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JESUS CHRIST ON THE ROAD: DI DON MARCELLO

Silvio Manglaviti

Avremo certo qualcosa da raccontare ai nostri nipoti davanti al focolare: ?? c?era una volta un prete, che saliva veloce per Morrano sollevando un immenso polverone ??; ?? di notte si sente il rombo come di tuono ??. Forgiato da freddo e fame patiti nel seminario di Assisi durante la guerra, nulla poteva fermare il Prete in motocicletta che correva come una furia sugli sterrati polverosi ora allotati ora ghiacciati e nevosi di San Faustino e San Bartolomeo.

A qualsiasi ora del giorno e della notte, che fosse tempo ordinario o solennit?, sagra o ricorrenza, la tonaca nera impolverata, quel messaggero per conto di Dio era l? a celebrare nozze e battesimi, a portare estreme unzioni, a confessare, a benedire. Sapeva farsi pi? piccolo dei pi? piccoli, tra quanti sgobbassero duramente dall?aurora al vespro per campi e stalle, lui che invece raccontava di Cusano; tra gli accademici come nei convivi e nelle veglie; tra un ?Gigante? ed una prece. Come raccontava le storie della sua vita e dell?amatissima Orvieto, cos? poteva dissertare di filosofia. E come si rammaricava dei fiorentini che lo avevano invitato ad un convegno in cui, trattando di storia cittadina, non avessero bench? minimamente trattato dei tanti e lunghi rapporti con la nostra citt?; dimenticando il vescovo Francesco Monaldeschi che pur benedisse la pietra d?angolo di Santa Maria del Fiore; rimuovendo, addirittura, i nostri Medici, ben pi? antichi di quelli del Mugello.

Tutti quanti noi possediamo un pezzetto di Don Marcello e non soltanto gli Orvietani.

La sua Persona (letterale etrusco sensu) ha valicato monti e mari, in quella fusion, unica nel proprio genere, di Fede, Sapienza e Carit?, assolutamente indistinguibili tra di loro.

Il pezzetto mio parte da lontano, avendomi Egli Segnato con l?acqua del Fonte di Sant?Angelo (dove spos? i miei l?anno avanti), quarant?anni prima di celebrare le mie nozze in Sant?Andrea.

A raccontarlo pare una saga da Tolkien e sembra quasi un percorso spaziotemporale ancestrale, come quello che verosimilmente potrebbero aver fatto gli antichi abitatori delle nostre terre, partiti dai rilievi del Peglia, saliti sulla Rupe dal levar del sole e dunque di nuovo tornati, d?occaso ? dopo la deportazione volsiniese ? a fondarvi la basilica paleocristiana.

Don Marcello veniva da lontano e ci spiazzava sempre.

Perch? possedeva una Cultura impressionante ed un?Intelligenza ancora maggiore: che, spesso, le due confliggono. Invece, in Lui, combuttavano a formare un Cristiano veramente fuori dal comune; che gi? a volere essere cristiani si esce fuori dagli schemi.

Un canonico oltre i canoni e le convenzioni; un?anticonformista sui generis, mai schierato, di parte. Non si era mai omologato e per questo poteva e sapeva stare di fianco al Corporale come in mezzo ad un gruppo di amici. E ne aveva tantissimi, in ogni dove e d?ogni genere. Perch? era come un Uomo del Rinascimento che si spendeva a tutto campo, a trecentosessanta gradi.

Si interessava di tutto e, soprattutto, sapeva interessare sempre, nelle prediche come nel trivio.

Ma Egli spiazzava tutti anche l?, poich? il suo esser Cristiano (e convinto, consapevole cattolico romano) lo era alla ?moda? del Cristo dei Vangeli. Cio?, che scende dal pulpito e cammina tra le folle, che si sporca, che coinvolge ogni tipo di essere umano, ma di ogni tipo davvero, senza star l? a selezionare, a discriminare, anzi.

Quando andava di moda l?impegno sociale e cominciava a far capolino la solidariet?, Don Marcello gi? la sperimentava da tempo. Forse neppur sapendolo.

Mi impressiona ancora la sua capacit? di rendersi gratuitamente disponibile.

Si poneva di fronte come se ?il peccatore? fosse solo lui e te lo diceva in faccia e ci restavi inebetito, senza saper che cosa replicare. Questa era la lezione. Ogni volta era cos?.

So di dovergli molto e spero di non deluderlo mai.

Era un sacerdote, un Servo di Dio, complice anche della tua vita.

Gi?, perch? Don Marcello andava col cuore e con l?istinto: come la sua rombante motocicletta.

Pubblicato il: 11/11/2010

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