IN MEMORIA DI DON MARCELLO

E? ritornato alla Casa del Padre Celeste, di notte, in silenzio e zitto zitto quasi a voler smentire la fama di una vita vissuta su un pulpito a predicare la Carit? Cristiana con voce robusta e squillante.

Tremavano gli absidi, le navate e i presbit?ri delle Chiese allorquando Don Marcello vi celebrava la Santa Messa e, nel pronunciare l?omelia, predicava la giustizia, la solidariet? tra tutti i figli di Dio, l?amore come bene universale e come fine ultimo della nostra esistenza naturale e soprannaturale.

Cos? come tremavano i nostri cuori all?udire quelle parole di Pace e Bene.

Rammento un viaggio in treno da Orvieto a Roma: nello stesso scompartimento Lui e noi, due studenti universitari che andavamo a sostenere gli esami della sessione estiva. Faceva caldo, molto caldo e i rivoli di sudore bagnavano le nostre e Sue guance. D?un tratto ci disse: ? Abbeveriamoci a quest?acqua benedetta, perch? di acqua siam fatti e di acqua ci purifichiamo?.

E? stato come se avessimo ricevuto il Sacramento del Battesimo per la seconda volta.

Le strade del Cielo non le percorrerai con la Tua Lancia Appia, ma il rumore del suo rombante motore rimarr? per sempre nelle nostre orecchie come il ricordo indelebile del Tuo alto Magistero Sacerdotale.

Prega per noi; noi pregheremo per Te, venerando Don Marcello.