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A PROPOSITO DI CALANCHI.A ME NON LA DATE A BERE...

Marco Marino

ANCORA A PROPOSITO DI CALANCHI
Dopo le dichiarazioni delle massime autorit? comunali circa il sopraelevamento con nuovi rifiuti del secondo calanco, una domanda sorge spontanea: fare una montagna di rifiuti pi? alta o collocare gli stessi rifiuti un po' pi? in basso ? cos? sostanzialmente differente?
Dalla filosofia zen ho appreso che le pietre piccole sono grandi e che le pietre grandi sono piccole, ma in ogni caso le pietre, grandi o piccole che siano, sono comunque pietre e nient'altro.
Da ci? deriva che i rifiuti sono solo rifiuti a prescindere da dove vengano collocati.
Seconda considerazione: dichiarare che al momento, ripeto, al momento non ? necessario prima del 2021 utilizzare il terzo calanco significa escludere l'ipotesi o solo rinviarla di un decennio?
Appena diventer? sufficientemente intelligente per capire, probabilmente riuscir? anche ad adeguarmi, ma visto che sono il perfetto opposto del mitico Ferrini, se non capisco non mi adeguo.
Capisco invece la bont? dell'avvio della raccolta differenziata ed auspico una rapida applicazione su tutto il territorio comunale e su tutti i conferimenti extra comunali.
Nel mio precedente intervento di denuncia ambientale globale che ha fatto irritare anche qualche costruttore, ingegnere, architetto, geometra o muratore, trascurando gli anonimi politicanti di mestiere, i troppi pierini che girano per Orvieto e dintorni hanno voluto soffermarsi solo sull'ipotesi che avevo formulato di utilizzo del terzo calanco, dimenticando che l'avevo proposto  per favorire lo svuotamento del primo il cui residuo dopo l'operazione sarebbe inferiore al dieci per cento. Cos? almeno mi dicono gli esperti in materia, avvertendomi anche che i costi sarebbero elevati, ma il beneficio finale sarebbe quello di eliminare i costi di manutenzione del calanco, la sua restituzione al parco ed il residuo di inerti collocati nel terzo non creerebbe nessun impatto ambientale.
Alla fine della vicenda resterebbe solo il secondo calanco a futura memoria di come mai, dico mai e ripeto mai dovrebbe essere pensata l'eliminazione dei rifiuti in un contesto di alto valore ambientale.
Sentendo anche il plauso e l'entusiasmo delle organizzazioni ambientaliste all'ipotesi della montagna di rifiuti, dopo essermi posto l'interrogativo di quanti associati escluso mogli figli e parenti possano contare, ponendomi anche l'interrogativo a quale di queste aderiscano sindaci ed assessori, da bravo pierino ho deciso di fondare anch'io un'associazione ambientalista: quella degli APOTI, per i classicisti, o NO DRINK per gli anglofoni, che sostanzialmente significa "Quelli a cui non  la si pu? dare a bere!"
Sono aperte le iscrizioni.

Pubblicato il: 14/03/2011

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