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Il pretesto del Premio Barzini

Guido Turreni

Gli opinion makers della sinistra locale, forse un po? alle corde per argomenti e suggerimenti, sono scaduti nella banalit? pi? banale della rappresentazione del teatrino della politica, quello che vuole una sinistra didascalica e culturale, ma molto poco avvezza agli affari, da contrapporre ad una destra grezza e ignorante, ma molto attenta al business degli eventi.

Questo stanco refrain mi sembra molto poco interessante per gli interessi della citt? e per l?interesse dei cittadini, che invece chiedono ai politici e a chi li valuta pi? o meno faziosamente (i giornalisti) soluzioni a breve e a lungo periodo dei problemi e delle aspettative che li coinvolgono sul piano pubblico.

La soppressione del premio Barzini ha consentito un po? ad entrambe le categorie (politici e giornalisti) di sbizzarrirsi sul banale schema del teatrino della politica precedentemente descritto, senza per? tenere sempre fermo un occhio alla realt? concreta delle cose che poi dovrebbe ispirare l?agire degli amministratori.

Per ritornare invece con i piedi un po? pi? sulla terra ferma, e sulla concretezza, si impongono alcune precisazioni: a nessuno (tantomeno alla destra) piace sopprimere, per il gusto di sopprimerle, o addirittura per vendicarsi, eventi culturali che direttamente o indirettamente (ma sarebbe meglio dire immaterialmente) portano anche un beneficio puramente potenziale alla citt?; quest?anno il Barzini sarebbe costato 30.000,00 euro, che - si dica quel che si vuole - non c?erano.

Come ha infatti spiegato bene il Sindaco (che - contrariamente a chi straparla per interesse - ha la sua autonomia di giudizio rispetto alle forze politiche che lo sostengono) non ? stato possibile rifinanziare l?evento secondo l?ormai innovativo (per questa citt?) e consolidato binomio cultura-sponsor; non ? affatto escluso che il premio venga nuovamente reintrodotto il prossimo anno, quando non saremo pi? afflitti dalle ristrettezze del bilancio; anzi, a titolo personale, posso assicurare che sarei lieto di rivedere l?evento (seppure un po? meno politicizzato) premiare qualche vero inviato speciale, non certo per far concorrenza al Pulitzer, ma almeno per andare a premiare chi lavora in quella branca del giornalismo cui il concittadino Barzini ha dato lustro, proprio per onorarne ancor meglio la memoria.

Tutto qua. Il resto ? puro esercizio dialettico, riposizionamento politico sulle spalle della gente a cui si vorrebbe far credere che il Sindaco voglia tagliare per il gusto di tagliare, per vendetta nei confronti dei radical chic e quant?altro di pindarico si ? detto e scritto.

Concina ? persona fin troppo intelligente per non capire che la citt? ha bisogno specialmente in questa fase di tutti, dei ricchi radical chic di sinistra, dei Vip, degli attori, dei personaggi della televisione, siano essi di sinistra o di destra, ma l?importante ? che continuino a veicolare l?immagine di Orvieto in Italia e nel mondo, sia con il Giro d?Italia, che innegabilmente ? stato un gran successo di questa amministrazione a costo zero, sia con eventi chiamiamoli di nicchia come il Premio Barzini.

Gli unici a non averlo capito sono quelli del PD e dintorni, che ancora vedovi di un modello di sviluppo alternativo rispetto a quello passato, fondato sul debito del Comune, non mancano di cercare ogni pretesto per buttarla in ?caciara?, come si dice a Roma.

State pur certi, invece, se serve agli interessi della citt?, e purch? ce lo si possa permettere, che voter? a favore della introduzione del premio ?Comunista dell?anno?, magari accompagnato da altra manifestazione retrospettiva su Solgenitsin e repressioni comuniste perpetrate in Europa e nel mondo, un pezzo importante di storia e di cultura che mi pare manchi in molti sinistri locali dal ?no pasaran? fin troppo facile e senza comprendere veramente cosa significhi e cosa abbia significato il comunismo, spagnolo, sovietico o cubano che sia.

 

Pubblicato il: 17/05/2011

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