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Contratti di finanza derivata. Dopo il danno, cerchiamo di evitare la beffa

Pier Luigi Leoni

Francamente, mi riesce arduo seguire tutti i passaggi dei ragionamenti che si fanno in materia di contratti finanza derivata. Mi riusciva arduo gi? alcuni anni fa quando, in qualit? di responsabile di ragioneria di un comune vicino, mi misi di traverso e riuscii a bloccare la stipulazione di contratti del genere. Cos? feci risparmiare al comune una somma pari a molti anni del mio stipendio. Circu?to da azzimati funzionari di banca, applicai d?istinto l?insegnamento di mio nonno: se qualcuno ti lecca le scarpe, mettigli il piede addosso prima che cominci a morderti. Anche se, per esibire la mia erudizione, citai Virgilio: temo i greci anche se portan doni  [timeo danaos et dona ferentes]. Ma Lo stesso assessore Romiti, che non fa n? il segretario comunale n? il bancario, ha dichiarato candidamente che anche per lui non ? facile districarsi nella materia. Il mio amico Massimo Gnagnarini, che mi risulta persona intelligente e che ? un serio cultore della materia, non manca di scrivere le sue opinioni, che non collimano con quelle dell?amministrazione comunale in carica. Orbene, le opinioni di Gnagnarini, per la stima e l?amicizia che ci lega, non posso snobbarle come vaneggiamenti di un millantatore, n? posso, da consigliere di maggioranza, sposarle tranquillamente, dato che collimano con la strategia dell?opposizione. Perci? non posso che affidarmi agli avvocati del comune, specialisti della materia, dai quali mi aspetto che dicano la loro, non tanto per convincermi, poich? in una materia cos? intenzionalmente contorta, controversa e scivolosa non mi convincer? mai di niente, ma per darmi la tranquillit? di coscienza di votare in consiglio comunale avendo preso tutte le precauzioni per il bene comune, per il bene dei consiglieri che non intendono abbandonare l?aula, e per il bene mio e della mia famiglia.

Pubblicato il: 20/06/2011

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