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NOTIZIE CORSIVI

I veri comunisti e C?ncina

Fausto Cerulli

Dante Freddi, nella sua democristiana equit?, ha detto che io e Vittorio Fagioli siamo i soli due comunisti rimasti ad Orvieto e dintorni. Lo ringrazio del complimento, ch? tale considero la sua affermazione: ma vorrei far presente che esistono in zona altri comunisti, che magari si espongono meno, e che comunque non militano nei partiti cosiddetti di sinistra. Sono comunisti i giovani che non si riconoscono nella sinistra di comodo, sono comunisti, versione anarchica, i giovani del Comitato Antifascista, che celebrano i morti di Camorena con manifestazioni cui gli esponenti della pseudosinistra si guardano bene dal partecipare. Sono comunisti i giovani che credono che sia possibile ancora il comunismo, e che magari mi dicono grazie Fausto quando scrivo che il comunismo non ? morto, ? la talpa che scava. Ma oggi, da comunista, voglio tessere le lodi ci Concina per le sue posizioni ambientaliste, che lo mettono al sole quando la sinistra vigliacca resta all?ombra. Leggo che Fagioli ha avuto modo di precedermi nell?elogiare Concina, e sono contento che lo abbia fatto. Voglio spiegarmi: sono anni che Fagioli ed altri ambientalisti si battono per salvare il paesaggio umano e geologico dagli scempi degli speculatori. Faccio solo un esempio: la vergognosa cava del Botto. Una stupenda sentenza del Tar del Lazio aveva stabilito che l?amministrazione di Mocio, uomo di sinistra, non poteva consentire al cavatore del Botto di continuare a massacrare uno dei paesaggi pi? suggestivi della zona, e lo aveva fatto sulla base di un ragionamento che andava contro la logica del capitale, applicando tra l?altro correttamente l?art. 42 della Costituzione: la libert? della iniziativa privata trova un limite nell?interesse sociale. Dunque: la tutela dell?ambiente ? un interesse sociale, e non esiste capitalista che se ne pu? fregare. Ovvio che una sentenza del genere costitutiva un precedente pericoloso: se altri Tribunali Amministrativi avessero seguito l?esempio, sarebbe stato messo in forse il principio caro ai capitalisti per cui quello che conta ? il maledetto affaraccio loro. La giunta di sinistra, capitanata al tempo da Mocio, avrebbe dovuto rallegrarsi di una tale decisione. Manco per sogno: il cavatore fece ricorso al Consiglio di Stato, appoggiato da tutti i cavatori italiani, e dalla Confindustria: e Mocio non perse l?occasione di accodarsi alla cordata. Ero presente come avvocato degli ambientalisti alla discussione del ricorso: da una parte io ed un collega di Perugia, dalla parte di lor signori quattro o cinque avvocati, di quelli a 10.000 euro a parola, e tra questi uno pagato dal Comune, cio? dai nostri soldi, per appoggiare le ragioni dei padroni. Ottimo esempio, caro il mio Mocio, di atteggiamento di sinistra. Il Consiglio di Stato, con una decisione sofferta e pilotata, dette ragione al cavatore, alla Confindustria, ed all?amministrazione di sinistra.  Le sentenze non si discutono, si appellano. Ed io proposi di ricorrere alla Corte Europea: ma gli ambientalisti non nuotano nell?oro, e le cause a livello europeo costano uno sfracello di spese. Non se ne fece nulla, anche se io mi offersi di perorare gratis et amore Dei- come del resto ? mio costume- dinanzi alla giustizia europea. La sentenza del Consiglio di Stato, con gran tripudio di lor signori e del sinistro Mocio, ? diventata dunque definitiva. Per cui, qualsiasi speculatore, in nome della cosiddetta libert? d?intrapresa, pu? bellamente infischiarsene del bene comune. Grazie, Mocio. Nell?occasione, occorre che lo dica, solo una voce fu solidale con la mia sconfitta e con quella degli ambientalisti. Ricevetti un messaggio da Concina, che esprimeva disagio e disappunto per la sconsigliata decisione del Consiglio di Stato.

Ora la storia si ripete: con la scusa che il fotovoltaico fornisce energia pulita, un pugno di lor signori sta cercando di ricoprire le colline orvietane, dal Peglia all?Alfina, di pannelli che costano una guerra, deturpano il paesaggio, e forniscono una quantit? miserabile di energia. Gli ambientalisti sono scesi in campo, guidati dal compagno Fagioli, e rompono le scatole alle Amministrazioni perch? non permettano il nuovo scempio. E siamo alle solite, anzi alle insolite. Le amministrazioni di sinistra- uso la parola per comodo lessicale- tentennano, prendono tempo per non dire di no a chi vuole saccheggiare il paesaggio in nome del tornaconto personale.  Soltanto un becero anticomunista come Concina ha il coraggio di dare ragione agli ambientalisti.

E giustamente il compagno Fagioli, per l??occasione, loda Concina, e lo stesso vuole fare per i suoi trentacinque lettori il sottoscritto Fausto Cerulli. L?opposizione tace, o mugugna, o se la cava per il corrotto della cuffia: prima ordina a Concina di andarsene, manco fosse Gheddafi, poi gli spara contro volgari manifesti con cui si accusa Concina di fare il bla bla bla. Sembra la ripetizione, in chiave locale, del marasma della cosiddetta opposizione nazionale: incapace di formulare proposte alternative, ricorre agli anatemi, novella Chiesa.

Concludo questo discorso incazzato, che mi costringe a schierarmi con una decisione che avrebbe fatto l?onore della sinistra, e che la sinistra, ancora una volta, ha regalato a Concina e alla sua Giunta. Guarda tu come sono ridotto: mi tocca prendere le difese di una giunta in cui abitano persone che mi sono politicamente estranee. Ma che ogni tanto decidono in nome del bene comune, nel silenzio sinistro della sinistra. Fine del discorso: stiano tranquilli i miei trentacinque lettori: Concina non mi nominer? assessore, abbiamo un rapporto di umana simpatia. Ma io resto comunista: pi? comunista di quelli che a sinistra criticano la destra di Palazzo solo per una sciocca questione pregiudiziale. E quell?idiota di Voltaire scriveva che i pregiudizi sono le mosche cocchiere degli stolti o degli invidiosi. E Voltaire, tanto per dire, non era comunista: comunisti soltanto io e Fagioli, e qualche volta, a tempo perso e magari non volendo, Antonio Concina. Accetto le critiche dei miei ex compagni, essendo ex loro, non io e Fagioli Il sermone ? finito, andiamo in pace. A proposito di sermoni, faccio presente che Concina ha fatto ferro e fuoco perch? Scanavino restasse Vescovo di Orvieto. Mentre i baciapile come Mocio non hanno mosso dito. Cos? vanno le cose del mondo, anzi dell?immondo.

Pubblicato il: 30/03/2011

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