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Parcheggi pietra dello scandalo. Ma di quale scandalo?

Pier Luigi Leoni

Claudio Lattanzi ha dato la stura ai veleni degli anonimisti, che considero una piaga del web, e non solo. A volte scrivono con la bava alla bocca senza rendersi conto che offendono soltanto se stessi rivelando il loro lato peggiore. E sono pure vigliacchi perch? non rischiano niente. Ma tant??.

Comunque Lattanzi ha il diritto, e moralmente anche il dovere, di scrivere ci? che pensa, compreso il timore che l?amministrazione Concina sia messa in pericolo dal COVIP. Anche se poteva risparmiare a me a e ai miei amici del COVIP l?appellativo di ?finiani?, che agli altri non fa n? caldo n? freddo, mentre per me, unico del COVIP iscritto al  PdL e sostenitore del governo nazionale, suona come un insulto. Peraltro mi sembra di essere un consigliere disciplinato e leale, anche se l?ultima delle mie preoccupazioni ? di riuscire simpatico a tutti. E anche se l?ultima delle mie ambizioni ? scaldare una sedia in consiglio comunale senza sentirmi utile. Pazienza.

Ho cercato di spiegare su Orvietos? perch?, secondo me, ? vero il contrario di ci? che teme Lattanzi. E meglio ancora l?ha spiegato Franco Barbabella.

Ma poich? la pietra dello scandalo sembra essere la questione della gestione dei parcheggi, non vedo perch? i calcoli di Massimo Gnagnarini e l?opinione del COVIP, espressa alla luce del sole, debba essere vista come un sabotaggio della politica del sindaco. Sindaco, giunta e dirigenti comunali dispongono di ulteriore materia per riflettere e per decidere. Nessuno pu? impedire che la gara vada avanti, tranne la maggioranza di centrosinistra del consiglio comunale, che per? si distingue per un silenzio assordante (a parte la voce autonoma di Evasio Gialletti) rispetto a una soluzione che le sta a cuore fin dall?inizio.

O forse il nocciolo della questione sta nel fatto che il COVIP sfugge alla logica dei guelfi e dei ghibellini? Se non vogliamo dare retta a Dante Freddi, cerchiamo di avere un po? di rispetto almeno per Dante Alighieri.

All?amico Claudio Lattanzi, che conosce la realt? orvietana meglio di me, faccio presente che la chiamata alle armi contro il pericolo rosso, qui a Orvieto, non sposta un voto. Nel regime interrotto da Concina ci sguazzavano in tanti, e sono tutti pronti a rituffarcisi alla prima occasione. Forse ? meglio rompere il cerchio e non le scatole.

 

Pubblicato il: 07/09/2010

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