Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

I miei puntini sulle i

Guido Turreni

Le ultime notizie sul bilancio sembrano un po? meno brutte di quelle di un mese fa, e questo ? il primo messaggio positivo che mi sento di dare a tutte quelle persone cui sta a cuore il destino dell?ente Comune che ? poi anche il destino della nostra povera e bistrattata citt?.

La notizia va colta con prudenza e senza trionfalismi, dal momento che sono ancora in corso complesse operazioni sulle opzioni di fondo di un bilancio di previsione che ho chiesto di ispirare a criteri di verit? ed attendibilit?; trattasi di operazioni essenziali, per nulla scontate, la cui mancata realizzazione comporter? l?impossibilit? di chiudere il bilancio.

Credo che questi criteri saranno quelli che guideranno l?azione di tutti noi (o della maggior parte di noi), dal Sindaco, che tutti ci rappresenta, fino all?ultimo dei consiglieri comunali, come il sottoscritto, per passare ai funzionari preposti, che, a quanto mi risulta, non hanno alcuna intenzione di ratificare bilanci che non rispondano ai suddetti criteri.

Non voter?, infatti, un bilancio che non sia certificato come vero ed autentico dai competenti organi tecnici e da quelli di controllo.

In questo deprecabile caso, secondo me, va dichiarato senza dubbio e senza esitazione il dissesto, altro che bilancio comunque.

Un?operazione che andava fatta appena vinto forse, riconoscendo che ? stato un errore non farla subito, quando la citt? avrebbe capito, mentre oggi potrebbe sembrare tardivo ricorrere a pesanti tagli o all?estremo istituto.

Certo, si tratta di analisi con il senno del poi (e probabilmente il Consiglio Comunale di allora non avrebbe mai approvato), ma non si pu? negare che in molti nel centrodestra gi? allora sostenevamo la tesi di un bilancio lacrime e sangue da subito, se non la dichiarazione di dissesto.

Oggi sarebbe il caso che chi ha sbagliato ne prendesse atto, riconoscendo l?errore commesso, invece, continuo a vedere atteggiamenti poco consoni alle contraddittorie prese di posizione sul punto.

Mi auguro comunque che il bilancio venga chiuso, e che tutti gli uomini di buona volont? che vorranno votare questo bilancio considerino questo atto come fondante di una nuova era, fatta di sacrifici, di rinunce anche onerose, ma sar? un?era di verit? e di giustizia, da affrontare dopo il risveglio dai deliri onirici del passato cimicchiano e delle gravi omissioni di quello mociano.

Mi auguro, soprattutto, che i cittadini considerino questa operazione come qualcosa di pi? vicino alle nostre reali possibilit?, quelle cio? di una citt? ai limiti dei ventimila abitanti, massacrata dalle clientele, dalle spese hollywoodiane e dai debiti fatti coi i soldi di tutti.

Oggi ci rimane perlomeno un grande passato (quello non possono certo levarcelo), finito purtroppo con l?avvento del regionalismo, o meglio del peruginismo, e finito soprattutto con l?avvento di una classe dirigente probabilmente complice con interessi di partito di livello regionale che non avevano interesse a coltivare un territorio che poteva al massimo fungere da serbatoio di voti, cechi ed immutabili; e di sicuro non va dimenticato che la nostra classe dirigente del passato si ? dimostrata incapace di prendere provvedimenti cos? seri ed impopolari, preferendo di gran lunga mistificare i dati contabili per rinviare al crack finale ogni redde rationem.

Naturalmente in questa ottica per certi versi minimalista non dobbiamo precluderci futuri scenari di sviluppo e di crescita della citt?, specialmente nel medio-lungo periodo, anche perch? le idee non mancano, e la speranza di cambiare non ci deve mai abbandonare.

Per il momento dobbiamo tuttavia cercare di uscire da questa situazione emergenziale in cui non facciamo altro che rincorrere questa spesa corrente fuori controllo, che ci impedisce di programmare qualsiasi altra azione di semina di nuove idee e nuovi progetti per lo sviluppo della citt?.

E su questo abbiamo il dovere di dare una risposta alla gente, anche se fosse il dissesto l?unica alternativa, con la ferma intenzione - non appena scadranno le convenzioni pi? onerose - di redistribuire le risorse per questione di giustizia sociale dai clientes dei potenti, a chi ne ha invece veramente bisogno.

Una volta risolto il problema della spesa corrente che avrebbe dovuto essere contenuta al massimo gi? alla fine degli anni ?90, potremo cominciare a riprogettare il futuro, che pure, nelle sue linee essenziali ? abbastanza chiaro, ed ? quello indicato in campagna elettorale.

Secondo me dovremo in primo luogo recuperare il territorio che ci ? stato sottratto a causa delle scelte sbagliate del passato: la questione di Orvieto nell?Umbria dovr? essere necessariamente risolta, o con il progetto di una Nuovissima Tuscia, oppure con il recupero di una posizione diversa e pi? autorevole nell?ambito regionale, recupero che non mi pare di intravvedere affatto nel neoeletto consigliere regionale del PD, che poco ha prodotto sul piano concreto, ed anzi mi pare pi? allineato che mai con gli ordini perugino-centrici, come da ultimo avvenuto per esempio sul terzo calanco della discarica e sull?ospedale.

