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Quello che so di via Poma. Detto da Luciano Porcari...

Fausto Cerulli

I miei 35 lettori mi perdoneranno se stavolta scrivo senza neppure un pizzico di ironia. Ritorno sul caso Poma, e sulle informazioni che ho ricevuto in merito da un mio cliente orvietano, attualmente

recluso a Rebibbia. Parlo, ovviamente , di Luciano Porcari. Da tempo mi inviava lettere in cui diceva di sapere qualcosa su quel delitto, poi le sue dichiarazioni sono state oggetto di un articolo sul Corriere della Sera e di una trasmissione televisiva. Con l?approssimarsi del processo, Porcari mi ha chiesto di mettermi in contatto con il difensore di quel Raffaele, che ? stato poi condannato dalla Corte d?Assise di Roma. Porcari, quale che sia il suo carattere, mi invitava a muovermi  perch? non tollerava che un innocente fosse condannato. Sono stato per molto tempo indeciso se telefonare o meno al difensore dell?ex fidanzato di Simonetta Cesaroni. Alla fine mi sono sentito in dovere di farlo, anche se so che molti miei colleghi avvocati mal sopportano quelle che considerano interferenze. Il collega si ? dimostrato molto diffidente, poi mi ha detto che ormai lui aveva fatto la propria arringa difensiva. Gli ho fatto notare che se avesse gettato nello stagno del processo le rivelazioni, comunque abbastanza circostanziate, di Porcari, avrebbe comunque seminato qualche dubbio nella giuria popolare, fatta di gente comune, attenta ai fatti pi? di molti giudici attento soprattutto alle questioni strettamente giuridiche. Per far comprendere al collega che Porcari ? spesso credibile, gli ho anche citato un fatto di cui sono venuto a conoscenza di recente. Dunque Porcari era stato interrogato dalla Commissione parlamentare d?inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi:; in quella occasione le dichiarazioni di Porcari, a differenza di quelle di altri testimoni, erano state coperte da segreto di Stato, su ordine del Presidente della Commissione, avv. Taormina. Il ricorso al segreto di stato significava che Porcari aveva rivelato notizie scomode e scottanti. La riprova si ? avuta quando l??avv. Taormina ? stato sostituito dall?avv, Pecorella, il quale ha tolto il segreto di stato che copriva le dichiarazioni di Porcari, ed ha inviato tutto alla magistratura ordinaria, che ha riaperto l?inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi, seguendo una delle indicazioni fornire da Porcari; secondo il quale Ilaria Alpi era stata uccisa dai nostri servizi, deviati o meno, perch? aveva scoperto un traffico enorme di rifiuti tossici tra Italia e Somalia. Ho fatto presente questa circostanza, che aumentava la credibilit? di Porcari, al mio collega impegnato nel processo per via Poma. Pensavo di aver scalfito la sua diffidenza: se Porcari era stato ritenuto credibile nella vicenda di Ilaria Alpi, forse si poteva dare qualche peso alle sue dichiarazioni, rese tra l?altro dinanzi ad altro magistrato della Repubblica, nelle quali sosteneva che Simonetta Cesaroni era stata eliminata perch? aveva scoperto qualcosa di compromettente nell?ufficio in cui lavorava: e quel qualcosa, guarda caso, e stando a quanto sostenuto da Porcari, aveva a che fare, anche stavolta, con traffici illeciti tra Italia e Somalia.  Il mio collega romano non ha fatto parola dell?argomento: lo so per certo da una giornalista del Corriere della Sera che seguiva di persona il processo, e mi teneva informato degli sviluppi. Poi ? arrivata la sentenza di condanna. A questo punto mi chiedo se il mio collega romano fosse convinto che si sarebbe giunti comunque ad una assoluzione, o se pensava che io e Porcari lo stessimo prendendo in giro. E posso anche pensare che un qualche suo orgoglio professionale gli abbia fatto pensare che il difensore era lui, e non voleva spartire nulla con nessuno. Posso capirlo, ma la posta in gioco era troppo alta. Non vorrei pensare che il mio collega abbia pensato di non mettere in campo una questione che comunque aveva a che fare con i servizi, deviati o meno. Non voglio pensarlo, perch? sarebbe una cattiva congettura: io, al suo posto,  mi sarei messo contro tutti i  servizi e i disservizi del mondo per salvare un mio cliente innocente. Ma ogni avvocato ha diritto di scegliere la propria linea difensiva, ci mancherebbe altro. Io, per quanto mi riguarda, ho sempre anteposto l?interesse del mio cliente, se lo ritenevo innocente, ad ogni calcolo di convenienza o di cosiddetta opportunit?. E non mi nascondo che la condanna dell?ex fidanzato della povera Simonetta mi ha fatto star male; forse, se avessi insistito maggiormente con il mio collega romano, la sentenza avrebbe potuto essere diversa. Ma con i forse non si fa la storia, figuriamoci la giustizia. Per fortuna la sentenza sar? appellata: e mi auguro che il mio collega romano vorr? chiedere alla Corte di Appello di interrogare Porcari, o perlomeno di far entrare nepl processo le dichiarazioni che Porcari, sui fatti di Via Poma, ebbe a rendere ad un magistrato della Repubblica, e delle quali la Corte d?Assise, e soprattutto la giuria popolare, sono stati completamente tenuti all?oscuro. Mi dispiace di aver toccato un tasto tutto sommato personale, ma avevo un peso da togliermi dallo stomaco. Non mi va gi? che un innocente sia condannato, anche se non ? mio cliente stretto.

Pubblicato il: 06/02/2011

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