Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Modeste proposte per l?avvenire, anche senza il sole dell?avvenire

Fausto Cerulli

Dunque Concina, come volevasi dimostrare, ha superato lo scoglio del bilancio. Quali che siano le valutazioni di metodo, resta il fatto che adesso Orvieto pu? essere governata. Non conta fare i conti dei Consiglieri: contano poco da soli. Quello che mi sembra importante ? che si potrebbe aprire una stagione di governo, superati i bisticci ed i pasticci. Ribadisco, dalla sinistra estrema, con qualche saggezza leninista, che Concina ha tutti i numeri per dirigere la politica amministrativa di Orvieto. Ha rischiato grosso, ma ha sventato il pericolo di un commissariamento che avrebbe messo definitivamente in ginocchio questo martoriato paese umbro. Oggi a sinistra, chiamiamola cos?, faranno i conti delle defezioni, giocheranno la carta stalinista delle espulsioni per indegnit? politica. Diranno che si ? trattato di una congiura di palazzo. E con questi balletti la pseudosinistra, incapace di un minimo di autocritica, non far? che portare nuovi argomenti alla tesi, non solo mia, di chi vede una sinistra latitante. Come se fosse inseguita da un mandato di cattura o da un complesso di Edipo alla rovescia. Io non sono un esperto di politica, cerco di essere semplicemente volterriano, e non posso non condannare chi attribuisce al destino cinico e baro, o ai congiurati, il fallimento di una politica che non ? mai stata politica. Almeno la sinistra di prima aveva le idee chiare, in materia di arraffo se non altro. Questa di adesso, non abituata a stare all?opposizione, non ? capace di farla, e non si decide a fare qualcosa per apprendere il mestiere, comunque onorevole, di fare opposizione. Mestiere che si fonda soprattutto sull?analisi, spietata e razionale, dei propri errori, della propria assenza di immagine, umana e politica. Faccio un esempio per tutti: ho letto l?intervento della Pikkonen o come Picco si chiama sulla prossima presenza ad Orvieto di Jorge Uliarte. Un intervento, quello della Picconenatrice, che ? ispirato ad un livore quasi furioso: parla di Uliarte senza conoscerlo, ma molti orvietani lo conoscono, ricordano i suoi concerti al Mancinelli, quando fece scoprire agli orvietani Chopin, e Mozart, e il pianoforte quando ? suonato da Dio. Ma posso capire che la Picconatrice non conosca Uliarte, anche se sembra che conosca tutta la cultura del mondo e dell?immondo. Quello che le rimprovero ? di citare a sproposito i costi della operazione Uliarte, voglio chiamarla cos?. A dire della Picconatrice sarebbe il Comune a sobbarcarsi le spese della operazione, mentre le spese sono a carico quasi esclusivo della stagione concertistica di Salisburgo, di cui Uliarte ? uno dei direttori, e di una fonazione argentina che conosce ed apprezza il genio di Uliarte.  La signora picconatrice glissa su questi argomenti, trascura la importanza di un evento, lo riduce ad una mera questione di immagine. Come se l?immagine fosse in s? una occasionale apparizione, e non anche la rappresentazione di s? che una citt? ? in grado di offrire. Ho citato la picconatrice perch? il suo metodo ? lo specchio del metodo della opposizione: capace solo di criticare, e di farlo in nome della conservazione degli aspetti deteriori del passato. Non a caso la picconatrice chiede soldi per il Teatro, e per Tema: roba loro, come si sa. Ho letto con piacereil corsivo di Rodolfo Ricci, mio amico da sempre e mio compagno: da sinistra Rodolfo critica la  sinistra, chiede a Concina ed alla sua amministrazione di non ghigliottinare i poveri. Rodolfo non piccona, lui analizza e propone; spero che per questo non lo facciano passare per un conciniano improvvisato. Tutti sappiamo che esiste una crisi economica, e che alla crisi si pu? porre qualche rimedio soltanto intervenendo sulla spesa. ? una questione lapalissiana.  Chi ritiene che non si debbano fare tagli alla spesa, ha il dovere morale, e moralmente politico, di indicare un?altra via per superare il dissesto delle finanze comunali.  Senza demagogia, senza parlare in nome di un popolo che vorrebbe parlare da solo, senza far balenare miracoli impossibili e non specificati, non essendo i miracoli specificabili, per definizione teologica. I miei trentacinque lettori, se sono ancora trentacinque, sanno che non sono abituato a salire sul carro del vincitore: se lo fossi stato, un posticino me lo sarei trovato, da persona di sinistra, in cinquanta anni di amministrazione di sinistra. Detto questo, ribadito che non ho carri su cui salire, vorrei dire che Orvieto ha comunque bisogno di un carro, forse di un traghetto, che la aiuti ad uscire dal pantano che non ? soltanto orvietano, anche se, guarda caso e guarda prefetto, il prefetto di Terni ha fatto il muso duro soltanto nei confronti del Comune di Orvieto, colpevole di essere un a anomalia nella rossa poco rossa Umbria). Ho spesso criticato Tonelli, qualche volta sono stato anche pesante nei suoi confronti: m stavolta non posso non concordare con la posizione da lui assunta in Consiglio Comunale, impedendo che l?anitra fosse azzoppata per sempre. Non credo che Tonelli lo abbia fatto perch? diventato improvvisamente di destra. Io non sono capace di entrare neppure nella mia testa, figuriamoci in quella degli altri; ma credo che Tonelli abbia giocato le sue carte non tanto in favore di Concina, quanto in favore di Orvieto. E voglio dire la mia consueta eresia: Concina ha avuto il coraggio di resistere alla tentazione di mandare al diavolo tutto, magari dedicandosi a scrivere un libro di memorie. Concina, qualsiasi cosa si possa pensare di lui, non ha interessi di bottega personale a fare il Sindaco; ? gi? ricco del suo, non ha bisogno di arraffare. Lasciamolo governare con un minimo di serenit?. Sin qui non ne ha avuto il tempo e il modo, essendo stato preoccupato dai belati del proprio gregge e del gregge dell?opposizione. Lasciamolo governare governando: sar? anche un modo, finalmente, di metterlo alla prova.  Ed all?amico Ricci vorrei dire che forse ? il tempo di pensare a ricostruire una sinistra vera, spazzando via il ciarpame della pseudosinstra, che non sa essere n? forza di governo, n? forza di opposizione, e che ? la vera anitra zoppa della situazione, contenta di esserlo.

Pubblicato il: 21/10/2010

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