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Intervista alla vergogna

Cinthia Seggiani

di Cinthia Seggiani

Nota dell?intervistatrice: la Vergogna mi ha rilasciato questa intervista dopo la pubblicazione di un mio scritto su questo stesso quotidiano. Ho accettato il rischio di una sovraesposizione perch? l?argomento in questione ?, e spero sar?, in continuo divenire e mi ? sembrato interessante seguirne gli sviluppi anche attraverso questa forma un po? inconsueta.

 

Intervistatrice(I): Pu?, per favore, presentarsi ai nostri lettori?

Vergogna(V): Sono la Vergogna cio? colei che, in maniera pi? o meno esplicita, ? stata chiamata in causa nell?accesa discussione sull?albero promosso da AN e bocciato dal Consiglio Comunale di Orvieto.

 

I: Vorrebbe dirci le ragioni di questa intervista?

V: Perch? ho accettato l?intervista? Perch?, forse, ci? che appare evidente ? che non c?? pi? vergogna. Mi spiego. Prima della pubblicazione degli editoriali a firma dei direttori delle rispettive testate, ci? che la vicenda mi aveva suscitato era un senso di vuoto per delle vite che a me, non addetta ai lavori, sembravano un po? tirate per la giacchetta. Poi c?? stata una svolta e la discussione si ? ampliata: interventi autorevoli, prese di posizione, precisazioni e quant?altro.

 

I: Come ha reagito alla lettura di quegli articoli?

V: Al vuoto si ? aggiunto lo sconcerto. Naturalmente non ? in predicato la piena legittimit? delle varie opinioni (che peraltro non ho il desiderio n? i titoli per confutare o giudicare), ma la mia chiamata in causa. Da sempre, come Vergogna, sono stata assunta a simbolo della specificit? umana e associata alla conoscenza del bene e del male. Enorme (e un po? me ne vanto) ?, dunque, la mia carica simbolica che, in questo contesto, mi sembra essere associata all?essere e/o sentirsi parte di un vivere sociale. Ci? (se ho ben interpretato) ? quanto ho colto tra le righe di alcuni interventi.

 

I: Potrebbe ampliare il concetto?

V: Dunque io, la Vergogna, ho delle implicazioni sociali alle quali, se mi permette, aggiungerei un mio ruolo di ?guardiano?: chi si vergogna in qualche modo si mette in discussione, quindi si assume le sue responsabilit?, quindi non parla per ?perfette convinzioni?. Ma tant??. Da ci? che vedo vivete in un?epoca di certezze e di guerre giuste, di esportazione di verit? considerate inconfutabili, di clonazioni (cosa ? la clonazione se non il riprodurre qualcosa ritenuto perfetto e quindi degno di infinite reiterazioni?), di cannibalizzazioni a spese di ogni forma di vita;   pi? in generale il vostro tempo mi appare come il tempo di un estremo e autoreferenziale autoconsenso (? un bisticcio ma spero renda l?idea) da parte dei vostri governanti. Il resto ? merce. Siete merce. E come merce siete trattati/e.

 

I: Cosa c?entra con l?albero e con i ragazzi uccisi a Nassirya?

V: Vede, qualche volta mi trovo di fronte il mio contrario: l?Arroganza. Con lei non si dialoga, non si pu? discutere, getta continuamente fumo negli occhi. E qui, se mi permette, vorrei agganciarmi ad un altro articolo che, apparentemente, sembra non riguardare l?argomento che stiamo trattando ma che mi d? un ottimo spunto per spiegarmi. Mi riferisco ad un articolo sull?idrogeno di alcuni giorni fa. Ora: quell?articolo mi ha colpita non tanto per il contenuto, quanto per l?assenza di riscontri. Il contenuto (l?idrogeno ecc.) ha il suo indubbio valore ma, ancor pi? valore ha, secondo me, l?assenza di una qualsiasi forma di interazione con il: ?io sono pronto? che in quell?articolo suona come un appello pi? che come un invito. Un appello a rendere credibile la vostra realt? locale, a rimboccarsi le maniche per un ?fare? contrapposto al ?parlare? o al ?fare male e parziale?. Non so..forse mi ? sfuggito qualcosa; ma a me sembra che, a quell?articolo cos? importante, sia seguito un silenzio tombale. Se sbaglio sono pronta a scusarmi e..a vergognarmi.

