Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Una proposta alla citt? di Orvieto

Mario Tiberi

Rievocare i fasti dell?antico passato, gli avvenimenti pi? significativi del recente prossimo, le figure-simbolo che li hanno resi possibili, serve a poco o nulla se non si avverte la responsabile coscienza del presente e se non ci si industria per ridonar loro essenza di vita.

Ad occhiello del redigendo scritto, sento il dovere di porgere pubbliche grazie alle Istituzioni cittadine, al Centro Orvietano di Vita Politica, ai relatori che hanno pronunciato le orazioni commemorative a ricordo dell?opera educativa e politica di Romolo Tiberi e, in particolare, a tutti coloro che, essendo voluti essere presenti alla cerimonia celebrativa, hanno cos? inteso riaffermare il legame di continuit? che unisce i migliori figli della terra orvietana, di ieri e di oggi.

Lo stato depressivo in cui versa la citt? di Orvieto e che non risparmia settore alcuno, mi procura sottile e sedimentata sofferenza anche alla luce della convinzione che si potrebbe meglio e di pi? intervenire e, invece, non lo si pone nel dovuto essere. Non sarebbe mia intenzione, quella di affondare ulteriormente la lama nella piaga, se non vi fossi spinto dalla amara constatazione che, pi? passa il tempo, e pi? si evidenziano ritardi, inadeguatezze e sproporzioni tra le questioni aperte e le capacit? di incidenza operativa e finalmente risolutiva.

Molto di ci? va senz?altro attribuito a non ben calibrate volont? quando le stesse, sommando il danno alla beffa, non decadano in vere e proprie rivalit? personalistiche generanti inevitabili dissapori, insensate ostilit? pregiudiziali, presuntuose supponenze.

Mi capita sovente, seguendo i lavori del Consiglio Comunale, di assistere a frequenti e spesso estenuanti contese di pura e accademica leziosit? e che, inesorabilmente, sfociano in imperdonabili perdite di tempo; lusso, quest?ultimo, che in fasi di emergenza non ? consentito potersi permettere.

Si sta, in sostanza, smarrendo il sano principio che guid? il senso pratico di molteplici conquiste civili; perch?, se ? vero che ?ad impossibilia nemo tenetur?, ? pur vero che ?ad essentialia quisque tenetur?. Come a dire: signor Sindaco, illustri Consiglieri Comunali, signori Assessori, non vi si chiede l?impossibile, ma l?essenziale s?!.

Conversando con un valente intellettuale, uomo integerrimo che gode della mia stima per la sua affabilit? e raffinatezza culturale, si ? tra noi convenuto che l?iscrizione marmorea, apposta bilateralmente all?ingresso del Pozzo di San Patrizio, si attagli perfettamente all?attuale condizione socio-politica cittadina. Recita l?iscrizione: ?Quod natura munimento inviderat, industria adiecit?.

La testimonianza della consapevolezza del rapporto tra natura e architettura si manifesta esplicitamente in detta iscrizione e la citt? di Orvieto diviene, cos?, un esempio eccezionale di integrazione e congiunzione tra l?opera di Dio e quella dell?Uomo perch? ?ci? che la natura aveva negato per la difesa, lo aggiunse l?attivit? umana?.

Il nocciolo della intera ?Questione Orvietana? risiede proprio in codesta congiunzione che, nell?attualit? del presente, ? palesemente carente o del tutto mancante. Come ? mancante il rapporto e l?apporto partecipativo della collettivit? cittadina alle scelte di politica amministrativa, o perch? non spontaneamente offerto per sfiducia nella classe dirigente, o perch? da quest?ultima rifiutato per altezzosa e mal ritenuta autosufficienza.

Si ? inceppata la trasmissione osmotica del buon senso e delle idee della gente con le funzioni potestative dei pubblici amministratori e, onde uscire dalle contingenti paludose secche, ? quanto mai necessario riattivarla.

Uno strumento in tale direzione potrebbe essere rappresentato dall?istituto dello ?Ombudsman?, cio? di colui che si pone ?come tramite o come punto di congiunzione? e che potremmo meglio definire, usando la nostra insuperabile lingua neolatina, con l?inquadramento nella figura del ?Magistrato Civico?.

A costui andrebbero affidati i compiti specifici di raccogliere le istanze, le proposte e finanche le lamentele della pubblica opinione, di rappresentarle ai vertici istituzionali, di porre rimedio alle lentezze burocratiche e, non da ultimo, di contrastare eventuali soprusi e vessazioni da parte del funzionariato amministrativo o di blocchi di potere e di concentrazione di interessi.

Vi sar? mai qualcuno disposto all?umilt? dell?ascolto? Vi sar? mai qualcuno che non sia costantemente animato da maliziosa dietrologia? Vi sar? mai qualcuno che abbia il coraggio di accantonare la malafede, generatrice di dissesti materiali e di disonest? intellettuali?.

Come sempre, sperare val bene coltivare le speranze!.

Pubblicato il: 10/06/2011

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