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VINCENZO CENCIO TORDI: PROFESSORE AD ANDAMIENTO SLOW

Silvio Manglaviti

Quando gli amici cominciano ad andarsene, ? brutto segno.

Cencio ? uno di casa, amico di mamma e pap?. Suo pap?, di mio nonno. Ritrovarselo a scuola, al liceo, professore di ginnastica, fu normale. Anche se Cencio non era uno normale.

Il ?piccolo? di Casa Tordi, figlio del Cavalier Mario, Moschettiere del Re ed Ufficiale dei Granatieri di Sardegna (fondatore della sezione orvietana dell?Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna con mio nonno Averino Monachino, commilitoni al 2? Reggimento a Roma in S. Croce), ne rappresent? lo spirito alternativo.

Tanto per cominciare, a scuola, ci spiazz? subito con il suo lapidario antagonismo all?agonismo: noi che fremevamo per i giochi della giovent? dove potersi misurare nei derby atletici e pallavolistici contro professionale e scientifico. I pi? accaniti ci restarono male e non approvavano quell?approccio distaccato dal normale andamento delle cose. Cencio vedeva l?agonismo come qualcosa di inutile, anzi di inopportuno: come un nobile d?altri tempi avrebbe potuto vedere l?affaccendarsi smodato in qualche attivit? che implicasse un esclusivo impegno muscolare. Ma in giovinezza, si sa, l?ingaggio, il confronto, la dimostrazione velleitaria della propria ?valencia?, sono pane quotidiano: naturale; istintuale. Io che conoscevo Cencio tuttavia non mi stupivo pi? di tanto. In verit?, era un filosofo della fisicit?. S?, ma non snob, radical chic. Ironico e smaliziato, semmai, ed il primo a sapersi prendere in giro. Alla fine, l?ora di ginnastica con lui era una sorta di autogestione (in perfetta armonia nelle more dell?epoca): chi voleva poteva allenarsi (anche preparandosi ad eventuali cimenti: dove comunque, alla fine, Cencio ci avrebbe in ogni caso accompagnati), avvalendosi sempre del suo expertise e supporto tecnico; altri ripassava la lezione; altri usciva a prendersi un pezzo di pizza da Medori; altri ancora, appartati a fumarsi una cicca in totale relax.

Erano i tempi del (vero) bipolarismo ideologico: fascisti contro comunisti. Quel vero ?pseudobipolarismo tripolare? all?italiana con i ciellini nel mezzo: insomma come oggi.

C?era il cineforum di Guido Barlozzetti. C?era il Comune Nuovo. C?era il pulmann per l?Amiata.

Con Cencio si discuteva sempre di tutto. Anzi era proprio lui a stimolare ogni volta una sorta di dibattito similintellettuale. Poi, chi preferiva allenarsi, poteva pure andare in palestra o sul campo. Non nascondeva la sua visione di sinistra, ma non la ostentava. Fu lui ad accompagnare una rappresentanza del liceo classico in visita al 3? Battaglione Granatieri nella Caserma Piave nell?occasione di un 4 novembre.

Cencio era uno elegante dentro. Era il mio Elliot Gould di M.A.S.H., di Piccoli Omicidi.

Scanzonato ed al contempo estremamente serio, che non ne capivi mai il confine.

Non posso non immaginarlo anche nel frangente estremo, avviarvisi lentamente, dolcemente, che tanto non c?? mica fretta di doversene andare di qua; non c?? mica bisogno di spingere.

Ciao Cencio, amico mio.  

Pubblicato il: 04/01/2011

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