Dissesto. I dramma del personale comunale che perderebbe il posto di lavoro

Ho motivo di ritenere che l?ipotesi della dichiarazione del dissesto comunale sia stata soppesata dagli addetti ai lavori, ma che risulti indigesta per una serie di ragioni, tra le quali l?unica che mi sembra rispettabile ? l?impatto sul personale comunale. Una trentina di dipendenti di ruolo sarebbero messi in mobilit?, la met? dei dipendenti non di ruolo sarebbero licenziati. Una cosa ? dire che ? proprio questa eccedenza di personale che impedisce l?equilibrio dei conti; una cosa ? dire che la comunit? orvietana non dovrebbe rinunciare a servizi molto delicati per assicurare il lavoro a gente della quale si potrebbe fare a meno; una cosa ? dire che nel settore privato succede tutti i giorni di molto peggio; altra cosa ? mettersi sulla coscienza le sofferenze di tanta gente, di padri e madri di famiglia, di ragazze e di ragazzi che passerebbero dalla sicurezza dello stipendio e del futuro a una situazione che non si deve augurare a nessuno. Non ? tanto questione di giustizia, quanto di empatia, cio? di essere in sintonia con lo stato d?animo delle persone che rischiano il posto di lavoro. Ci? dipende da una sensibilit? che tutti abbiamo, a meno che non siamo degli psicotici o siamo accecati dal rancore e dall?invidia. Il mio stato d?animo ? di condivisione e di solidariet? e sono convinto che ? anche quello del sindaco, degli assessori e di tutti i consiglieri comunali. Perci? quando ragiono di dissesto lo faccio perch? nessuno ? riuscito a dimostrami che esso sia evitabile. Fino al mese di ottobre dell?anno scorso ho coltivato la speranza che si potesse evitare questa disgraziata soluzione e mi sono opposto a chi era gi? convinto che fosse inevitabile. Ho condiviso con tutto il consiglio comunale la speranza che si potesse uscire dalla palude senza tragedie e mi sono assunto le mie responsabilit?. E me le assumer? ancora se mi si dimostrer? che esiste un?alternativa che non sia la falsificazione del bilancio.

Se qualcuno ha buone notizie le tiri fuori. Sono stanco di angosciarmi e di angosciare gli altri.