Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

SULLE MOBILITA? INAMOVIBILI

Mario Tiberi

Potr? sembrare curioso e per certi versi anche esilarante e paradossale ma, nell?epoca odierna dominata da vorticosi rivolgimenti di mentalit? e concezioni, il verificare come affermate metodologie rimangano spesso sospese nelle nubi delle pie proposizioni di principio non giova, di certo, alle loro empiriche applicazioni.

Uno dei temi maggiormente in voga nei dibattiti dei salotti televisivi come in quelli frequentati da personaggi verniciati di supponente snobismo e, non da ultimo, le animate discussioni negli alterchi di piazza pu?, a fondato titolo, essere ricondotto nel solco della flessibilit? delle attivit? umane, sia professionali, genericamente lavorative o pi? semplicemente appartenenti alla sfera del diletto o dello svago.

La parola d?ordine ? categorica: bisogna sapersi adattare, flettersi prendendo a modello la canna pi? o meno pensante di Pascal, coltivare l?arte dell?arrangiarsi disegnata da Eduardo in ?Miseria e Nobilt??.

E?, per?, immorale e riprovevole il tentativo, ancora in atto, di predicare la castit? ai passeri, vale a dire che il principio della elasticit? di pensiero e di movimento debba essere norma per gli altri tranne che per chi la propone, la impone e ne pretende l?osservanza.

Non appare, infatti, ulteriormente tollerabile che le nuove generazioni debbano soggiacere ai ricatti dei tempi brevissimi, pur di sopravvivere, quando gli ideologi dei rapporti a termine non si creano alcuno scrupolo nel rimanere saldamente ancorati sulle loro comode poltrone dorate come se, illusoriamente, fossero per loro e solo per loro eterne.

Che la condizione umana, nei suoi aspetti pi? prettamente biologici, sia configurata all?insegna della provvisoriet? e della precariet? ? come scoprire che il fuoco brucia e il ghiaccio raggela; ma che, nelle dinamiche sociali e politiche, un criterio meno instabile non sia possibile ricercarlo e attuarlo ? atteggiamento ipocrita e ignavo, perch? a pochi non conviene a danno dei molti.

Il console romano, cos? come il suo ?alter ego?, oltre a prestare il suo servizio alla ?Repubblica? a titolo autonomo, libero, volontario e gratuito rimaneva in carica per un anno e alla scadenza, conseguiti o meno gli obiettivi prefissati, riconsegnava senza geremiadi il mandato ?generalis o ad lites? nelle mani del ?Senatus Popolusque Quirinus? che glielo aveva conferito.

La Costituzione degli Stati Uniti d?America ha statuito tassativamente, per la funzione del Presidente, la regola inderogabile della non ripresentabilit? oltre il limite dei due esercizi consecutivi.

Anche nello statuto del partito di mia appartenenza, ? prevista una norma che ricalca il principio sopra esposto, talora rigidamente applicato ai livelli medio-bassi di rappresentanza, tal?altre ampiamente disatteso e derogato per garantire permanenti postazioni di potere a privilegiati oligarchi, rientranti nel novero della nomenclatura verticistica della dirigenza nazionale.

Quando, in occasione di importanti appuntamenti pubblici, li si vedono schierati, uno a fianco all?altro, sulla tribuna dei notabili, si ha l?impressione di rivedere il ?Politburo? gerontocratico della ex Unione Sovietica alle celebrazioni della rivoluzione d?ottobre ritornando, alla memoria, l?immagine di governanti in avanzato stato di mummificazione se non gi? pietrificati dallo sguardo senza scampo di una moderna Medusa del potere assoluto.

Mi sento profondamente convinto che non sia pi? differibile l?apertura di un serrato confronto interno, a partire dalla base degli iscritti e dei simpatizzanti, per recidere di netto, una volta per tutte, il cappio soffocante di un?autarchia autocratica di intoccabili e di insostituibili perch? autoreferenziatisi come indispensabili e, dunque, inamovibili.

Torno a ribadire che un primo, robusto messaggio in tal senso dovrebbe pervenire da tutti coloro che, detenendo cariche di nomina per funzioni pubbliche, le rimettano al pi? presto all?organo di partito che gliele ha affidate onde evitare, tra l?altro, che un onesto ?cursus honorum? si trasformi per consunzione in un miserevole e disastroso ?cursus disonorum?.

Per arrivare a tagliare il nastro di codesti traguardi, non ? nemmeno da invocare l?intervento risolutivo dell?azione combinata della lanterna di Diogene e del rasoio di Ockham.

Basterebbe molto meno!.

Pubblicato il: 30/06/2010

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