Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

UN UOMO DI NOME ROMOLO

Mario Tiberi

E? notorio che per un medico il compito pi? improbo, se non insormontabile, sia quello di prestare cura ai suoi familiari, in special modo ai propri figli; al pari, medesima difficolt? la dovrebbe avvertire un figlio, qualora si accingesse a narrare qualcosa a proposito della vita del padre.

Non di un padre qualsiasi, oltretutto. Ma, certamente, di un uomo semplice.

Semplice infatti nella sua complessa poliedricit?, severo nella sua affabilit?, austero e autorevole nella sua amabile bonomia, consapevole fino in fondo che l?umilt? ? figlia della cultura come la superbia lo ? dell?ignoranza; di queste virt? ha lasciato segno imperituro di testimonianza Romolo Tiberi, mio padre.

Portavo ancora i pantaloncini corti (a quei tempi i pantaloni lunghi si indossavano per la prima volta in quarta ginnasiale), quando mi ritrovai mano nella sua mano in via del Paradiso, in Orvieto, dopo aver percorso il vicolo della Pace. In una di quelle povere abitazioni e in una fredda notte del Febbraio del 1927, era tornata alla Casa del Padre Celeste sua madre Ilda. Aveva appena sei anni.

Di l?, ci dirigemmo verso via della Misericordia e sostammo di fronte alla bottega artigiana dei fratelli Tenerelli, presso i quali aveva trascorso gran parte della sua fanciullezza e della sua adolescenza. Era stato accolto ed amato come un figlio e l?amore ricevuto, avendo lui perso la madre, lo aveva fatto sentire meno solo e sperduto nella solitudine e nello smarrimento dovuti alla sua condizione di orfano.

Raggiunta l?et? della mia maturit? e dopo aver oltrepassato la soglia del mio mezzo di vita, venni investito di un compito da lui affidatomi: delineare i tratti dell?intellettuale impegnato nella politica, secondo il mio pensiero e il mio angolo di visuale.

Cos? glielo descrissi, utilizzando la parola scritta: ? L?intellettuale ? quel personaggio utile, necessario e indispensabile nella elaborazione culturale di un movimento o di un partito, anche se non ? ben visto dai mestieranti della politica perch? non avvezzi a misurarsi sul piano delle idee. L?intellettuale ? garanzia di libert?, di capacit? di incidere nella realt?, di democrazia sostanziale anche quando si abbandoni a consapevoli mutamenti di opinione, talora dettati da contingente opportunit?. Anzi, ? proprio in quell?abbandonarsi che risiede la sua forza morale e la sua energia vitale e esistenziale?.

Approv?, prima guardandomi, e poi socchiudendo gli occhi nel reclinare il volto velandolo di compiacente sorriso.

Romolo Tiberi ? anche tutto ci? al cospetto della sua amata citt? e uso, volutamente, il presente del verbo essere perch? lui, come anch?io, crediamo nella vita eterna, redenta dal Salvatore Ges? Cristo.

Pubblicato il: 31/05/2011

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