Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Di palo in frasca

Nello Riscaldati

Immaginando un balcone fiorito, (una volta il Comune bandiva un concorso a premi per i migliori balconi fioriti), affacciandosi dal quale fosse possibile ascoltare le voce della citt? e prendere coscienza degli eventi in corso, l' affacciato dal balcone, anche senza spendolarsi troppo, si accorgerebbe dell'enorme fermento che ribolle in questa stagione in Orvieto.

 

Si scrive di pi?, si dibatte di pi?, si commenta di pi?, si contesta a chiare note,  ci si organizza in comitati di salute pubblica, facendo un po' concorrenza (almeno nei termini) al S.S.N. Ci si scontra,  vola pure qualche insultino, ma piccolo, insomma ci si muove, si tenta di rompere i  vecchi schemi senza rompere gli attributi al prossimo, di contestare i vecchi s?trapi ormai avanti negli anni ma ancora avidi di potere e di moneta.

 

E da quel balcone fiorito sarebbe forse possibile scorgere, nel suo avanzare a fatica per le rarefatte piazze e per le vie taciturne (tie'), i resti di un Don Chischiotte, senza elmo, senza lancia, senza scudo e soprattutto  solo, solo perch? anche Sancho Panza l'ha abbandonato per andare in cerca di un cavaliere pi? in senno e con la scarsella gonfia di  dobloni d'oro.  L'acuto Sancho s'? infatti reso conto che senza dobloni  non si pu?  fare la guerra nemmeno ai mulini a vento e inoltre sa, ma questo lo sa anche Don Chisciotte che in Orvieto di mulini a vento ve ne sono ? tanti e che quindi volendo, potendo e sapendo, ci sarebbe da battagliare a volont?.

 

Intanto, nell'attesa degli eventi, dall'alto dei loro castelli, tra vigneti e oliveti, seguendo le usanze della stirpe, i locali Don Rodrighi  gozzovigliano e, ridacchiando, scrutano il faticoso tramontar del giorno e poi la notte che piomba dai campi celesti e gli uomini onesti che dormono gi?.

 Anche il villaggio di tufo si addormenta e, come tutte le notti, sogna un Don Chisciotte arrancare su per la Dritta del Marchigiano ansioso di trarlo fuori dai guai nei quali, da tempo immemore, i ?bravi? d'ogni risma l'hanno precipitato.    

 

Ma scendiamo dalle nuvole gi? gi? fino a terra, anzi a terra terra, anche per non confondere ?il Paese delle  Meraviglie? con ?il Paese dei Balocchi?. E veniamo dunque ai giorni nostri:

 

Scrive con fervore un esponente politico locale che il percorso che a lui interessa fare insieme a chi ci sta, non deve essere utile a lui, ma ai cittadini, ai lavoratori, agli anziani, alle donne, ai giovani realizzando cos? pi? uguaglianza, pi? libert?, pi? solidariet?.

 

Queste affermazioni lette tutte insieme cos?, di botto, magari a digiuno, fanno riflettere,...fanno riflettere e come,...e fanno riflettere sul perch? il linguaggio politico abbia ancora un disperato bisogno delle ovviet? per riempire un discorso dove sarebbe stato pi? utile lasciar perdere il ?che cosa bisogna fare? che ? stranoto, e occuparsi di  ?come ? possibile farlo?, e descriverlo alla lettera, parola per parola, ordinatamente. Altrimenti il discorso stesso rimane vuoto perch? le dichiarazioni d'intenti d'altro non lo riempiono se non di fluidi senza forma.

 

Infatti se vi pungesse vaghezza di chiedere un po' in giro non trovereste una scartina di politico che vi affermi la necessit? di fregarsene dei lavoratori, degli anziani, delle donne e dei giovani (anche se poi nella realt? spesso proprio questo accade).

Ma nel fervore delle dichiarazioni il suddetto esponente si ? addirittura dimenticato dei neonati e dei bambini i quali invece costituiscono il nucleo di un problema politico non piccolo come ? quello della famiglia, termine usato spessissimo, in convegni e comizi, per parlarsi addosso o sulle scarpe, nella speranza di fare abbondante incetta di consensi.

