Cosa pu? interessarci del matrimonio di William e Kate? E' la tv che crea l'evento

Il dilemma ? sempre quello. ? la televisione che imita la vita o viceversa? A conti e distinguo fatti, credo la prima ipotesi, altrimenti con la pletora di pessime trasmissioni di Rai e Mediaset ? Se a casa di Paola, La vita in diretta, Quarto grado, Pomeriggio 5, Pomeriggio sul 2, Amori criminali, etc. etc. - dovrebbe generare schiere di assassini che, pur di aver il fuoco mediatico su di loro, sarebbero disposti a commettere azioni tanto efferate quanto fantasiose. L?indegna sagra del grand guignol provoca, tuttavia, effetti ben pi? subdoli: pericolosa assuefazione al dolore (per la serie, nulla pi? ci stupisce, sparatele pi? grosse), curiosit? morbosa, chiacchiericcio macabro, distinzione tra delitti di serie A (che meritano la dignit? dei talk show nazionali) e quelli di serie B o C, che hanno la sola speranza di approdare alla tv locale o al quotidiano cittadino. Con le conseguenze immaginabili.

Se ? consentito un risvolto personale, la saturazione che deriva da questo fenomeno di isteria criminologica diffusa mi provoca invece un rifiuto totale della cronaca nera, e credo sia una risposta salvifica. Nel leggere i quotidiani salto a pie? pari le paginate sugli omicidi ?di moda?: Melania, Sarah, Yara, Cogne, via Poma, Filo della Torre... e via, andando indietro nel tempo. Perch? la novit? dei cold case (i casi freddi che si riaprono con soluzioni clamorose) ampliano il raggio di azione di conduttori, autori e opinionisti.

E? il mezzo televisivo, con la sua capacit? di incidenza, pervasione, condizionamento, a creare e montare a neve l?evento. A dettare priorit? nell??agenda? sociale di una comunit?, grande o piccola che sia; nella fattispecie l?Italia. Invito a riflettere sul polverone di romanticume che tutte le reti stanno sollevando in queste ore, in occasione del matrimonio di William della casata Windsor e Kate Middleton. Ovvero, due giovani privilegiati, che hanno avuto la fortuna sfacciata di nascere dalla parte giusta del mondo, nelle famiglie giuste, che vivono a migliaia di chilometri di distanza e per lunghi periodi della loro vita dorata non saranno neppure sfiorati dall?idea del nostro Stivale allo sbando.

Ebbene, loro pronunciano il fatidico s? e qui - anni e anni luce a distanza dal comune sentire dei paesi del Commonwealth - i dirigenti tv fanno a gara per stravolgere i palinsesti, con la complicit? di giornalisti e presentatori ansiosi di svelare i pi? insignificanti dettagli. Ho ascoltato Marina Como, puntuale cronista di moda del Tg1, disquisire a Uno Mattina dell?allergia al crine di cavallo della sposa; cosa che dovrebbe dare qualche dispiacere alla regina Elisabetta, appassionata di equini. Noi i nostri regnanti li abbiamo giustamente spediti in esilio per lunghi decenni e, dal rientro, ci godiamo il diuturno sputtanamento dell?erede Savoia, tra una telepromozione delle olive in vasetto, un balletto dalla Carlucci e i rotolamenti nel fango all?Isola dei famosi...

Dovremmo farci coinvolgere dalle ciance sul colore dell?abito (le ho ascoltate dalla bocca di Federica De Sanctis nella maratona di SkyTg24) della sovrana inglese? Ci basta la battaglia sacrosanta contro le auto blu nostrane, non ci faremo contagiare dalla sbornia nobiliare che la televisione sta smaltendo a fatica. A Mattino 5 Federica Panicucci s?interroga, con Marina Ripa di Meana e Alessandro Cecchi Paone ed altri, su una particolare seta croccante, sui panciotti, sui cappellini. Collegamenti, corrispondenti, servizi, opinionisti... ma quanto ci costa questo matrimonio. E quanto ci pesa. Laddove uno dei consueti, documentati e divertenti servizi di Antonio Caprarica avrebbe soddisfatto, e ce ne sarebbe stato d?avanzo, qualsiasi nostra curiosit?. Un altro evento incombe, e forse ci riguarda pi? da vicino: la beatificazione di papa Wojtyla. Se avr? la stessa dispendiosa ?copertura?, il raffronto sar? comunque sproporzionato.