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Duomo ? Santuario: affare economico o 'affare' religioso?

Pier Luigi Leoni

L?idea del Duomo - Santuario ha avuto l?effetto di una iniezione di adrenalina in un organismo fiaccato da anni di frustrazioni. Tralascio l?entusiasmo di chi si preoccupa esclusivamente degli affari, anche se non c?? niente di male a prestare servizi ai pellegrini facendosi pagare il giusto prezzo. ? vero che ?non di solo pane vive l?uomo?, ma anche il pane gli ? indispensabile. M?interessa di pi?, quale indegno seguace di Cristo e figlio di Santa Romana Chiesa, riflettere, con chi ne ha interesse, sui significati e sulle prospettive religiose di una ?specializzazione? del Duomo come santuario. Uso questa espressione perch? il Duomo ? gi?, di fatto, un santuario ed ? frequentato da una quantit? di pellegrini superiore a quanto comunemente s?immagini.

A questo punto ? bene distinguere tra le reliquie del Miracolo Eucaristico di Bolsena e il mistero del Corpo e del Sangue del Signore. Mentre il culto delle reliquie appartiene a una devozione popolare legata a un racconto medievale, quindi non ? materia di fede, altra cosa ? l?Eucaristia.

Dal Vangelo secondo Luca: ?Mentre mangiavano, Ges? prese il pane e, dopo aver recitata la benedizione, lo spezz? e lo diede ai discepoli dicendo: Prendete, mangiate, questo ? il mio corpo. E prese una coppa, rese grazie e la offr? loro dicendo: Bevetene tutti; poich? questo ? il sangue mio; il sangue dell?alleanza, che sta per essere versato per molti in remissione dei peccati?. Ges? dice ?questo ? il mio corpo? e ?questo ? il mio sangue?, non dice ?questo pane ? il mio corpo? e ?questo vino ? il mio sangue?.  In questa parole la Chiesa riconosce la istituzione del nucleo centrale del nuovo rito, che ? comunione col Signore mangiando il suo corpo e bevendo il suo sangue; cos? come nelle parole ?versato per molti in remissione dei peccati? riconosce che Ges? si attribuisce la redenzione universale; infatti il termine ?molti? non contiene limitazioni e quindi sottolinea la vastit? della sua opera redentiva. Una grande speranza per noi poveri peccatori.

Il papa Urbano IV  fu un profondo cultore del mistero eucaristico e l?11 agosto 1264, poche settimane prima di morire, estese a tutta la Chiesa da lui governata, con la bolla Transiturus de hoc mundo, firmata in Orvieto, la celebrazione della festa del Corpo e del Sangue del Signore. Il papa non parla del miracolo di Bolsena, che i pi? datano nel 1263, e l?influenza del fatto prodigioso sulla decisione pontificia  ? una congettura che non ha rilevanza dal punto di vista teologico. Invece la bolla accenna, pur senza fare nomi,  alle visioni di Santa Giuliana, badessa delle Agostiniane di Mont-Cornillon, che il futuro papa aveva conosciuto nel 1242-43, quando era arcidiacono a Campine (Liegi).

Ma va pure tenuto presente che il Duomo di Orvieto ? dedicato alla Madre del Signore. Questa concomitanza dell?importanza di Orvieto come citt? eucaristica e dell?intitolazione del duomo alla Vergine mi fa pensare che, soprattutto nel culto dell?Eucaristia e della Madre del Signore, convergono con la Chiesa Cattolica le Chiese ortodosse. Sebbene Chiese autocefale e da molti secoli non pi? in comunione con il successore di Pietro, esse sono le pi? vicine a Roma, da cui le separano poche ostinazioni teologiche  e pastorali che, con un po? di reciproca umilt?, possono essere superate. ? per questo che auspico un?apertura del santuario alle Chiese orientali, animate da una profonda ed esemplare spiritualit?, e spero che Orvieto, cos? vicino a Roma, divenga luogo d?incontro tra la Chiesa occidentale e quelle orientali (il papa Giovanni Paolo II parlava di due polmoni della Chiesa universale) per la maturazione del processo di reciproca comprensione.

Pubblicato il: 06/02/2011

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