 

Ma andiamo ancora avanti per questi impervi sentieri. I cittadini che si organizzano, che si danno un nome e che lo fanno sapere in giro, come ? pi? che legittimo, invece di riscuotere l'approvazione o quanto meno la presa d'atto di un fenomeno, e dopo gli incoraggiamenti di rito di qualche amico del genere del quale ne abbiamo tutti almeno uno, vengono poi trattati prima con sufficienza, poi con diffidenza, e si  arriva persino ad indagare sui loro precedenti politici e le loro migrazioni partitiche,  e perfino le proposte da costoro avanzate cominciano a destar sospetti e ad alimentare dicer?e. Si comincia  con la denigrazione:

 

-Vi siete messi insieme perch? vi annoiate!-

 

 Certo, codice alla mano, l' ipotesi non ? manifestamente infondata. La noia ? un propellente straordinario per costringerci ad alzarci dalla poltrona, a telefonare a qualcuno, a proporre e a sollecitare un incontro e  poi, dato che l'et? ridimensiona la credibilit? dei discorsi sulle donne o sul dove si mangia meglio, prima o poi  va a finire che si parla di politica,  anche questa cosa pi? che legittima, se non addirittura nobile, specie se si dispone di competenze pregresse o quanto meno di rudimenti sostanziosi.

Ma ? proprio qui che il sospetto altrui si fa pi? attento e vivace:

-E m? questi che vonno,...?!-

 

-Ma come che vogliono,...ma vogliono anche loro il bene della citt?, dei lavoratori, degli anziani, delle donne, dei neonati, delle famiglie e dei giovani. E che male c'?,...! Anzi, andrebbero elogiati per il loro impegno profuso senza fini di lucro!-

 

Ma la controparte ribatte:

 

-S?, ma se il bene di tutta quella gente lo vogliono loro, dopo, noi il bene di chi possiamo volere,...?!. E poi che vogliamo ?il bene del popolo? l'abbiamo detto prima noi,..!-

 

Di qui la lotta per la primaz?a e per la serie: ?il bene pubblico che propongo io ? migliore di quello che proponi tu?, e via dicendo.

 Ma, in fondo, a ben pensarci, anche questa ? politica. Anzi ?questa? ? la politica che attualmente passa il convento e in tempi di crisi bisogna accontentarsi.

 E spero che nessuno voglia  leggere in queste righe delle note di qualunquismo, termine strausato e quasi sempre a sproposito.          Altra cosa ? invece l'ironia, fastidiosa per  i permalosi, ma sempre utilissima per rendere digeribili i discorsi pesanti che la cucina politica ammannisce senza piet? a chi si siede a quella tavola.

 

Ma, come si usa dire oggi, il problema ? un altro e purtroppo sar? sempre un altro.

 

L'esponente di cui dicevamo prima, trovato il coraggio necessario per scendere nei particolari ad un certo punto afferma che:? sulla questione dei rifiuti la nostra citt? pu? giocare un ruolo come polo esemplare di un diverso approccio sul tema?.

 

Ed ? qui che si comprende in che cosa consista la ?difficolt?? di comunicare tra la cosiddetta ?classe dirigente? e i lavoratori, le donne, gli anziani, i giovani, i bambini,  gli adolescenti   e le famiglie.

 

C'? un celebre esempio di scuola qui in Orvieto, che si tramanda da padre in figlio da qualche decennio, dovuto anche questo, si dice, a un noto esponente politico il quale un giorno cos? rimprover? un consigliere disattento.

 

?Se avevi inteso quello che avevo detto a quest'ora avevi capito!?

 

Tuttavia pur nel casino dell'uso dei modi  questa frase risulta pi? comprensibile di quella di cui sopra qualora non si spieghi il significato dell'aggettivo ?diverso? in ordine all'?approccio sul tema?.

 

Ed ? di questo passo che si finisce a parlare da soli, o con il compare,  o con i manifesti affissi alle plance o alle bacheche.

 

Il successo nella comunicazione, dato che il messaggio politico deve sedimentarsi in basso sopra una platea estremamente variegata, ? garantito solo dall' uso attento di un vocabolario semplice e dallo stare lontano da termini poco chiari e da circonlocuzioni o giri di parole sovrabbondanti e perci? superflue.

 

Io consiglio a chi  avesse tempo, voglia e desiderio di reperire  esempi di comunicazione di quelli che oggi si dice che ?bucano lo schermo?, e che in quel tempo forse avrebbero detto che ?bucavano il foglio?, di dare una scorsa al ?De Bello Gallico? di Gaio Giulio Cesare, naturalmente in buona traduzione, anche se leggerlo in latino sarebbe un'esperienza didattica eccezionale.

Grandi eventi politici e militari, descrizioni ed esperienze irripetibili rese con poche parole, le pi? note, le pi? comuni, le pi? comprensibili.

