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La sinistra locale non ? in grado di evolversi e dialogare

Guido Turreni

Pochi giorni fa ho scritto un pezzo per i giornali on-line in cui sostenevo, senza neanche troppo accanimento, che la soppressione della Provincia di Terni poteva essere per Orvieto e gli Orvietani una buona occasione per uscire dalla marginalizzazione regionale che, negli anni, ci aveva oggettivamente visto perdere importanza nella Regione dell?Umbria, ricordando, fra le tante soppressioni subite, quella della Asl, unica nell?Umbria.

In questo pezzo riportavo le dichiarazioni del capogruppo in provincia dell?UDC, (ma nel frattempo se ne sono aggiunte molte altre sostanzialmente adesive) che, di fatto, ridisegnavano i confini di Terni, posizionando la citt? dell?acciaio non pi? in Umbria, ma nell?ambito delle provincie di Rieti e Viterbo, e nell?orbita di Roma, ovvero pi? o meno quanto va predicando il sottoscritto da diversi anni (insieme ad altri per fortuna), secondo l?idea della ?Nuova Tuscia?, rimodernata dal c.d. ?Patto con Roma? proposto dal Sindaco Concina.

Questa mia riflessione sembra che abbia avuto un certo seguito, nel senso che ? stata commentata piuttosto favorevolmente dagli internauti, ed ? stata ripresa anche dai giornali cartacei (ringrazio, in particolare il Corriere dell?Umbria e la Nazione, gli unici che ho potuto leggere in ferie fuori citt?) che hanno dato un certo risalto alla notizia.

Addirittura il mio collega l?Avv. Massimo Morcella, membro della segreteria del Pd, ha ritenuto di postare un suo commento, in cui, premessi gli inevitabili distinguo dell?appartenenza (ancor pi? inevitabili per la sua personale storia politica di ex di F.I.), ha condiviso che in epoca di crisi bisogna avere la forza di innovare e di cambiare gli assetti endoregionali sfavorevoli per Orvieto.

La cosa mi aveva fatto particolarmente piacere, non tanto per amore della tesi sostenuta, ma perch? ritenevo ? ingenuamente ? che questa posizione di un membro cos? autorevole del PD potesse cominciare a gettare le basi di un dialogo serio e costruttivo fra le forze politiche locali per creare una comune piattaforma di rivendicazioni, molto forte, da presentare nelle sedi opportune. Della serie ?Uniti si vince?.

Purtroppo mi sbagliavo: infatti, con un comunicato stampa dal solito stile ?pepponesco?, anni ?50 (per la verit? ben due, pi? uscita personale, udite, udite del segretario Mariani), il locale PD ha ritenuto di definirmi ?patriota nostrano? magari pensando in questo modo di insultarmi (a me invece l?epiteto riempie di orgoglio) e per rifarsi, con indicibile infantilismo, del fatto che li avevo definiti ?sinistra nostrana? (poca fantasia fra l?altro).

Ma a parte il giudizio sulla forma veramente pessima del confronto, la sostanza ed il merito non sono da meno.

Infatti il Pd vorrebbe limitarsi a cambiare nome alle provincie, e non vorrebbe affatto sopprimerle, perch? servirebbero comunque ai comuni che, non si sa bene perch?, da soli non sarebbero in grado di amministrarsi.

Ora, pur non volendo avere la pretesa di insegnare niente a nessuno, non posso nascondere un certo sconcerto per la difesa dello status quo che il locale PD (speriamo che non si offendano per il ?locale?) intende perseguire costi quel che costi.

Non so quanto Massimo Morcella condivida quel comunicato tipo ?oltre cortina?, (cos? come l?On Bocci del resto?) e quanto lo stesso cominicato sia compatibile con le vane promesse del Consigliere Galanello sulla reintroduzione della nostra Asl e sul miglioramento dei servizi ospedalieri, di competenza regionale.

E potrei anche dirmi soddisfatto relativamente al fatto che il Pdl, nella persona di Stefano Olimpieri, abbia risposto adeguatamente e per le rime, prendendo le mie difese, se ragionassi nella loro stessa ottica, gretta e partitocratica.

Non ? questo il punto per?, perch? il confronto, anche aspro, ? bello se serve a qualcosa, se no ritorniamo ai Monaldeschi ed ai Filippeschi e fermiamoci l?, visto che ci piace tanto arrovellarci su questo modo di fare politica.

E? un pecccato invece che non si possa mai fare un discorso costruttivo con questi qua, privo di polemica, e finalizzato a porsi delle semplici domande, utili agli interessi supremi della citt?, per trovare soluzioni ad annosi problemi di marginalizzazione che non si pu? far finta di non vedere (Can?t close my eyes and make it go away, dice Bono degli U2, in Sunday bloody Sunday).

Se poi preferiscono consolarsi con il fatto che certi ?sogni? sono destinati a rimanere nei cassetti, vorr? dire che faranno la stessa fine dei ?sogni? sull?unit? di Italia dei nostri patrioti veri.

Il modo di ragionare dei ?funzionari? mi sembra sempre lo stesso, quello di cinquant?anni fa, negazionista dell?evidenza, sempre proteso alla difesa dell?esistente, incapace di evolversi, di innovare e di innovarsi, di interfacciarsi con la gente, e con quello che si pensa generalmente della Regione Umbria circa l?ospedale, per esempio, (c?? stato addirittura la formazione di un comitato spontaneo purtroppo oggi non pi? molto attivo) e di come siamo stati trattati ? in generale ? dal 1970 in poi dalla sinistra Perugina e Folignate.

Peggio per loro. Rimarranno indietro, superati dagli eventi che si affacciano, prima o poi si affacciano eccome.

Firmato The Patriot.

Pubblicato il: 29/08/2011

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