Infatti, chi ci accusa di immobilismo ? poi il primo a presentarci il festival dell?immobilismo della conferenza dei servizi sanitari presieduta dal Sindaco Tiracorrendo, assai pi? immobile di Mocio, quando la presiedeva lui, ? questa s? che ? decisamente un?impresa degna di nota.

Un Tiracorrendo evidentemente interessato solo alla questione delle case di riposo, pi? che a vigilare sulle ennesime promesse da marinaio del Direttore Panella, o di Katiuscia Marini.

Bisogna quindi continuare a smarcarsi, secondo me, su una linea di sviluppo alternativa, che passa per il Casello autostradale nord e per il rilancio dei collegamenti con Viterbo, che continua ad aspettarci a braccia aperte, pur senza un cambiamento di confini regionali, con o senza aeroporto, con o senza Corte d?Appello; ci? dico perch? ? da l? che, a mio parere, si configura il futuro economico di Orvieto, ed esso potr? auspicabilmente allargare i propri orizzonti nell?orbita economica, turistica e residenzale di quel territorio, di quello di Roma, con il Patto per Roma, quale coronamento finale di questo progetto.

Un sogno anche questo non meno illusorio di quelli del passato ? Forse; dipender? da noi e solo da noi, dalla nostra buona volont?, dalla nostra determinazione.

Buona volont? e determinazione che non vedo nel locale PD, incapace di fatto di rinnovarsi ed ancora abbarbicato alle vecchie baggianate, come quella secondo cui con il vecchio bando della Piave si sarebbero potuti risolvere tutti i problemi di bilancio della citt?, che invece viaggiava da almeno dieci anni su ritmi insostenibili e con voragini debitorie sulla spesa corrente assolutamente incompatibili con il magro canone offerto in quel bando di poco pi? di 2 milioni di euro. Insomma, roba da dieci milioni di firme per capirci?

Specialisti del ?tafazzismo?contro loro stessi e contro la citt?, sarebbe ora che il PD si chiedesse se ? in grado di fare almeno lontanamente quello che fa il Sindaco per Orvieto, grazie al quale la citt? ? potuta tornare sulla scena nazionale, sia in senso mediatico, come si ? visto per lo spot sulle citt? d?arte del Presidente Berlusconi (e non ? un caso?), sia sul piano governativo, come si ? visto con l?approvazione del Ministro Meloni del progetto di finanziamento della TE. MA. per circa 250.000 euro (vedasi per i dettagli pubblicazione in Gazzetta Ufficiale); ci dicano, per esempio, se sono in grado di organizzare Umbria jazz con sponsor di primo piano che assorbono il 90% dei costi oppure se saprebbero che pesci pigliare volendo organizzare un festival culturale di primissimo livello come quello di Uschuaia, senza spendere una lira che non consti nel mero supporto logistico; e molto altro, se Dio vorr?, ? di l? da venire, non appena scadranno le convenzioni ultraventennali del Comune modello ?regalasi? stipulate dalle passate amministrazioni (molte entro il 31/12 prossimo venturo!).

Altro che bla bla, qui ci stiamo attrezzando per fare le cose non solo senza una lira (e tutti credo possano capire che senza soldi ? difficile fare qualsiasi cosa?), ma ci attrezziamo per fare le cose lo stesso addirittura con i debiti fuori controllo, debiti che sono imputabili esclusivamente a quegli stessi che con impareggiabile faccia tosta accusano oggi il Sindaco di non fare niente per la citt?.

Una buona volont? e determinazione che non vedo neanche nell?associazionismo politico orvietano, tutto proteso verso il protagonismo personale condito in salsa retr?, stile prima repubblica.

Qualcuno infatti non vuole che si persegua il progetto di fondo senza di lui come protagonista, al centro dei riflettori della politica, e allora cerca con malanimo ed invidia di darci per spacciati, addirittura per falliti, con iniziative anche poco serie di pubblicit? negativa come il deficitometro; a proposito, non ho ancora capito perch? 14 e rotti milioni di presunto deficit e non 11 (di cui 8 di emersione debiti ?mociani? e 2,8 della mancata stipula del bando del parcheggio), ma comunque se ? per spararle pi? grosse possibile, va bene lo stesso.

Il fatto ? che a me personalmente le ambizioni frustrate dei singoli associati non fanno n? caldo n? freddo (sono problemi loro), mentre dispiacciono le condotte faziose di chi diffonde notizie tendenziose perch? queste posso nuocere agli interessi di tutti specialmente se hanno il solo scopo di escludere la comunit? da ogni possibile futuro della citt?, persino quando ancora non ? affatto detta l?ultima parola.

Queste pseudoiniziative non solo sono all?evidenza prive della bench? minima utilit? concreta per l?interesse comune (a che servono?), ma tendono a diffondere un clima di cupo pessimismo e di rassegnazione controproducente per le stesse sorti dell?ente e di tutti noi.

