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CARO DON ITALO, SONO CON TE. LETTERA AI CRISTIANI DAL DESERTO

Silvio Manglaviti

Siamo in Quaresima, che per Chi sia di Fede Cristiana (e, aggiungo, cattolica di rito romano: tanto per premettere di essere volutamente settario e politicamente scorretto) impone seria riflessione, dura sobriet? e mestizia.

Le chiacchiere di questi giorni tuttavia, cos? aspre, violente nei toni e nei contenuti, mi spingono a derogare sul Silenzio che invece dovrebbe caratterizzare i quaranta giorni avanti la Santa Pasqua del Signore.

Meditazione, astinenza, digiuno sono solo pratiche per ricordare il Deserto, Ges? nel deserto.

Caro Padre Salvatore, Wish you were here.

Cristiani, dove siamo? Cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando? ? sufficiente un ?sentito dire?, un ?lo ha detto la televisione ??, per avere la certezza di sapere di essere a conoscenza di possedere la verit??

Un bellissimo dipinto di Salvatore monaco individua il nostro essere cristiani e rappresenta tanti pali della luce, ciascuno ? per proprio conto ? stagliato verso il cielo ma anche connesso ad altri pali. Ci ricorda che il rapporto di Fede con Dio ? soltanto una faccenda personale, condivisibile: ma personale, di ciascuno.

Questo momento di confusione ? un momento particolare e di arricchimento, di Grazia per la nostra Chiesa, come lo sono sempre e soltanto i momenti duri, aspri e di sangue: dalla Quaresima alla Pasqua.

Il cristiano porta la Croce: non deve fare altro. Non sta guardare. Non si nasconde nell?anonimato.

CHI INVECE BUTTA LA CROCE SU QUALCUN ALTRO NON PUO? DIRSI CRISTIANO.

Questo momento difficile ? una prova per tutti noi cattolici orvietani. Dunque non una disgrazia.

Qui si dividono le strade tra quanti credono in un Cristo personalizzato, esseno, zelota, fariseo, giudeo, nazareno, mago, taumaturgico e liturgico e quelli che invece VEDONO E CREDONO, e scelgono e decidono di farsi carico della Croce. ? la denuncia del Jesus Christ Superstar, del facile disimpegno qualunquista, del pressappochismo di tante spicciole credenze personalizzate, consumistiche, superstiziose.

Non ? sufficiente l?entusiasmo aggregativo dettato dalle pance. Bisogna essere capaci di riconoscere che questo invece ? un momento di Grazia per noi cattolici orvietani, un?opportunit?; per poterci render conto e divenire consapevoli del nostro ruolo di ?pali della luce?. Di dove sia (qui, ora) la cruna dell?ago.

In altri miei interventi ho gi? detto del dono che lo Spirito Santo, per tramite di Padre Giovanni, ha voluto regalarci del progetto per il Duomo-Santuario, che ? ho proposto ? fosse esteso a tutta la Citt? di Orvieto, Luogo Sacro fin dal tempo degli Etruschi, e voglio ancora ribadire che non ? importante la figura umana che veicola la Parola, sia esso sacerdote o (cosiddetto) ?laico?. Gli esseri umani vanno e vengono.

Prerogativa di ogni Cristiano ? quella di farsi strumento per portare il Vangelo: niente altro.

Approfittiamo di questo momento di Deserto per guadagnarci la Pasqua e rinnovarci per rinnovare la nostra Chiesa. Che Ges? ? venuto per sparigliare le carte e rovesciare le pentole scoperchiate di colui che divide e rimesta nel torbido (che in greco si dice diavolo).

La tentazione, le tentazioni di ergersi a giudici, di scagliare pietre, di far finta di non vedere la trave che impedisce il corretto discernimento, la gelosia, la vendetta, la maldicenza, la delazione, l?indifferenza, l?egoismo, la disconferma, l?arroganza, la violenza, la sufficienza, sono sempre l? a disposizione, dietro l?angolo.

Poi, passate le palme, il processo sommario, la derisione, la condanna! Poi, la crocifissione.

Caro Don Italo, ebbene, per tutto questo io sono con Te.

Pubblicato il: 11/03/2011

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