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Una rivoluzione inutile

Carlo Perali, presidente Assocommercio

La vittoria elettorale tanto agognata e arrivata quasi per caso dopo sessant?anni di soprusi si sarebbe dovuta amministrare meglio, con una maggiore cognizione se non addirittura con rispetto, proprio per scongiurare un possibile ritorno alla vecchia e opprimente  politica di prima, per cui si sarebbe dovuto ragionare di progetti e di sviluppo oltre che di buchi di bilancio ed elaborare  nuove strategie per capire meglio quali fossero le proposte giuste, quali le pi? fattibili, senza abbracciare qualsiasi causa o stringere patti a qualsiasi costo, altrimenti si sarebbe rischiato di non farsi pi? capire e l?abbraccio, finire con l?essere mortale.

 

Questo era il pericolo da dover evitare e guarda caso ? proprio dove la giunta Concina si ? andata a impantanare, infatti l?insuccesso poteva derivare solamente dall?inesperienza e dalla pericolosa confusione in cui attualmente versa la politica, con il rischio di disperdersi in mille perdite di tempo senza invece affrontare le cose serie da risolvere e senza mai andare al cuore del problema.

 

Sta di fatto che il movimento che doveva dare una svolta alla politica non ? riuscito a cambiare niente, neanche il nome delle piazze, mentre invece ? sparita la presenza del  partito: una mancanza grave, anzi gravissima che svilisce il senso e l?importanza dell?impresa.

 

Infatti i partiti hanno sempre offerto un grande contributo di idee e programmi dimostrando lungimiranza e intraprendenza, anche perch? un partito riunisce al proprio interno settori importanti della societ? civile, per cui se si voleva dare un?ottima impressione non si doveva lasciare un pugno di amministratori soli al comando ma riattivare e potenziare la presenza del  partito.

 

Perci? il rinnovamento era la sola strada da seguire, peraltro richiesta a gran voce anche dalla gente e a cui invece non ? stata data ancora una risposta, motivo questo per non capire incertezze e ripensamenti di programma, meno che meno accordi trasversali con cene segrete e cattive compagnie.

 

Per cui se questa gestione non ? riuscita nell?intento si deve  solamente all?assenza  del  partito e alla mancanza di ascolto e di confronto.

 

La politica per?, deve anche fare il suo mestiere e dare indicazioni e talvolta prendere anche decisioni impopolari mostrandosi persino intransigenti  e non invece portarla para para a tutti, anche perch? se manca la fermezza e l?ossigeno del rinnovamento si rischia l?asfissia.

 

Per cui visto l?andazzo, condivido l?esternazione dell?assessore Barberani solo quando parla di azzerare la politica e amministrare la citt? ad esclusivo vantaggio della popolazione, ma la politica ? disposta a fare questo?

Non vorrei che finisse nel solito accordo di potere, in fondo la politica locale ha sempre disatteso gli interessi reali della gente, altrimenti il rinnovamento dovrebbe cominciare dai calanchi accantonando l?idea di riempirli di immondizia e scegliendo invece la differenziata. Cos? pure il territorio non si dovrebbe consumarlo a piacimento degli estrattori di basalto o lottizzarlo all?infinito, e la Piave non dovrebbe diventare una speculazione in barba allo sviluppo, cos? pure la ripresa del centro storico non dovrebbe rimanere subordinata all?esistenza di  un contratto  stipulato, chiss? come, dalla vecchia politica di prima.

 

Come si vede i problemi irrisolti sono tanti e probabilmente rimarranno tali, ma di quanto dice l?assessore la cosa che pi? mi piace ? l?inserimento dell?associazionismo nella cabina di regia della politica. Gli Israeliani si sono inventati i kibbutz, una forma gestionale della politica basata su ideali di eguaglianza a favore delle loro comunit?,  da noi non mi sembra troppo perseguibile, ma forse qualcosa di meglio, in quel senso, si pu? fare, anche perch? la citt? non pu? morire perch? la politica ? incapace di rinnovarsi, come non ? possibile che il partito del rinnovamento non sia riuscito a cambiare niente se non se stesso, poi l?amministrazione si lamenta se si sentono  mugugni o se la gente non partecipa alla vita politica di Orvieto.

 

Quando prima governava la sinistra nessuno si sarebbe sognato di apprezzare l?operato di quei signori perch? in effetti non facevano gli interessi della citt? e dei cittadini e i risultati sono visibili, ora loro dicono che il marinaio ha smarrito la rotta, adducendo a Concina ogni responsabilit? di quel disastro, ma la nave su gli scogli ce l?hanno gi? mandata loro, per cui io dissento da Barberani quando invita ad aprire alla sinistra perch? non si pu? governare con chi ha prodotto una simile tragedia e poi a nessuno verrebbe in mente di fare una societ? con chi ha gi? fallito. Inoltre non sono stati sempre loro a consigliare di non fare troppi tagli? Quindi  un rimpasto di governo con quei signori oltre che inaccettabile sarebbe anche tardivo.

 

Aggiungo infine una riflessione: non pensate che quel disagio, quella disaffezione che pervade i cittadini nei confronti della politica non nasca proprio dal sospetto che ?alla fin fine in qualche modo ci si accorda?? Certo le cose sarebbero pi? semplici, per? bisogna anche interrogarsi da che parte sarebbero i vantaggi,  pertanto mi dichiaro contrario agli accozzetti.

 

La politica deve ritornare a far sperare e a parlare al cuore della gente e se si dovesse andare nuovamente alle elezioni, all?accozzetto preferirei sicuramente  la lista civica, con quattro punti programmatici: la Piave -il Casello nord - la Galleria - e il Territorio in fondo il termine rinnovamento non esprime forse una rottura o una discontinuit? con il passato?

Pubblicato il: 07/10/2010

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