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No all'aggressione militare della Libia, no all'Italia in guerra

Cobas Orvieto

Ancora una volta gli Stati Uniti e i loro principali alleati - con in primissima fila Francia e G.Bretagna, seguite a ruota da Italia e Canada - osano utilizzare il pretesto della guerra ?umanitaria? per giustificare la volont? di appropriarsi delle ricchezze naturali altrui. Non abbiamo dubbi sulla natura reazionaria e dispotica del regime libico, come su quella della quasi totalit? dei paesi del Maghreb e del Mashrek (Medio Oriente), scossi da potenti e coraggiosi movimenti popolari che dalla Tunisia all?Egitto, dal Bahrein allo Yemen reclamano democrazia politica e diritti sociali e civili per tutti/e, anche laddove questi movimenti, come in Libia, si intrecciano con antiche rivendicazioni a carattere etnico o territoriale.

Ma tutto ci? non ha nulla a che fare con l?aggressione che cinque paesi occidentali hanno scatenato, con la copertura dell?ONU, contro un paese sovrano, seppur guidato da un regime intollerabile. Le stesse potenze che fino a ieri hanno armato Gheddafi, stipulando con il suo governo accordi commerciali ed economici e usandolo come cane da guardia contro i migranti, oggi bombardano la Libia per garantirsi la gestione economica del petrolio e il controllo di una zona rivoluzionata dai movimenti popolari. Durante la violenta repressione in Egitto e in Tunisia, esse, che ora scoprono la difesa dei diritti umani in Libia, non hanno mosso un dito per fermare i carnefici agli ordini di Mubarak e di Ben Ali: e in questi stessi giorni la tremenda aggressione contro i movimenti di rivolta del Bahrein e dello Yemen, condotta dal repellente regime dell?Arabia Saudita (il pi? oscurantista e dittatoriale, ma il pi? intoccato perch? baluardo del potere Usa) che nel contempo finge di schierarsi a favore della democrazia in Libia, ? stata ignorata dai governi che ora attaccano la Libia.

Il governo Berlusconi, con ignobile sostegno bipartisan e la benedizione di Napolitano (ancora una volta il PD ? all?avanguardia delle aggressioni militari, dopo quelle alla Jugoslavia, all?Afghanistan e all?Iraq) e con l?ennesima violazione dell?art.11 della Costituzione, che impegna l?Italia a ?ripudiare la guerra?, ha messo a disposizione basi militari e armamenti, dopo che per anni il nostro Paese ha stipulato patti d?amicizia con Gheddafi, affidandogli il ?contenimento? violento dei migranti nonch? azioni e capitali delle principali aziende italiane, in primis l?ENI petrolifera.

Particolarmente nauseante questa aggressione, poich? avviene nei confronti di un paese che dall?Italia, proprio cento anni fa, ha subito una invasione e una annessione militare condita di orrendi crimini di guerra. E pur essendo a fianco della lotta contro il regime dispotico e reazionario di Gheddafi, come a quelle di tutti gli altri popoli del Maghreb e Mashrek, non ? certo con una occupazione militare del neo-colonialismo europeo e Usa che tale lotta potr? vincere.

Mobilitiamoci subito per: FERMARE L?AGGRESSIONE MILITARE IMPEDIRE L?INTERVENTO BELLICO ITALIANO SOSTENERE LA LIBERAZIONE DEI POPOLI DEL MAGHREB E DEL MASHREK CONTRO I REGIMI REAZIONARI

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Pubblicato il: 22/03/2011

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