I: Mi scusi..ma continuo a non capire..

V: Torniamo a Nassiriya, all?albero e alle istituzioni. Ecco fatto il collegamento: albero ? istituzioni ? Nassirya. Dietro a tutti e tre c?? l?Arroganza. L?Arroganza, che ? paralizzante, impedisce, a chi ci va a braccetto, di prendere in considerazione le proposte quantomeno per confutarle (vedi articolo sull?idrogeno), e/o per trovare alternative (vedi albero) che evitino il solito scontro tra guelfi e ghibellini. In breve: come porsi di fronte alle argomentazioni di chi vive ogni contestazione come un attacco? Di chi si presenta in un modo e agisce in un altro? Siamo, forse, alla presenza di una sorta di ?schizofrenia del potere??

I: A chi si riferisce?

V: Badi bene, non sto pensando solo alla vostra realt? locale anche se, e mi scusi per la banalizzazione ? si fa per sdrammatizzare un po?- come si pu? pensare di chiedere un albero a chi, in varie occasioni, ha dimostrato di odiare gli alberi?? mi scusi, stavo divagando e ho anche perso il filo del discorso?.

I: Stava dicendo che il suo ragionamento non ? rivolto solo alla situazione locale?

V: Ah, s?? non vorrei ridurre tutto alla realt? locale ma mi riferisco anche a come vanno le cose un po? ovunque?. ?, questa, una visuale che mi porta a dire che la vostra ? ?un?epoca senza vergogna?.

 I: Un esempio?

V: Volentieri. Le vorrei proporre un esempio/paradosso: quanti si rendono conto, e quindi si vergognano, della attuale partizione del vivente? Un sotto esempio? In uno degli ultimi editoriali ho letto un riferimento a morti di serie A e serie B. Ora: ? vero che la storia ? piena di tali partizioni (o, se vuole, discriminazioni) ma, a me sembra, che oggi la sua universalizzazione abbia raggiunto il limite: nazismi di ritorno, chiusura all?alterit?, proclami ?padani? ecc. ecc. Anche le divinit? sono di serie A e B. A ci?, mi permetta di aggiungere la divisione esasperata ed esasperante del confine tra l?umano e l?animale.

I: A cosa si riferisce?

V:Guardi, per chiarirmi le vorrei riportare (spero di ricordare bene) qualcosa su di un libro che, purtroppo,  non ho ancora letto?.E? un po? lunga e non vorrei?

I: La prego?

V: Bene. Ci? cui mi riferisco ? contenuto nell?introduzione all?edizione francese dei ?Trattati sugli animali? di Plutarco dove, l?autrice Elizabeth de Fontenay, tematizza il prodigio di voi contemporanei. Dice Elizabeth de Fontenay: ?San Francesco d?Assisi aveva reso vegetariano il lupo di Gubbio. Ma oggi ? venuto il tempo di cui si dir?, tra le altre cose, che fu quello delle mucche rese pazze per avere mangiato carne (?) Con questo elevato atto di biurgia agronomica, consistito nell?abolire la frontiera tra carnivori e ruminanti, abbiamo creato un po? pi? di smarrimento sulla Terra??.

E? chiaro, a mio avviso, come la problematica ? se rapportata a ci? che dicevo poco fa sulla serie A e B ? ? evidentemente ?biopolitica? e terribilmente vasta perch? la partizione del vivente non risparmia nessuno. E? dominio, puro dominio dell?uomo su altri uomini e anche sulla natura.

I: Forse, per rispetto dei nostri lettori, dovremmo tornare al centro della questione?.

V: Ha ragione?.mi rendo conto di essermi spinta un po? oltre e di aver messo molta carne al fuoco ma, spero, che questa conversazione non l?abbia annoiata?d?altra parte, se vogliamo tornare all?inizio del nostro conversare, mi sembra che anche Nassirya, i suoi morti e le polemiche che hanno coinvolto anche me, facciano tutte parte di ulteriori partizioni. Ma questa ? ancora un?altra storia. Se vorr? potremo riparlarne in un?altra occasione.

I: Grazie.

V: Grazie a lei per l?opportunit? che mi ha dato di intervenire in questo interessante dibattito..

 

 

Pubblicato il: 15/12/2003

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