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DEMONIZZARE LA TUSCIA, PATRIA ANCHE NOSTRA. Cui prodest

Silvio Manglaviti

Ma certo che la Storia da sola non basta. Come non essere d?accordo su questo. Purtroppo per? non bastano neanche gli aridi (asfittici?) numeri (pi? o meno grandi che siano).

La faccenda ? assai pi? seria e complicata.

La storia di Orvieto ha tutti i numeri che servono perch? si possa tentare una via di sviluppo alternativa a quella finora deludente ed inutile nel contesto bipolare umbro.

 

La situazione economica e sociale di Orvieto ? figlia della propria realt? politica, storica e moderna. Oggi, tuttavia, si ha l?opportunit?, che ? pi? di una mera possibilit?, di poter valutare seriamente quali siano le risorse di cui disponiamo. Che di sicuro non potranno mai essere di tipo industriale; immondezzai compresi, quale industria dello smaltimento della risulta: a proposito, come ci siamo arrivati ad essere polo dell?immondizia umbra? Chi ha deciso e dove?

Vecchie amministrazioni locali, provinciali e regionali hanno individuato nei nostri stupendi Calanchi, soggetti amati da Prencipe e Ciaurro, i siti ?adeguati?.

Tutto sulle nostre teste. Sulle nostre intelligenze che passivamente imbambolate dall?imbonitore di turno prendevan su tutto, zitti e boni.

 

Sar? retorica bucolica, ma la nostra risorsa sono l?aria buona, le sorgenti limpide (quelle rimaste), i boschi, le macchie, trosce e laghetti, i prati, i sentieri, le emergenze archeologiche ? dalle caverne del Bronzo, alle necropoli ed ai santuari etruschi, ai tratti di vie consolari romane ? e quelle storiche e architettoniche dei tanti borghi e villaggi di cui ? disseminato il nostro territorio; per non parlare poi della citt? e della sua Rupe, di quel che vi ? sopra e quanto si nasconde nelle viscere underground. A questo mettici il buon mangiare e il bere meglio. E aggiungici un comodo letto in un bel casale rimesso a nuovo sperso nella campagna, una sdraio sotto un cerro o un castagno secolare. La nostra risorsa ? nelle tante manifestazioni culturali e religiose, da UJ al Corpus Domini, dalla stagione TeMa a Venti Ascensionali, dal Concerto di Pasqua al Folk Festival, dal Premio Barzini all?attivit? congressuale.

 

Le nostre risorse? Abbiamo ?solo? da offrire Ambiente, Paesaggio, Storia e Cultura.

? roba nostra. Che nessun altro deve gestire per noi.

Se questa risorsa serve al turismo, allora ci si dedichi al turismo. E basta!

 

Il Turismo va dove lo porta il cuore: anzi, il portafoglio; l?aereo (Roma; Firenze); la nave (Civitavecchia); il treno e l?autostrada (ci si ha pure questa).

 

I numeri stanno dove li si vuole leggere. E poi, comunque, restano numeri: variabili e da variare, per loro natura. Rimane la Storia; quella non te la pu? cambiare nessuno. Semmai te la raccontano come vogliono, come gli pare. Ecco perch? bisogna raccontarla bene, gi? bene alle giovani generazioni: la storia della propria citt?, del proprio territorio.

 

A ciascuno il proprio mestiere: mi si vuol far passare per un nostalgico retr? quando sono soltanto un insignificante insegnante di materie geografiche e storiche.

Ho, s?, il difetto di amare queste nostre terre e di non digerire sprechi e soprusi.

Non sono avvezzo a parlarmi e piangermi addosso, ed aborro ipocrisia e dabbenaggine.

Soprattutto non mi piace stare a guardare e vado a raccontar di storie e geografie dei luoghi dove mi chiamano.

Credo che l?opzione Tuscia non vada demonizzata. ? un?opportunit?.

Ma chi ha detto che contemporaneamente non si debba continuare a far crescere il ruolo di Orvieto ponte e porta sia dell?Umbria sia della Tuscia?

Perch? qualcuno teme il Distretto Culturale della Tuscia? ? pertinente alle nostre vestigia e alla nostra storia; ? geograficamente corretto.

Non sar? peggio di quanto finora apportato dalle relazioni con la provincia e la regione.

Terni ha da fare col nuovo polo ospedaliero di Narni-Amelia (a spese del nostro).

Perugia ? il capoluogo e fa il capo e come tale ha i propri tirapiedi e consigliori. Eppoi, con Perugia non si ? mai parlato e non si parla, purtroppo.

Speriamo nel nostro solingo rappresentante eletto in quel consiglio regionale: ma la vedo dura.

 

Allora perch? non tentare? Cosa c?? da perdere? Cosa hanno Terni e Perugia lo si sa, ma cosa ci hanno dato? Solo monnezza e per il futuro, monnezza ancora. Certo per colpa nostra, dei nostri amministratori.

? inutile negare, il turismo orvietano d? fastidio, sia a Terni sia a Perugia.

La cabala dei numeri per?, con la Tuscia, potrebbe giocare a nostro favore, una volta tanto.

Pubblicato il: 05/02/2011

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