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Mio padre scrittore

Chiara Tiberi

?A volte la vita ? davvero bizzarra e si mostra dietro il nascosto del sipario abbassato di una rappresentazione scenica: ti siedi su una panchina e ti ritrovi scrittore.? Queste le parole, emblema della storia di Mario Tiberi, mio padre, che da onesto pensatore e attento osservatore dell'esistenza umana, si ? ritrovato un giorno, forse non proprio per caso, a scrivere sotto forma di romanzo il dispiegarsi materiale e spirituale della vita.

Come molti partecipanti alla presentazione del ?Salice di Pietro?, tenutasi sabato 18 dicembre, avranno potuto constatare, e come io stessa riconosco, sono pi? a mio agio con la penna, che una volta impugnata sembra quasi scorrere da sola sul foglio, che non con le parole. Colgo quindi ora l'occasione per manifestare la mia gioia nell'essere stata vicina a mio padre in un giorno importante per lui, per me e, perch? no, per la letteratura e la cultura italiana. Ringrazio, inoltre, coloro i quali che, ricordando la mia neo-nata collaborazione al ?tiberico sodalizio?, hanno voluto esprimere il proprio interesse e apprezzamento per tale progetto e mi scuso con quanti si sarebbero aspettati un mio intervento a riguardo e una mia risposta. Ci? non ? avvenuto non certo per maleducazione, ma piuttosto perch? frenata dalla mia forse troppo grande timidezza, un difetto che va superato, e dalla mia estrema riservatezza, che considero invece una qualit? in via d'estinzione. Queste, unite alla forte emozione

per il traguardo da mio padre raggiunto, mi hanno impedito, con rammarico, di dire pubblicamente che, orgogliosa della vivacit? e brillantezza intellettuale di mio padre, lo ringrazio per aver scelto di darci un suo contributo, quale espressione del suo alto

pensiero e del suo percorso esistenziale, per mezzo del libro, uno degli oggetti pi? preziosi che possiamo conservare nelle nostre case. Al di l? infatti dei toni politici, in particolar modo di quelli riguardanti la realt? locale di Orvieto, che hanno animato

gran parte della discussione, a cui volutamente non ho preso parte, ci? a cui vorrei dar voce ? semplicemente la soddisfazione che mi ha colto nel venire a conoscenza dell'intenzione di mio padre di scrivere un racconto, dell'averlo poi pubblicato e dell'aver saputo coinvolgere persone ancora appassionate della lettura.

Pubblicato il: 20/12/2010

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