Se c?? qualcuno interessato ad investire su un bene comunale ad un certo prezzo pi? o meno giusto pensate voi che costui si far? avanti se gi? c?? chi sostiene, pressoch? quotidianamente, che il venditore versa in cattive acque o addirittura ? gi? fallito od anche perde oltre 14 milioni di euro al minuto secondo ?

Sembra assai pi? ragionevole che il potenziale acquirente preferisca piuttosto comprare a prezzi stracciati all?asta ?fallimentare? che prima o poi arriver? e soprattutto per farci quello che pi? conviene a lui.

Incredibile ma vero, le soubrettes del web sembrano fregarsene di ci?, ed ? in questo che sta l?indice del loro vero e pi? ?genuino? senso civico.

Certo, non si vuole impedire la critica, che ? pur sempre sacrosanta, ma almeno che sia costruttiva e non deleteria, autolesionistica ed in parte finanche falsa, a tratti ridicola, e finalizzata al protagonismo pi? becero e menefreghista, e che tende, nemmeno troppo di nascosto, a qualche veloce riciclaggio del passato che fu.

A partire dal ?fondatore?, che arringa le folle per incitarle all?assalto del palazzo d?inverno, prospettando lo scippo istituzionale dei referendum sull?immondizia, ma dimenticandosi dei verbali e degli accordi a suo tempo presi in Conferenza dei capigruppo con i firmatari della richiesta.

Per proseguire poi con ?l?economista?, che d? numeri tutti suoi, preordinati ed apparecchiati apposta per la conferma delle sue strampalate tesi, fondate sui pare e sui sembra e su presunte illegittimit? che non stanno scritte in nessuna norma ed in nessuna sentenza.

Sembra, almeno in parte, di trovarsi dinnanzi Il ?ministro della paura? (Cfr. Antonio Albanese, attore) che terrorizza persone ed istituzioni per discutibili fini.

In realt? siamo dinnanzi ad un soggetto spesso sminuito in importanza dal suo stesso partito, che non manca di sconfessarlo ad ogni occasione, preferendogli di gran lunga il sobrio ed operoso Giorgio Pizzo.

Forse bisognoso di un po? di attenzione dopo questi deludenti ridimensionamenti subiti, ora ? passato a dardeggiare sinistramente, dando del ?cialtrone? poltronaro a chi non lo asseconda o a sproloquiare di aeroplani di cartone del Duce.

Poi c?? ?il solista a prescindere?. Costui, artista del fatto compiuto, ti pone nella difficile alternativa di condividere per forza le sue iniziative oramai pubbliche, mai concordate prima e mai nenache minimamente comunicate, oppure, in caso tu non voglia proprio farti etero-dirigere, ti fa rischiare di dare un immagine del partito e della coalizione diciamo un po? contraddittoria; e dagli una, e dagli due, va a finire che uno il rischio lo corre eccome.

Va bene che militiamo tutti nel Popolo della Libert?, ma non credo che questo implichi militare nel Popolo dell?Ananrchia, altrimenti, se uno vuole la libert? assoluta, piglia, si raccoglie le firme, e presenta una lista tutta sua, come ha fatto quel geniaccio di Aceto.

Ed infine che dire del Mega Preside-nte ?

Egli ama atteggiarsi a moralista della politica, discettando di formazione di classi dirigenti, ma si dimentica piuttosto facilmente del suo passato in RPO, decisamente in contraddizione con i principi che va predicando.

Sembrano decisamente sfuggirgli alcuni ?dettagli? su cui preferisco sorvolare per eleganza, ma il pi? clamoroso ? quello di esser divenuto incompatibile con gli appetiti poltroneschi che ancora solleticano il suo smisurato ego, dopo aver varato diversi bilanci sistematicamente in rosso, che hanno prodotto poco pi? di nulla, tipo un marciapiede qua, ed il nulla di l? e parecchi gettoni di presenza. Molto pi? dignitose sarebbero state le sue dimissioni prima di quei bilanci, che fra l?altro l?avrebbero anche rilanciato con un'altra immagine, diversa da quella del corrivo per ragioni di poltrona, e che potevano poi rendere anche credibili la sue giustificazioni; giustificazioni che oggi, invece, lasciando tutto come stava, sanno tanto di scarica barile.

Altro che cantina sociale, c?? qualcosa di molto pi? inquietante in questa associazione.

Per fortuna che pi? della coerenza pot? la politica, una politica a cui si chiede seriet? e concretezza dei fatti, da realizzare con piglio e fermezza di polso, magari dando il buon esempio per primi, come ci chiede la UIL; certo i dati forniti da quel sindacato non brillano per coerenza, e non sono quelli di chi ?ha studiato?, come qualcuno acutamente ha osservato, anche perch? la riduzione o la rinuncia al gettone di presenza ? poca cosa rispetto al costo enorme del personale (e soprattutto delle convenzioni a perdere di durata ventennale), ma pu? comunque essere una proposta su cui riflettere per dare un segnale, un messaggio di seriet? quando si chiede agli altri di fare sacrifici; bando alle ciance dunque e alle vedettes del web, utili forse all?avanspettacolo della politica ma sicuramente deleterie per le sorti della citt?.

Pubblicato il: 31/03/2011

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