Ad esempio gli ? sufficiente mezza pagina per raccontare la costruzione, durata dieci giorni, di un ponte sul Reno, in Germania, nel 55 a.C.. Ed ? un resoconto meticoloso  in tutti i particolari come la descrizione dei materiali, le dimensioni, le misure e la tecnica di costruzione.

Cesare fu certamente uno dei grandi comunicatori dell'antichit? e fino agli anni sessanta veniva studiato e tradotto dagli studenti delle Scuole Medie.

 

 

Ancora un'osservazione sempre in tema di dibattiti. Io credo che sia azzardato pretendere che possa prendere forma una coscienza politica, diciamo cos? positiva, specie nei giovani quando il dibattito in corso si nutre quasi esclusivamente di accuse e controaccuse sugli altrui  misfatti del passato e specie quando chi ascolta si accorge che chi parla ha  assistito, o era al corrente dei medesimi e non si ? opposto allora a ci? che solo ora denuncia. Il giovane, a meno che non sia obbligato a restare, si rende conto che l'ambiente ? malsano, si alza e se ne va.

 

Intendiamoci prima che il discorso scivoli davvero nel qualunquismo della migliore annata, tengo a dire che io sono favorevolissimo ai pubblici dibattiti, alle denunce, alle accuse e toh! anche agli schiaffoni, per? qualcuno mi dovrebbe spiegare con poche e chiare parole per quali motivi un giovane di venti anni dovrebbe essere attratto da questo modo di interpretare la politica dato che non gli sar? mai consentito di farsene una a modo suo perch?, a pensarci bene, fino ad oggi ogni generazione si ? dovuta adeguare a quella precedente quasi sempre imitandola E non pu? affascinare un discorso politico dove l'avversario e quasi sempre considerato un inquilino di Malebolge.

 

Due parole infine per portare a termine questo schifo di articolo banale e qualunquista. Due parole sul problema immanente nella politica locale e cio? l'idea di citt? futura che ciascuno di noi ha o dovrebbe avere anche se vi sono alcuni che affermano di averla pi? chiara degli altri, e sul come pensarla e proporla a  coloro che dovrebbero poi lavorarci sopra per concretizzarla.  Ebbene, alla fine del discorso, di solito costoro si trovano in mano una miriade di proposizioni e di elaborazioni talmente diverse che quasi di  norma conducono a qual frenetico immobilismo che ? figlio di una pluralit? di proposte, spesso inconciliabili fra loro ma ritenute tutte le migliori possibili.

 

Io direi, o almeno io la vedo cos?, tanto per buttare l? un discorso per fare notte, di procedere nell'elaborazione dell'idea  per stati di avanzamento e di considerare una citt? un po' come la nostra casa dentro la quale casa le prime faccende che vengono svolte di primo mattino sono il riordino  e la pulizia dei pavimenti. E come la nostra casa, bella o brutta, piccola o grande che sia, la vogliamo ordinata e pulita, anche la nostra citt? dovr? essere ordinata e pulita.

Pulita significa pulita, ordinata e sicura significa con strade senza buche e avvallamenti, con le segnaletiche ben visibili con i cassonetti posti nei punti meno visibili, con i cestini per i rifiuti in numero sufficiente, con i servizi igienici necessari aperti e l' illuminazione funzionante. Insomma il primo gradino dell' ?edificio citt?? dovrebbe essere il trionfo del ?decoro urbano?.

 

Questo ? il primo livello specie per una citt? turistica. Dopo (e qui il ?dopo? ha naturalmente  un significato logico e non cronologico) si porranno gli altri problemi: scuole, asili-nido, trasporti, commerci, sicurezza e via via tutto il resto su su fino agli eventi: piccoli medi, grandi e grandissimi eventi che per verificarsi hanno per? bisogno di poggiare sulle cose di cui sopra.

 

Qualcuno dir? che questo ? volare basso. No, non ? volare basso, anzi questo non ? ancora volare, perch? siamo ancora a terra e per volare prima bisogna decollare e per decollare prima bisogna rullare  ma questo si pu? fare solo una volta che saranno state chiuse tutte le buche della pista. Poi, una volta decollati sar? possibile considerare gli altri livelli, individuarne i problemi relativi e studiarne le soluzioni.

 

Volando ad alta quota si avr? forse una visione europea della collocazione della nostra citt? ma non si vedr? la buca dove quel ragazzo con il motorino prima a poi, incocciandola, andr?, bene che gli vada, a fratturarsi una spalla.

 

Un ?in bocca al lupo? a tutti quelli che hanno bisogno di sentirselo dire.

 

 

Pubblicato il: 13/09/2010

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