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Prima visione del corteo

Nello Riscaldi

Mi infilo di straforo e per un attimo in questo minidibattito estivo unicamente come ?persona informata dei fatti?.

  Ho preso parte alla sfilata dal suo inizio e poi per  trentasette anni a seguire, ho collaborato a realizzarne alcune cose presso la bottega  di Marcello Conticelli valente artigiano dei metalli, uno dei costumi pi? preziosi fu tagliato addosso a me da una eccellente sarta abitante in Via del Duomo della quale conservo il ricordo ma mi sfugge il nome. Era il 1964 e si aspettava Paolo VI nel centenario della ?Transiturus?. Negli anni '50 sono stato per pi? volte il Capitano del Popolo indossando un costume noleggiato e  gi? usato da chi cantava nel ?Trovatore?.

 Dovrei essere per et? il Decano dei Decani, anche se dimissionario, (anche se per Statuto i Decani non possono dimettersi, essendo stati nominati a vita), sono una delle cinque medaglie consegnate nel 1975 nel 25? anniversario del corteo con 25 presenze consecutive. L'altra medaglia ancora felicemente vivente ? il caro Sergio Riccetti quello che si faceva crescere la barba e i capelli da settembre a giugno  e che ha raggiunto il record di 50 sfilate. Non censuratemi questa autosviolinata perch? si tratta di cose che messe tutte insieme non valgono lo spicchio di un bajocco di rame.

 Dopo trentasette anni dunque, verso la fine degli anni '80, vidi per la prima volta il corteo, perch? occorre far presente che chi vi partecipa il corteo non lo vede ed io non l'avevo mai visto.

 Bello, bellissimo, complimenti, foto, cineprese, telecamere e tutto, ma non avevo idea di cosa fosse veramente la sfilata del Corteo Storico di Orvieto.

 E fu proprio dalla prima visione del medesimo che mi si gener? quest'impressione strana e certo anche inattesa e alla quale non avevo mai pensato pur avendone le mani in pasta. La comunicai  a qualche amico che la condivise, ma mi consigli?, per carit? di patria, di stare buono e zitto in nome della pace universale.

 E io lo sono stato finora, ma adesso mi pare giusto quanto meno accennarvi. Se poi la mia valutazione non verr? condivisa non fa niente, non ne soffrir? nessuno. Sono cose mie.

  Vidi dunque il corteo uscire dal Duomo, lo rividi sfilare per  Piazza del Popolo gremita e per ultimo al Moro, verso mezzogiorno,  mentre risaliva il Corso per rientrare. E  l' impressione fu questa. Il corteo  andava bene, la signora sorvegliava a vista, i costumi, le armi, i tamburi e le chiarine, l'ordine e l'andatura tutto perfetto. Era il giorno del Corpus Domini, il Corporale veniva esposto al popolo, stavamo vivendo dunque un evento totalmente religioso come sempre lo era stato da secoli.

 E fu allora che mi chiesi che cosa c'entrasse mai almeno la parte militare con gli stendardi, i canti e le musiche religiose. Cosa c'entrassero le spade, gli spadoni, le picche e le balestre con la devozione popolare. Ed anche gli elmi calcati in testa ed il battere dei tamburi che non aveva nulla di processionale e faceva pensare a cose pi? profane. Mi ricordo una battuta delle sue dell' indimenticato architetto Alberto Stramaccioni, uno degli autori del corteo, a questo proposito.

 Eppure avevo lavorato anch'io a quelle armi, mi ero fatto la mia gorgera, cio? quella specie di corazza decorata ed altre cose ancora e non me ne ero mai accorto perch? quegli oggetti non li avevo mai visti sfilare.

 Ne conclusi che non mettevo in discussione il corteo, che forse stava diventando un po' pletorico questo s?, ma tutto sommato era ancora una bella creatura che cresceva e che si muoveva bene. No, la mia era solo un'osservazione di principio.

Un figurante armato, pensai, non dovrebbe entrare con le armi in Duomo e tanto meno uscirne, mentre noi diverse volte siamo entrati in e usciti dal Duomo. Insomma non si va armati, anche se per finta,( a parte il fatto che quelle, e ve lo posso garantire, sono armi vere) alle funzioni religiose, in processione, ai battesimi o ai funerali perch? le armi, a qualsiasi secolo appartengano, non sono mai una testimonianza di fede, di vita e tanto meno di festa. Poi mi sorpresi a pensare che anche io ero stato un figurante armato con tanto di spada per quasi quaranta anni.

Io mi rendevo e mi rendo conto che argomentazioni del genere potevano in quei tempi essere formulate e recepite solo in silenzio perch? sapevano di eresia, ma forse era gi? l?, in quegli anni, che si andava generando quella specie di concorrenza tra processione religiosa e sfilata in costume e che volgeva a vantaggio di quest'ultima, anche perch? la precessione era rimasta tale e quale  a decenni prima ed appariva perci? normale come i battaglioni di turisti che salivano a Orvieto di buon mattino riservassero tutte le attenzioni a noi del corteo armati, specie a quelli armati fino ai denti, piuttosto che alle pie donne, ai preti o alle Congregazioni religiose, venivano scattate decine di foto se qualcuno, e per la maggior parte erano donne, riusciva a piazzarsi vicino ad un armato. Le armi, si sa, hanno fatto sempre pi? scena dei veli e delle candele.

Come ripeto io non discuto la qualit? del corteo, ne sono stato parte per la met? della mia vita e gli ho dedicato davvero parecchio tempo. Mi chiesi quella mattina e mi chiedo ancora ?ma queste quattrocento persone  fanno parte della processione del Corpus Domini o sono un 'entit? autonoma che va e viene per conto suo?!?    Se volevamo essere considerati come una testimonianza di fede allora forse era sufficiente quello civile o toh! mi voglio rovinare, mettiamoci anche quello militare ma senza armi e senza e armature. Non si va in Chiesa con una picca o una balestra in mano.

  E mi rendo pure conto che togliendo le armi si toglierebbe  parecchio effetto ma una processione religiosa, se ci si crede, non dovrebbe essere concepita come un evento ad effetto.

 I cortei storici, e oggi l'Italia ne ? strapiena, si utilizzano di solito come introduzione o cornice ad un evento che consiste  quasi sempre in una tenzone, dove alla fine qualcuno vince e qualcuno perde e chi perde aspetta l'anno successivo per la rivincita.

 In Orvieto si fece un tentativo, mi pare alla fine degli anni '50, venne cio? ideata e proposta una ?Giostra del Mazzascudo? ne vennero cuciti anche i costumi. Poi qualcuno mise in opera il silenziatore. Non so  n? chi fu e n?  il perch?.  Forse ne sarebbe venuto fuori qualcosa,...?!. Chiss?,...! se non si comincia con dei tentativi,...!

  Scusate l'intrusione e buone vacanze

   

Pubblicato il: 05/07/2011

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