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'Essere nello stesso tempo anticapitalista ed anticomunista, o ? in malafede o si arrampica sugli specchi della propria bella coscienza'. Nota per Pier Luigi Leoni

Fausto Cerulli

Caro Direttore.

Giustamente hai pubblicato l?articolo di un monarchico cui voglio molto bene, e che garbatamente, come suole, deride un mio corsivo in difesa del comunismo. Tanto per non fare nomi, mi riferisco a Pier Luigi Leeni: che innanzi tutto ringrazio per avermi fatto conoscere uno scrittor che non conoscevo, Davila, da lui opportunamente citato: uno scrittore che consiglio a tutti coloro che ritengono che i cattolici non abbiano il senso dell?umorismo, e la sagacia feroce di un Flajano. Ma non voglio far perdere tempo ai lettori, e sar? breve, contrariamente al solito. Leoni cita capitalismo e comunismo come i due corni dello stesso male. Non voglio dire che sia comodo stare sulla via di mezzo, anche perch? Leoni non ? tipo da scappatoie; lo conosco abbastanza per sapere che se deve dire una cosa, la dice senza guardare in faccia nessuno, neppure se stesso. Ma viene da muovere un appunto a quanto afferma Leoni, equiparando in una cattolicissima condanna capitalismo e marxismo; e qui ritorno alla mia idea di fondo: Il comunismo, quello dei Manoscritti filosofici giovanili di Marx, e di altri stolti come Lenin o Gramsci, non ha ancora avuto modo di realizzarsi.  Il capitalismo, invece, si ? realizzato, e tanto. Sotto le varie forme dell?imperialismo americano, del fascismo italiano, del nazismo: tutte varianti dello stesso capitalismo mostruoso. Non dimentichiamo che sotto il fascismo prosperava Agnelli, e sotto il nazismo faceva le sue fortune la famiglia Krupp, che insieme alla Thissen  impesta gli operai italiani, a cui il capitalismo non lascia scelta: lavorare per morire, per soffrire, per ingrassare i padroni di oggi: che a differenza di quelli di ieri non hanno volto e non hanno nome, si mascherano dietro le sigle delle multinazionali. Ed a Leoni vorrei ricordare che la sua amata Chiesa Cattolica, sempre fieramente anticomunista, ha fatto gli occhi dolci a Mussolini, e non ha battuto ciglio ( valga l?esempio del cittadino Pacelli, dinanzi ai crimini nazisti.  Ecco un argomento di studio che mi permetto di sottoporre a Leoni: provi a spiegarmi per quale motivo i Pontefici del secolo scorso e di quello che scorre sono stati sempre dalla parte di quei dittatori che a loro volta stavano dalla parte dei capitalisti. E non dico solo del fascismo e del nazismo: dico anche dell?appoggio che la Chiesa ha sempre fornito alle dittature sudamericane ( ed io ne so qualcosa, essendo stato condannato ad otto mesi di reclusione per aver detto che non era molto elegante che un papa andasse in gita in Sudamerica a benedire i colonnelli che sterminavano gli studenti, e magari ci rimetteva la pelle anche qualche cattolico poco servile al potere come Padre Romero). Io penso che la Chiesa Cattolica, avendo accantonato ogni principio cristiano ( se mai lo ha avuto) sia storicamente dalla parte del capitalismo peggiore per un motivo molto semplice: la Chiesa costituisce probabilmente una delle pi? vigorose potenze economiche del globo.  In Italia, tanto per fare qualche esempio, ? ancora la maggiore proprietaria fondiaria. Propaganda Fide e Comunione e Liberazione, messe insieme, sono proprietarie di mezza Roma e di mezza Milano, e non pagano neppure l?Ici. E se qualcuno si prende la briga di andare a spulciare i nomi dei consiglieri di amministrazione delle grandi banche, eccoti i nomi di persone legate alla Chiesa Cattolica, che non essendo scema, non infila i preti nei Consigli di Amministrazione, ma gente che agisce, in borghese, per nome e per conto dell?Esercito Cattolico. La Chiesa, a mio modesto parere, sta sempre dalla parte di chi sta dalla parte della grande propriet? perch? da questa gente si sente garantita e protetta. Non voglio passare per mangiapreti a tutti i costi: ho avuto ed ho amici anche tra i preti. E proprio uno di loro, avendogli io detto se si sentiva in lutto quando svaligiarono la Banca Cattolica di Orvieto Scalo, mi rispose con benedetta perfidia: ?Caro Cerulli, tutte le banche sono cattoliche? E non era una battuta, la sua. A pensarci bene, i ragionamenti apparentemente rigorosi come quelli di Leoni, mi confermano in una mia idea forse maniacale: non esiste una terza via tra capitalismo e comunismo.

E chi si illude di poter essere nello stesso tempo anticapitalista ed anticomunista, o ? in malafede o si arrampica sugli specchi della propria bella coscienza: e Leoni, tanto per dire di uno che conosco, non ? assolutamente in malafede: ? perfettamente convinto di quello che dice e pensa. E per questo ? un elemento pericoloso, amabile e pericoloso. Ricordo che un mio grande amico, morto da poco e troppo presto, l?architetto Costanzo Lemmi, reazionario come pochi e come pochi amabile, mi diceva sorridendo ?Fausto, tu, se riuscissi ad andare al potere, faresti fucilare migliaia di persone senza battere ciglio?.

Scherzava, forse, o forse no: ma voleva dire che mi sentiva convinto delle mie idee. Caro Leoni, proprio il tuo Devila scriveva che i comunisti sono buoni soltanto finch? stanno all?opposizione.

E voleva dire che se i comunisti, quelli che credono al comunismo fatto per l?uomo, riusciranno a conquistare il potere, saranno oggettivamente spietati. Verso il capitalismo e verso chiunque lo appoggia per esserne appoggiato, tipo, per dire, la gerarchia cattolica di sempre. Ho parlato troppo, mi prende la sindrome di Eugenio Scalfari, con le sue lenzuolate domenicali su Repubblica, con dispetto parlando.

Pubblicato il: 25/11/2010

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