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Parco dei calanchi. La politica del diritto ha giocato con il diritto della politica

Fausto Cerulli

Io sono di Cantalice, e dunque non dovrei prendermi troppa cura dei calanchi orvietani. Ma sono puntiglioso, ho combattuto qualche battaglia ambientalista in quel di Porano, facendo infuriare un Sindaco di sinistra che, essendo del Pidd?, non ? molto di sinistra; e in quel di Orvieto, come avvocato di un comitato contro lo scempio delle cave, tanto care a Mocio allora Sindaco, e quando la causa che sembrava vinta cozz? contro il Consiglio di Stato, che dette ragione ai cavatori e a Mocio, un Sindaco di destra convenne con me che il Consiglio non era stato proprio un buon Consiglio.

Ho seguito in maniera distratta, lo debbo confessare, la questione del Parco dei Calanchi, finch? non ho capito che il progetto del Parco voleva evitare una nuova discarica per rifiuti, dopo che la prima aveva segnato una pagina poco pulita della storia orvietana, se ? vero come ? vero che a Morrano arrivava la mondezza di Giugliano, provincia di Caserta, e odorava vagamente di camorra?Ma torno alla questione della nuova discarica; e non posso non lodare il mio amico-nemico Pier Luigi Leoni, per aver saputo fare il Gianni Letta della situazione, mediando come lui sa fare, da cattolico sapiente e saporoso. Cos? come debbo lodare, per la chiarezza, la precisione giuridica, la concretezza degli argomenti l?articolo della Tommasi, apparso su questo giornale on line. La Tommasi ? una persona che conosce il proprio mestiere, sa quello che scrive e scrive quello che sa. Mi colpiva, nel suo intervento, soprattutto la dovizia di informazioni sulla questione dei presunti diritti della Sao; diritti a fare uso di una parte del territorio orvietano per aprire una seconda discarica. La Tommasi dimostrava, nel suo intervento, come e qualmente il terreno della SAO non avrebbe mai potuto essere occupato da una discarica, essendo compreso in una zona urbanistica destinata a scopi ben diversi. Non sto ora ad occuparmi di questioni urbanistiche, ma se il terreno della Sao ? negato alla mondezza, e la Tommasi lo dimostra con riferimento a precisi strumenti urbanistici, nell?ambito del Piano Regolatore, io non posso non sottoscrivere, non posso non prendere atto.  Magari posso pensare, e Pier Luigi mi scuser? in nome di Davila, che l?idea del Parco dei Calanchi sia stata una mossa abile e ben studiata per non affrontare di petto la questione della Sao. Penso che anche Leoni sapesse che la Sao non poteva sistemare- si fa per dire- una discarica in quel terreno, ed allora ha aggirato l?ostacolo: e per come lo ha aggirato non posso non congratularmi con lui, considerato il risultato: che ? stato comunque quello di un ?no? secco alla nuova discarica. A questo punto fa sentire la sua voce Angelo Ranchino, amico e collega. E proprio perch? sono onorato di essergli amico, non posso non restare perplesso dinanzi al suo intervento pubblicato dalla cronaca locale del quotidiano ?La Nazione?. Un intervento in cui la sola certezza ? una sorta di astio verso la Tommasi, proprio per quel suo corsivo in cui veniva puntualizzata la illegalit? della eventuale utilizzazione di quel terreno da parte della Sao per adibirlo a discarica.  Ranchino sostiene che la Tommasi ha preso lucciole per lanterne, e che la Sao avrebbe benissimo potuto rovinare quel terreno con una discarica. Anzi, sarebbe stato suo sacrosanto diritto: peccato che Ranchino non abbia minimamente indicato dove avrebbe sbagliato la Tommasi, e non abbia spiegato in che cosa consistesse il diritto della Sao di fare quello che non avrebbe potuto fare. Conosco troppo bene la preparazione giuridica di Angelo Ranchino per pensare che ? se avesse avuto argomenti giuridici da contrapporre a quelli della Tommasi- non ne avrebbe fatto ampio ed accorto uso: invece niente: lui critica la Tommasi, le rimprovera di non aver letto bene le norme, ma non dice dove e come la Tommasi le abbia lette male. E qui mi viene un cattivo pensiero: visto che ormai il Parco dei Calanchi ? stato approvato, Ranchino vuol far capire che se fosse dipeso da lui, la Sao avrebbe potuto fare la seconda discarica. Ma Ranchino ? un avvocato, e vuole far pesare il suo mestiere.  E allora ci fa sapere che la mozione Leoni ? passata grazie ad un compromesso per cui ?vengono fatti salvi i diritti dei terzi?. E tra i terzi, ovviamente, ? compresa

la Sao. E sottolinea che grazie a questa formuletta, che si usa anche quando si fa un contratto di compravendita di un mulo, sarebbe scongiurato il rischio di una eventuale azione legale vincente della Sao contro il Comune. Ma qui casca l?asino. Delle due una: o ha ragione la Tommasi, ragione giuridica intendo, quando sostiene che la Sao, in base alle norme del Piano Regolatore, non avrebbe avuto il diritto di sistemare per le feste quel sito a discarica. O ha ragione Ranchino, quando dice il contrario, e cio? che la Sao aveva diritto di fare la discarica in quel sito. Ma se dovesse avere ragione, ragione giuridica intendo, il mio amico Ranchino, quella formuletta del ?fatti salvi i diritti dei terzi? non servirebbe certo ad evitare una causa promossa dalla Sao contro l?Amministrazione. Anzi, ne costituirebbe il presupposto. Diciamo allora che il mio amico Angelo Ranchino ha bastonato, leggiadramente, la Tommasi, perch? non poteva bastonare ufficialmente la mozione Leoni, avendola, magari obtorto collo, comunque approvata.  La politica del diritto ha giocato con il diritto della politica. Ma adesso viene Capodanno, spumante per tutti. E tutti al Parco.

Pubblicato il: 30/12/2010

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