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Il gioco poco serio delle presidenze delle commissioni consiliari

Pier Luigi Leoni

Nel consiglio comunale di Orvieto, ai tempi dell?anatra zoppa, quando i consiglieri usciti dalle liste che avevano sostenuto il sindaco erano minoranza in seno al consiglio, si verificarono alcuni fatti singolari. La maggioranza di sinistra impose i suoi candidati alle presidenze di tutte quelle commissioni che sono previste per dare pareri non vincolanti sulle proposte di deliberazioni consiliari. Ma la presidenza della commissione di controllo e di garanzia, quella che ha il compito di tener d?occhio il sindaco e la giunta nell?attuazione degli indirizzi impartiti dal consiglio, spettava per legge alla minoranza. Ebbene, la maggioranza di sinistra voleva anche quella presidenza, sostenendo che sarebbe stato illogico far presiedere da un consigliere sostenitore del sindaco e della giunta una commissione che avrebbe dovuto controllarli. La minoranza di allora fece resistenza richiamandosi alla lettera della legge, ma si dichiar? disposta a una interpretazione possibilista in cambio della presidenza di una delle altre commissioni. Non se ne fece niente fino a quando, essendosi ribaltato nell?autunno dell?anno scorso il rapporto maggioranza-minoranza, la commissione fu istituita e ne fu affidata la presidenza alla consigliera Donatella Belcapo, gi? appartenente alla maggioranza e ora appartenente alla nuova minoranza. La nuova maggioranza chiese ai presidenti delle commissioni di dimettersi per dar modo alla nuova maggioranza di sostituirli, almeno in parte. I presidenti risposero picche, e la nuova maggioranza decise di disertare le riunioni della commissione di controllo e garanzia fino a  quando i presidenti delle altre commissioni non avessero liberato le loro poltrone. Peraltro la nuova minoranza sostenne l?opportunit? che il presidente del consiglio, eletto all?unanimit?, ma espresso dalla vecchia maggioranza, e poi passato alla nuova maggioranza, si dimettesse.

Non so quanti orvietani si appassionino a questo gioco, ma per chiarire che si tratta solo di un gioco, anzi di un giochetto poco serio, vanno fatte alcune considerazioni:

-          di fatto, il sindaco Concina ha avuto sempre una maggioranza in consiglio, altrimenti non sarebbe durato neppure un giorno; ovviamente l?ufficializzazione del sostegno al sindaco da parte di tre consiglieri di sinistra, ha reso pi? sicura la stabilit? dell?amministrazione Concina, ma non ha portato niente di nuovo all?azione dell?esecutivo, perch? i nuovi arrivati, se avevano delle idee, le potevano imporre anche prima;

-          le commissioni sono organi n? obbligatori per legge n? indispensabili: sono utili, se ben gestite, per fluidificare l?azione del consiglio;  se mal gestite, l?intralciano; in ogni caso, se non ci fossero, cambierebbe poco;

-          per capire che gusto ci sia a fare il presidente di una commissione consiliare ci vuole un notevole sforzo mentale e una buona dose d?immaginazione (ma ci? vale per molti comportamenti umani);

-          per capire che gusto ci sia a presiedere una commissione senza essere gradito alla maggioranza di essa ci vuole uno sforzo ancora maggiore;

-          ? pi? facile capire che gusto ci sia a fare il presidente del consiglio comunale, perch? la carica d? una certa visibilit? che pu? essere utile nella carriera politica, inoltre si busca uno stipendiuccio;

-          l?unica spiegazione del perch? la minoranza chiede le dimissioni del presidente del consiglio, sapendo bene che, se anche si dimettesse, si farebbe rieleggere,  ? che ha del tempo da perdere.

I filosofi dicono che tre sono le passioni che tengono la mente umana lontana dal bene: le ricchezze, i successi e il piacere dei sensi. Sono passioni cos? potenti che agiscono anche quando i loro obiettivi sono illusori.

Pubblicato il: 04/07/2011

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