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NEL NOME DELLA VERITA?

Mario Tiberi

Ritenendomi ancora un ?paramilitante? del Partito Democratico, reputo indifferibile e doveroso esprimere il mio personale giudizio, ?sine ira ac studio?, sulla tempesta morale che sta investendo un cospicuo numero di dirigenti del predetto partito.

?Sine ira ac studio?, cio? senza animosit? o simpatia, ma solo per onor dell?obiettivamente vero e come stimolo ad essere o divenire realmente migliori. Del resto, vengo spinto a scrivere quello che starete per leggere dalla ferma convinzione che, all?origine di ogni male o di ogni dissesto politico ed economico, vi ? il decadimento etico nei comportamenti pubblici.

Un repentino passo indietro. Gianni Cervetti, storico esponente di punta di ci? che ? stato il PCI, racconta nel suo libro-inchiesta ?L?Oro di Mosca? che nel 1975 Enrico Berlinguer comment? nella maniera a seguire uno scandalo edilizio avvenuto nella comunista Parma: ?Occorre ammettere che ci distinguiamo dagli altri non perch? non siamo ricorsi a finanziamenti deprecabili, ma perch? nel ricorrervi il disinteresse personale dei nostri compagni parmensi ? stato assoluto?. Da questo teorema, rivelato da Cervetti nel 1993, nasceva la ?diversit? morale? del Partito Comunista Italiano.

Ironia della sorte, sempre nel 1993 Bruno Binasco, il manager del gruppo Gavio il cui nome ? tornato oggi alla ribalta per il caso Penati, rivel? ai Magistrati di Milano la vera origine del miliardo di Lire in contanti trovato nella borsa di Primo Greganti a seguito di un controllo della Guardia di Finanza sull?Autostrada del Sole. Binasco sostenne decisamente, fornendo documentate prove, che quel miliardo consegnato nelle mani dell?allora tesoriere nazionale del PCI costituiva la caparra per l?acquisto di un palazzo da intestare al citato partito.

E? indubbio comunque, al di l? dei singoli episodi e delle valutazioni ad essi correlate, che le recenti vicende giudiziarie abbattutesi su Penati, Pronzato e Tedesco aprono di fatto, se mai ? stata chiusa, una questione morale anche all?interno del Partito Democratico.

Temendo il peggio, il Segretario dei Democratici, Pier Luigi Bersani, ha scritto alcuni giorni orsono una lunga lettera difensiva al Corriere della Sera, il cui passo centrale ? il seguente: ?Noi non rivendichiamo una diversit? genetica; noi vogliamo dimostrare una diversit? politica?. E prosegue affermando che il PD ha piena fiducia nell?opera della Magistratura; invita chi ? indagato a cortesemente mettersi da parte in attesa del pronunciamento finale della Magistratura stessa; ribadisce il principio che, verificata l?assenza di ?fumus persecutionis?, un parlamentare o un consigliere regionale ? un cittadino come tutti gli altri.

Rispetto al passato, ? onesto ammettere che si tratta di un bel passo in avanti anche se si pone, ancora una volta, un gradino sopra la media dello ?id quod plerumque accidit?. Purtroppo nel PD ci si dimentica troppo spesso del brano del Vangelo di Giovanni in cui Ges?, chino a terra accanto all?adultera, redarguisce gli aspiranti lapidatori con le parole di fuoco ?Chi di voi ? senza peccato, scagli la prima pietra?.

Non basta, cio?, la professione di sincere e pie intenzioni; occorre, invece, agire coerentemente.

Il che significa, nel caso specifico di Penati, che lo stesso rinunci alla prescrizione dei reati che gli sono stati contestati: ? infatti accusato dalla Procura di Monza di aver violato la legge agli inizi degli anni duemila e pertanto, tenendo anche conto della proverbiale lentezza della giustizia italiana, difficilmente se non sicuramente sar? chiamato a rispondere dei propri atti di fronte al suo giudice naturale. A meno che non si avvalga del diritto di rinuncia alla prescrizione; ne ha facolt?, addirittura l?obbligo se sul serio volesse provare a tutti gli effetti la propria innocenza.

Se ? vero, come ? vero, che alcune volte ?Oportet ut scandala eveniant?, al PD con la faccenda Penati si offre l?occasione per manifestare non solo con le parole, ma anche con i fatti, quella ?diversit? politica? ribadita con forza da Bersani. E non soltanto: al PD si offre l?occasione storica per spendersi sino allo spasimo onde pervenire ad una politica che includa, tra l?altro, l?abolizione delle Province, l?immediata riforma della legge elettorale, la drastica riduzione dei costi della politica stessa, il coraggio della richiesta perfino di un aumento del finanziamento pubblico ai partiti purch? si ponga fine, una volta per tutte, alla sciagurata stagione della corruttela, delle tangenti e delle sovvenzioni illecite. Se cos? non sar?, il PD dovr? ammettere e riconoscere di aver millantato un credito che non ha mai posseduto.

Come ben si intende, l?intero meccanismo gira, come sempre ? stato, attorno al perno centrale dell?Etica Pubblica; di essa da millenni si sono scritti fiumi di espressioni verbali quando, invece, pi? semplicemente l?Etica altro non ? se non ?il buono, il bello e il vero della vita, sublimata dall?estetica della melodia dei suoni della Natura?. La Politica, da codesto contesto, non pu? e non deve restarne fuori!.

P.S. : non solo per inciso, ma per dovere di cronaca e in nome della verit?, segnalo i sette politici del PD umbro sotto inchiesta giudiziaria. Eros Brega, peculato e concussione; Maria Rita Lorenzetti, abuso d?ufficio; Maurizio Rosi, abuso d?ufficio; Luca Barberini, peculato; Nando Misnetti, peculato; Sandra Santoni, peculato; Giacomo Porrazzini, disastro ambientale e truffa.

 

 

 

Pubblicato il: 03/08/2011

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