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LA PRIMA SPERANZA DI UN POPOLO E? RIPOSTA NELLA CORRETTA EDUCAZIONE DELLA SUA GIOVENTU?

Chiara e Mario Tiberi

Sar? capitato ad ognuno di noi, almeno una volta durante il peregrinare terreno, di domandarsi perch? le persone pi? intelligenti, nel senso tradizionale del termine, non sempre sono quelle con cui si lavora pi? volentieri o con cui si stringono amicizie; perch? il rendimento scolastico di bambini, dotati di brillante intelligenza, pu? crollare in maniera drammatica in occasione di difficolt? familiari; perch? individui assunti sulla base di specifiche selezioni attitudinali si possono, poi, rivelare inadeguati alle esigenze che impone loro il lavoro; o ancora perch? un matrimonio pu? andare a rotoli anche se il quoziente intellettivo di entrambi i coniugi ? elevatissimo.

E, all?opposto, non ci vuole per caso abbondante intelligenza per stabilire solidi rapporti interpersonali, familiari, professionali o sociali?. Certamente s?; solo che l?intelligenza governante settori cos? decisivi dell?esistenza umana non pu? essere un?intelligenza qualsiasi, astratta ed estranea alla realt?, ma ? una complessa miscela in cui giocano un ruolo predominante fattori come l?autocontrollo, la pervicacia, l?empatia e l?attenzione rivolta agli altri.

In breve, ? quel corredo intellettuale e sentimentale che, in ottimali proporzioni, ha consentito ai nostri lontani progenitori di sopravvivere in ambienti ostili e di elaborare le strategie che sono state alla base dell?evoluzione dell?intera umanit? e che, nell?odierno, pu? supportare tutti noi ad affrontare le difficolt? e i pericoli di un mondo sempre pi? complicato, violento, difficile da decifrare.

La mente razional-passionale consente di governare le emozioni e guidarle nelle direzioni pi? vantaggiose: ? la capacit? di capire i sentimenti altrui al di l? delle parole e spinge, come una molla possente, alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti pi? immediati.

E? indubbio che la societ? mondiale si sta dibattendo in una crisi profonda, caratterizzata da un netto aumento della frequenza di crimini violenti, di suicidi e di abuso di droghe, soprattutto fra i giovani; tutto ci? indirizza verso una sempre maggiore percezione di allarmanti segnali ammonitori di un?alienazione collettiva e di una disperazione individuale che, se non tenuti sotto controllo, potrebbero quanto prima sfociare in lacerazioni ben pi? marcate del tessuto sociale.

La tendenza generale della societ? nel suo complesso ? orientata a massimizzare un?autonomia sempre pi? ampia dell?individuo che, a sua volta, conduce ad una minor disponibilit? alla solidariet? e a una maggiore competitivit?, spesso brutale (?mors tua, vita mea?); tutto questo si traduce in un aumentato isolamento e nel deterioramento dell?integrazione sociale. Codesta lenta ma inesorabile disintegrazione dello spirito comunitario, assieme ad uno spietato atteggiamento di autoaffermazione, compaiono ed esercitano la loro pressione in un momento in cui le tensioni economiche e politiche richiederebbero piuttosto un incremento della cooperazione e dell?attenzione verso gli altri e non certo una riduzione di tale disponibilit?.

Accanto a questa atmosfera di incipiente o perdurante crisi sociale, vi sono anche i segni di un crescente malessere emozionale, particolarmente fra i bambini e i giovanissimi. Ci? che colpisce in modo terrificante ? l?impennata della violenza tra gli adolescenti; si pensi al giovane che massacr? i genitori a martellate per ereditare il loro patrimonio o, solo per offrire un ulteriore esempio, al branco di ragazzini che uccisero un loro coetaneo per derubarlo e trascorrere cos? un fine settimana al mare. Trattasi di inequivocabili indicatori segnalanti che molti minorenni stanno avviandosi all?et? adulta con gravi carenze relative all?autocontrollo, alla capacit? di gestire e dominare le proprie furie interiori, all?estrinsecazione dell?empatia con il rischio incombente di vedersi catapultati verso significative patologie di depressione psichica.

Quali le cause?. Uno dei motivi pu? essere individuato nel fatto che l?infanzia non ? pi? quella di un tempo. I genitori, rispetto ai loro padri e alle loro madri, sono oggi molto pi? stressati e sotto pressione per le note difficolt? economiche e costretti a un ritmo di vita assai pi? frenetico; dovendosi confrontare con una del tutto nuova e aleatoria realt?, hanno probabilmente un maggior bisogno di consigli e di guide per aiutare i propri figli ad acquisire le essenziali capacit? umane.

Tutto ci? suggerisce la necessit? di insegnare ai bambini quello che potrebbe essere definito lo ?alfabeto emozionale?, cio? le capacit? fondamentali del cuore quale sede classica dei sentimenti.

In tal senso, la scuola potrebbe istituzionalizzare un positivo contributo introducendo programmi di ?alfabetizzazione emozionale? che, oltre alle materie tradizionali come la matematica e la lingua, insegnino ai virgulti in crescita le capacit? interpersonali essenziali. Oggigiorno queste capacit? sono basilari proprio come quelle intellettuali, in quanto servono a equilibrare la razionalit? con la compassione intesa nel senso etimologico del termine. Rinunciando a coltivare codeste abilit? emozionali, ci si troverebbe ad educare individui con un intelletto limitato: un timone troppo inaffidabile per navigare in questi nostri tempi, soggetti a mutamenti tanto complessi. Mente e cuore hanno bisogno l?una dell?altro!.

E? proprio la moderna neuroscienza che sostiene la necessit? di considerare con grande seriet? le emozioni; del resto, recentissime scoperte scientifiche assicurano che se cercheremo di aumentare l?autoconsapevolezza, di controllare pi? efficacemente i nostri sentimenti negativi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di incrementare la nostra capacit? di essere empatici e di prenderci cura degli altri, di cooperare e di stabilire saldi legami sociali, e cio? se presteremo attenzione in modo pi? sistematico alla mente razional-passionale, potremo sperare in un avvenire meno buio e maggiormente variopinto.

Nella ?Etica Nicomachea? (l?indagine filosofica di Aristotele sulla virt?, la personalit? umana e la vita retta), la sfida lanciata dall?autore era quella di controllare la vita emotiva con l?intelligenza. Le passioni, quando ben esercitate, possiedono una loro saggezza: esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza.

Esse possono, tuttavia, facilmente impazzire e, come ben insegna Aristotele, il problema non risiede nello stato d?animo in s?, ma nell?appropriatezza dell?emozione e della sua espressione e come, dunque, saper trasferire l?intelligenza nelle nostre emozioni e, di conseguenza, saper portare la civilt? nelle nostre strade e la premura per l?altro nella nostra vita di relazione.

Pubblicato il: 06/05/2011

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