Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

DIOCESI DISSESTO DISCARICA. Orvieto sar? aggregata alla diocesi di Terni? E Bolsena? Il PD paladino dei creditori del comune di Orvieto. Perch?? Perch? la SAO non si arrende e cambia progetto?

Pier Luigi Leoni

Diocesi

Non possiamo sapere se sia solo una diceria, ma circola in Umbria un?ipotesi sul futuro della diocesi di Orvieto-Todi che vale la pena riferire; se non altro, per il gusto di ipotizzare uno scenario possibile.

Il compito dell?arcivescovo Giovanni Marra, amministratore apostolico, perci? gestore temporaneo, della diocesi di Orvieto-Todi, sarebbe non tanto quello di preparare la sostituzione di Padre Scanavino, ma piuttosto di preparare l?aggregazione di Orvieto alla diocesi di Terni, e di Todi alla diocesi di Perugia. Il nuovo assetto avrebbe poco a che fare con lo scontro tra il clero diocesano e le organizzazioni autonome troppo in sintonia col ?frate? Scanavino: Santuario di Collevalenza ed erigenda Associazione Apostolica di San Venanzo. Piuttosto si tratterebbe di un problema organizzativo e finanziario. La limitata disponibilit? di sacerdoti, la facilit? delle comunicazioni e la complessit? delle operazioni per una efficiente gestione patrimoniale  e finanziaria, consiglierebbe diocesi di pi? ampie dimensioni.

In tal caso si riaprirebbe la questione di Bolsena, antica e prima sede della diocesi orvietana, della quale ancora oggi fa parte. La sua aggregazione a Viterbo sarebbe pi? ragionevole del dover fare capo al vescovo di Terni.  Ma si verrebbe a spezzare quel vincolo storico, non scevro di rancori ma molto significativo sul piano del culto, che lega le due citt?,che si divisero nel 1263 le reliquie del Miracolo Eucaristico di Bolsena. Il prospettato Santuario Eucaristico di Orvieto subirebbe un altro colpo.

 

Dissesto

Piccola e scontata polemica sui debiti del comune di Orvieto nei confronti dei fornitori dei beni e dei servizi. Gi? ho avuto modo di dire che Orvieto ? nelle condizioni di dichiarare il dissesto se vuole darsi il tempo necessario (la legge prevede un quinquennio) per separare dalla gestione corrente la massa passiva dei debiti verso i fornitori e la massa attiva del patrimonio da alienare per far fronte ai debiti. Ho anche cercato di spiegare perch? non si dichiara il dissesto: seri problemi che ne deriverebbero per il personale in esubero; rinuncia della maggioranza consiliare a gestire le alienazioni; magra figura della stessa sul piano del prestigio; convenienza della sinistra a non far emergere le responsabilit? dei tempi della finanza allegra ancora non prescritte; dovere politico e morale della sinistra di tutelare il personale che, quasi sempre, deve il posto ad essa; convenienza della sinistra a lasciar bollire l?amministrazione Concina. Del resto, la dichiarazione del dissesto ? un provvedimento che ha dei margini di discrezionalit?. Uno di essi deriva dal fatto che i creditori possono essere indotti, con lo spauracchio del dissesto (che, se fallimento non ?, gli somiglia molto), ad accettare modalit? di pagamento molto dilazionate. Da quel che si legge, il PD si sta facendo paladino di questa ipotesi. Un altro modo, cio?, per remare contro il dissesto.

 

Discarica

La reazione dell?azienda che gestisce la discarica orvietana alla decisione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell?Umbria di procedere verso l?imposizione di un vincolo sui calanchi ?, per un verso, comprensibile e, per altro verso, inaccettabile.

Si comprende come la dirigenza della societ?, che si era spesa per elaborare un progetto e per sostenerlo davanti alle autorit?, sia stata spiazzata dal volgere degli eventi e quindi abbia deciso di giocare la carta della paura: paura di trovarci tra qualche mese senza un posto dove scaricare i rifiuti; paura della disoccupazione di tanti lavoratori.

Per? non si pu? accettare che i calcoli dell?azienda facciano a pugni con le proiezioni che circolano da tempo e che il Comune di Orvieto ha verificato e, con la relazione dell?assessore Claudio Margottini, ha ufficializzato.

A dirla senza giri di parole, se si realizzer? la raccolta differenziata spinta, come prescritto dalla legge, non vi sar? problema di spazio per i rifiuti e di disoccupazione per gli addetti. Non c?? bisogno di particolare ingegno per diffondere la raccolta differenziata ?porta a porta?, che comporta una drastica riduzione dei rifiuti da seppellire o bruciare e un aumento dell?impiego di personale, senza dover aumentare la tassa. Infatti la vendita del materiale riciclabile consente di pareggiare i conti. Aumentano sempre pi? i comuni che lo fanno egregiamente. Non si capisce perch? noi non dovremmo esser capaci di farlo. Crediamo di essere pi? stupidi, o magari crediamo di essere pi? furbi?

Chi ha fatto redigere, e chi ha redatto, il progetto dell?azienda che gestisce la discarica non ? sciocco n? incompetente. A mio avviso ha commesso soltanto l?errore di sottovalutare il mutamento del contesto culturale, legislativo e, perch? no?, emotivo in cui si svolge l?attivit? della produzione e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani; e non solo di essi.

Poich? sono rispettoso del lavoro di tutti e fiducioso nell?altrui intelligenza e buona volont?, auspico che la SAO ci faccia la sorpresa di un progetto nuovo che metta d?accordo l?ambiente con l?economia e con la qualit? della vita.

Pubblicato il: 22/03/2011

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