Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Le primarie e la neve

Pier Paolo Vincenzi

In epoca di ferventi tribuni che disquisiscono su ogni aspetto della vita privata, pubblica e politica, in un'era dove la parola d'ordine pare essere ?potere al popolo?, quello delle primarie, della ?base?, della ?gente?, in quest'epoca, appunto, voglio raccontare una storia. Non ho la prosa fluida di uno scrittore, non so parlare per metafore, non ho l'et? per raccontare gustosi aneddoti del passato, ma la storia che vi racconto ? una storia vera, quasi un pezzo di cronaca e pertanto credo meriti di essere narrata.

Venerd? 17.

Mi trovo in quel di Firenze per lavoro, come ormai da qualche settimana. Casa in zona Le Cure, scuola dove lavoro zona Gavinana, poco meno di 5 Km con l'automobile. Alle 13 e 30 circa sono sul luogo di lavoro, parcheggio e me ne vado a scuola. Inizia a nevicare poco dopo, una neve gelida e farinosa, di quella che si scioglie difficilmente. Attacca subito, in poco pi? di mezz'ora le strade sono bianche. In poco pi? di 2 ore il traffico si paralizza, le strade si intasano. Alle 17 e 30 ? impossibile prendere l'auto e tornare a casa, la citt? ? in tilt, vedo auto ferme di fronte alla scuola per decine e decine di minuti, impossibilitate a muoversi di qualche metro. La neve continua a scendere e cala in citt? un silenzio lunare che riesce anche a mitigare il rumore dei clacson delle auto bloccate. Niente autobus, tutti fermi.

Torno a casa a piedi, non senza aver fatto una passeggiata sotto la neve. La citt? ? meravigliosa, i lungarni divengono come sponde della Neva, piazza della Signoria ? quasi fiabesca.

Intorno alle 19 cessa di nevicare, sono gi? a casa, giungono notizie di disagi in autostrada ma tutto sembra essere normale, in fondo ? stata una nevicata importante, sono caduti 30 cm di neve fino a pochi minuti prima. La giornata finisce cos?, con l'eccitazione un po' infantile per l'evento che ha sconvolto i programmi e la preoccupazione per il giorno dopo, per trovare il tempo necessario per andare a recuperare l'automobile.

 

Sabato 18.

Il risveglio mi lascia un po' stupito. La via dove abito, via Goito, ? una enorme lastra di ghiaccio. Poco male, penso, non si pu? chiedere ad una citt? come Firenze di arrivare in tutte le strade in poche ore, sicuramente staranno liberando prima i Viali, le strade principali. In mattinata renderanno agibili anche le vie secondarie. Mi metto a leggere i quotidiani on-line e leggo con stupore dei disagi degli automobilisti sull'A1. E' una vergogna, responsabilit? piena di Autostrade s.p.a, Anas e di un governo centrale che non punisce i responsabili di quanto sta accadendo. Decido di scendere in centro, per respirare ancora un po' di quella magia lasciata in piazza della Signoria la sera prima. Comincio ad avvicinarmi al centro, ma la situazione non cambia: strade ghiacciate, dalle pi? piccole alle pi? trafficate, pochi temerari che si muovono con le catene montate. Qualche autobus accostato sul ciglio di via dei Mille, lasciato l? la sera prima, suppongo. Nessun autobus in movimento. Apprendo da due passanti che discutono animatamente che la stazione di Santa Maria Novella ? in gravi difficolt?, che in autostrada ? ancora il caos, che la citt? ? paralizzata.

Mi guardo intorno: s?, ? vero, ? stato un evento non consueto, ma in fondo era annunciato da giorni e si ? trattato di 30 cm di neve, non di un metro, come ? possibile che non vi siano in giro mezzi spazzaneve? Nessuno ha pensato agli spargisale?

La giornata scorre cos?, tra incombenze da sbrigare  e perplessit? sempre maggiori su come si stia gestendo la situazione.

Domenica 19.

Veramente poco da segnalare, se non che il disagio si trasforma lentamente in farsa e poi in vergogna. La citt? ? ancora paralizzata, la zona dove abito (non certo periferia, poco sotto le colline di Fiesole) ancora completamente ghiacciata. In giro privati cittadini, volontari sconfortati raspano le strade e i marciapiedi con le loro pale. Le locandine dei giornali parlano di vergogna, di scandalo, di Renzi, il sindaco, che si assume spavaldamente responsabilit? generiche, di un ?ghe pensi m?? in salsa rosa che fa ancora di pi? imbestialire la gente.

Le vie principali, in serata, cominciano a tornare percorribili, pi? grazie al traffico cittadino che scioglie forzatamente la neve che non per l'intervento di mezzi adeguati.

Luned? 20.

Le Cure sono ancora ghiacciate, la via dove abito non percorribile se non con catene. Parto a piedi, valigia alla mano, per andare a Gavinana, a riprendere l'automobile. Il centro ? in condizioni migliori, ma le vie secondarie, nonostante  la pioggia della notte, sono ancora ricoperte di ghiaccio. Le locandine dei giornali parlano di tre morti, questa notte, a causa del ghiaccio a Firenze.

Prendo un taxi in piazza del Duomo, Gavinana la raggiungo con una certa difficolt?, la rotonda di ponte ?Giovanni da Verrazzano?, uno dei pi? importanti di Firenze, ? ancora per met? ghiacciata. La via dove ho parcheggiato ? una lastra di neve pestata, ma sono pochi metri, mi faccio coraggio e la percorro a passo d'uomo senza montare le catene, giungo in una via principale ed esco dalla citt?.

Mi vengono in mente tante cose, in questo momento. Penso al sindaco Renzi, che parlava di un piano di emergenza totalmente fallito. Mi vengono in mente i giorni della Leopolda e le sue filippiche contro la classe dirigente da rottamare, gli amministratori incapaci e i politici ?vecchi?. Mi viene il terrore che, se lui e i suoi sono il nuovo, siamo in un mare di guai.

Mi viene da pensare che, se invece di andare a pranzo ad Arcore, il sindaco Renzi si fosse occupato della sua citt?, tutto ci? non sarebbe forse successo. Poi ci ripenso e mi chiedo se magari non sia meglio che lui non si occupi affatto di Firenze, se questi sono i risultati.

Mi viene da pensare, sopratutto, che questo sindaco non ? stato ?imposto dalle gerarchie?, ma ha stravinto le primarie, prima di stravincere le elezioni.

Questo signore ce lo siamo scelto noi, democraticamente scelto con quel grande strumento che sono le primarie. E' voluto dal popolo.

Le Primarie, appunto, grande garanzia nella selezione della classe dirigente del nostro Paese.

Roba per eleggere capipopolo, populisti e venditori di sogni, dico io. Roba da berlusconismo spinto.

Mi viene da pensare a Vendola, che fa oggi delle primarie la sua bandiera. Mi viene da pensare che se la classe dirigente del centrosinistra fa del leaderismo e del populismo i suoi strumenti pi? forti, e se il popolo del centrosinistra beve questa favola con soddisfazione, allora non c'? proprio pi? speranza, allora il berlusconismo, Berlusconi o meno, ha vinto sul serio.

Il resto, solo demagogia. Renzi docet.

Pubblicato il: 21/12/2010

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