, poi, ? successo l?irreparabile.  Un gruppetto di ragazzi con il volto coperto e con travi ed estintori attacca in puro stile di guerriglia urbana (non di non-violenti e ?tifosi? della pace) un Defender dei Carabinieri che si era perso tra il fitto reticolo di strade della Genova vecchia.  Un carabiniere ferito, giovane e impaurito preso dal panico spara.  Spara contro un ragazzo che si stava avventando contro di lui con un estintore fra le braccia.  Carlo Giuliani, questo il nome di quel ragazzo, cade sotto il colpo di pistola del carabiniere.  Immediatamente scattano le ricerche su quel ragazzo.  Le prime dichiarazioni dei genitori sono di disperazione chiara per due motivi: la morte del figlio e la consapevolezza che lo stile di vita del loro Carlo poteva anche portare a quel tragico evento.

Fin qui il parallelismo.  Da qui in pi le strade si dividono stranamente e solo ad Orvieto.  Quasi un anno fa il gruppo consiliare dello SDI propone di dedicare una targa ad Emanuele Petri.  Piano piano, in sordina, intanto con una determinazione stramba e quasi ?carbonara? qualcuno decide di dedicare un albero a Carlo Giuliani con tanto d?invito per i genitori.

Nessuno sapeva nulla, tranne il partito che questa commemorazione fortemente ha voluto cio? Prc. 

L?albero ? l? a ricordo della morte tragica, questo ? fuori d?ogni dubbio, ma non eroica, anche questo ? certo, di Carlo Giuliani.  Della targa per Emanuele Petri morto tragicamente ma soprattutto eroicamente, non v?? alcuna traccia. 

Non ? questione di lana caprina, in una citt? dove si decide d?intitolare un albero ad un ragazzo con l?estintore in mano durante scontri violentissimi con le forze dell?ordine ancor prima che un giudice decida sulla questione (a proposito il carabinere Mario Placanica ? stato prosciolto dalle accuse per legittima difesa).  Non ? questione di lana caprina in una citt? dove si decide di dimenticare i 19 militari morti in una missione contestata in Iraq, ma uccisi dalla follia terrorista durante una missione che cerca di riportare la pace a Nassirya, solo perch? si sposta tutto sul piano dello scontro politico.  Non ? questione di lana caprina in una citt? dove si dimenticano gli eroi come Emanuele Petri morto per arrestare alcuni terroristi, fra i quali quella Nadia Desdemona Lioce dimostratasi una mente fredda e calcolatrice.

 

Pubblicato il: 08/03/2004

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